NUOVO VERTICE DI GOVERNO SULLA LEGGE DI BILANCIO
Dopo Matteo Salvini, anche Luigi Di Maio conferma che con la Legge di bilancio si varerà una riforma delle pensioni. Il ministro del Lavoro, ospite di Radio 24, ha anche spiegato che a questo proposito domani si terrà un nuovo vertice governativo per fare il punto sulla manovra. “Domani ci sarà un altro vertice di maggioranza: mettiamo sul tavolo reddito cittadinanza, flat tax e poi la Legge Fornero. Ieri intanto e’ stata depositata la proposta di legge per il taglio delle pensioni d’oro. Credo sarà approvata per settembre-ottobre e daremo soldi ai pensionati al minimo”, ha spiegato Di Maio, specificando che si parlerà anche di un taglio del cuneo fiscale. Antonio Tajani è però convinto che la manovra potrebbe rivelarsi un disastro, specie se conterrà il reddito di cittadinanza, che rappresenta “un insulto per i giovani del Sud”. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, il Presidente del Parlamento europeo ritiene che il Governo, per poterlo garantire, dovrà toccare le pensioni e aumentare l’Iva.
LE DOMANDE APERTE SU QUOTA 100 E QUOTA 41
Sembra sempre più probabile che la riforma delle pensioni entrerà nella Legge di bilancio mediante l’introduzione delle Quota 100. E sembra sempre più probabile che verrà previsto un paletto di età minima a 64 anni per poter accedere alla quiescenza (con almeno 36 anni quindi di anzianità contributiva). Secondo quanto viene riportato da alcuni organi di stampa, la misura dovrebbe costare 4 miliardi di euro. Resta da capire se oltre a quello anagrafico ci saranno altri paletti per utilizzare la Quota 100 (per esempio, fino a un certo numero di contributi figurativi). Inoltre, non è chiaro se l’introduzione di Quota 100 in una manovra già di per sé corposa porterà al rinvio della Quota 41, che consentirebbe di accedere alla pensione con 41 di contributi, indipendentemente dall’età, e se l’Ape social verrà prorogata o meno. Non resta che attendere nuovi dettagli in merito.
QUOTA 41 E ADV, PRONTA UNA MANIFESTAZIONE
I gruppi “41xtutti lavoratori uniti” e “Aboliamo aspettativa di vita per il diritto alla pensione” hanno deciso di scendere in piazza, il 29 settembre, a Roma davanti alla sede del Parlamento, a partire dalle 10:00 e fino alle 14:00. La manifestazione è tesa, per quanto riguarda la riforma delle pensioni, a chiedere l’introduzione della Quota 41 per tutti, senza paletti particolari, in modo che si possa riuscire anche a stimolare il turnover nel mercato del lavoro a favore dell’occupazione giovanile. Inoltre, si vuole chiedere il superamento della Legge Fornero, in particolare del meccanismo, introdotto dall’ultimo Governo Berlusconi, che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Meccanismo che sta portando a un continuo rialzo dell’età pensionabile e degli anni di anzianità contributiva necessari a poter accedere alla quiescenza.
SALVINI PROMUOVE IL TAGLIO DELLE PENSIONI D’ORO
Matteo Salvini sembra condividere l’idea di Luigi Di Maio e del Movimento 5 Stelle di tagliare le pensioni d’oro. “Giusto tagliare le pensioni da 5-6mila euro netti al mese, per coloro che non hanno copertura di contributi, così come abbiamo tagliato i vitalizi”, ha detto il ministro dell’Interno visitando la fiera di Nerviano, secondo quanto riporta il sito del Fatto Quotidiano. C’è da dire che Alberto Brambilla, che ha curato il programma della Lega proprio nella parte previdenziale, ha avuto modo di spiegare nei giorni scorsi che dal suo punto di vista un intervento sulle pensioni non andrebbe fatto con un ricalcolo contributivo, ma con un contributo di solidarietà. Il quale andrebbe probabilmente a colpire non solo quelle sopra i 5.000 euro. Resta da capire se la posizione di Brambilla è condivisa o meno dal leader della Lega. Così da capire se nel Governo si dovrà aprire un dibattito su quale strumento sia meglio utilizzare per colpire le pensioni d’oro.
DI MAIO: TAGLIO PENSIONI D’ORO A SETTEMBRE
Nemmeno il tempo di legge sul Corriere della Sera che la proposta di intervento sulle pensioni d’oro era stata “congelata” che Luigi Di Maio, intervenendo ad Agorà Estate, la trasmissione di Rai 3, ha chiarito che la proposta di legge in materia “è pronta e la calendarizzeremo a settembre, perché tra decreto dignità, decreto motovedette, milleproroghe, decreto ministeri, che sono stati provvedimenti importanti per affrontare il tema dell’immigrazione, del precariato e di altre crisi sociali, non siamo riusciti a portarla avanti nel dibattito parlamentare di questi primi due mesi”. Secondo quanto riporta Adnkronos, il ministro del Lavoro ha spiegato che nell’occasione si provvederà anche a eliminare come annunciato i privilegi previdenziali dei sindacalisti. “Sarà un provvedimento a 360 gradi che ridarà alle pensioni minime e toglierà alle pensioni d’oro”, ha aggiunto.
RIFORMA PENSIONI, L’OPZIONE CONTRIBUTIVA
Se si hanno 63 anni e 7 mesi e un’anzianità contributiva almeno ventennale è possibile andare in pensione con l’opzione contributiva. È quanto ricorda laleggepertutti.it, ricordando che “in passato, in pochi si sono avvalsi di questa possibilità, in quanto il calcolo contributivo risulta, di solito, penalizzante: negli ultimi tempi, però, sempre più lavoratori richiedono quest’opzione, perché consente in molti casi di arrivare prima alla pensione, o con requisiti più leggeri”. Per utilizzare la pensione anticipata contributiva, l’importo del trattamento deve essere pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale. Possono avervi diritto “i lavoratori iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria e ai fondi a essa sostitutivi ed esclusivi, in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995”, purché non abbiano maturato 18 anni di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995 e possano vantare almeno 15 anni di contribuzione di cui almeno 5 nel sistema contributivo (cioè successivi al 31 dicembre 1995).
Se i requisiti per poter utilizzare l’opzione contributiva sono stati perfezionati entro il 31 dicembre 2011, occorre aver “perfezionato i requisiti anagrafici e/o contributivi per il diritto alla pensione entro il 31dicembre 2011, secondo le regole vigenti al 31 dicembre 2011, cioè secondo le regole antecedenti alla legge Fornero”. Se invece i requisiti vengono perfezionati dopo, si applicano quelli “di accesso alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata previsti per i lavoratori in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995”.