BORGHI REPLICA A DI MAIO: “MODIFICA PENSIONI D’ORO IN PARLAMENTO”

Immediata è la replica della Lega dopo l’attacco, non tanto “calmo” di Luigi Di Maio contro la proposta di Brambilla di rivedere la norma messa per iscritto dal M5s sul taglio delle pensioni d’oro: «La proposta di legge presentata alla Camera, sottoscritta dai capigruppo Lega e M5s, è ovviamente modificabile in Parlamento in modo trasparente», spiega il Presidente della Commissione Bilancio a Montecitorio, non prima di precisare «credo si possa correggere il tetto passando dall’intervento dai 4mila euro, ai 5mila, come previsto dal Contratto. Inoltre credo si debba rimodulare le modalità dell’intervento sulle pensioni di chi ha versato i contributi corrispondenti». Secondo Garavaglia – viceministro dell’Economia che interpreta appieno il pensiero di Salvini in merito – un conto è tagliare le pensioni legate ai privilegi di carattere politico, « quindi anche con regimi particolari e sovrapposizioni spesso prive di contribuzione. Altro è tagliare le pensioni frutto di lavoro. Come sempre dipende da che cosa si scrive nelle norme». (agg. di Niccolò Magnani)



DI MAIO VS LEGA: “CHI NON VUOLE ATTUARE IL CONTRATTO, LO DICA..”

Dopo il “dossier” prodotto da alcuni deputati della Lega in merito al taglio delle pensioni d’oro – qui sotto tutte le informazioni e le notizie – arriva la secca e stizzita replica di Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro oggi in visita al Cairo per il caso Regeni: «Non voglio entrare in uno scontro con chi chiede di rallentare sui tagli alle pensioni», ma di fatto poi lo fa scrivendo «abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d’oro, se qualcuno vuol dire che il contratto non si deve attuare lo dica chiaramente, altrimenti si va avanti». Una sorta di avvertimento che il vicepremier lancia ai leghisti e ovviamente a Salvini in primis, mai troppo convinto dalla misura lanciata dal M5s: «Sia chiaro che agiamo su persone che prendono dai 4mila euro netti in su, se non hanno versato i contributi relativi agli assegni eppure si stanno trattando queste persone come disperati che adesso dobbiamo andare a salvare». (agg. di Niccolò Magnani)



PENSIONE MINIMA A 780 EURO: GOVERNO DIVISO

Sul Corriere della Sera di questa mattina, Enrico Marro illustra tutte le possibili divisioni del Governo in merito alle prossime importanti decisioni sul fronte pensioni, tali da poter essere poi inserite nella Manovra Economica d’autunno che già qualche bella tensione ha visto nascere sull’asse Di Maio-Tria. Lega e M5s hanno diverse attese e diverse aspettative sulla riforma pensionistica, anche se partono dal medesimo punto di partenza: se non proprio eliminare, almeno rivoluzionare la legge Fornero.  Il governo ha tempo fino al 27 settembre per chiarirsi le idee e presentare in Parlamento il Def e in quel documento potrebbe essere inserita la “nuova” pensione minima a 780, il che però peserebbe almeno 6 miliardi “da sola” in Manovra; se si aggiunge che l’impedimento dell’Iva in aumento costa 12,5 miliardi, la Quota 100, Quota 41 e taglio delle pensioni d’oro potrebbe essere oggettivamente troppa carne al fuoco sul fronte economico. Nel frattempo, Di Maio rilancia anche oggi ricalcolo col metodo contributivo di tutte le pensioni superiori a 4mila euro netti al mese; una soluzione che sembra tecnicamente complicata da realizzare, scrive ancora il Corriere, specie perché la Lega teme l’incostituzionalità della stessa, oltre che un forte scontento (qui tutti i dettagli) per il proprio elettorato. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI EUGENIO VICARI

“Il sistema pensionistico italiano è stabile, nonostante le difficoltà economiche del Paese degli ultimi anni, ma l’innalzamento dell’età media per l’occupazione, il precariato, la disoccupazione giovanile ai massimi storici e, allo stato dell’arte, le continue modifiche che si sono succedute soprattutto con le Leggi Maroni, Monti e Fornero, (vedi anche legge n.122 del 30 luglio 2010, articolo 12 ) rendono necessario un intervento integrativo, per migliorare la propria condizione al raggiungimento dell’età pensionabile”. È quanto mette in evidenza in un’intervista a In Terris Eugenio Vicari, esperto di sistema bancario internazionale e previdenza integrativa. Dal suo punto di vista, quindi, è bene fare un piccolo sacrificio economico oggi, per avere una garanzia per una vecchiaia più serena.

C’è anche da dire, aggiungiamo noi, che come si è visto nel caso della Rita, avere una forma di previdenza complementare può anche aiutare ad accedere con un certo anticipo alla quiescenza, attingendo appunto dai risparmi messi in un fondo pensione. Vicari, nell’intervista, ricorda che esistono diversi strumenti finanziari e previdenziali che si possono utilizzare: “Di strumenti finanziari per investire e avere un vitalizio per la pensione ce ne sono tanti: operando in sicurezza (con un’adeguata anamnesi della propensione al rischio) attraverso fondi, obbligazioni, azioni. Di fatto, quelli che offrono vantaggi fiscali e un contributo da parte del datore di lavoro sono i fondi pensione negoziali, mentre i fondi chiusi e i Pip offrono solo agevolazioni fiscali”.