Il focus sui costi della Quota 100, parte seconda: rispetto a quanto abbiamo scritto qui sotto in merito agli effettivi sforzi economici del Governo per poter inserire in Manovra la norma che “rivoluzionerebbe” la legge Fornero, spunta un distinguo che occorre fare. Secondo le fonti del Sole 24 ore, il Governo per ovviare alla problematica della differenza sostanziale tra i calcoli Inps e le speranze dei tecnici di Lega e M5s, starebbe pensando di varare una Quota 100 “light”, più morbida e meno impattante in modo da non rimanere inguaiati nella prossima Legge di Bilancio. Allo studio ci sarebbe una proposta totalmente contributiva per il 2019 «con età minima pensionabile pari a 64 anni (e dunque che non prevede la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età come da pensione d’anzianità) e il conteggio dei cosiddetti contributi figurativi per un massimo di due annualità», spiega bene Fanpage nel focus dedicato alle pensioni. Così, la riforma costerebbe “solo” 4,7 miliardi di euro e non più i 20 che Boeri metteva in evidenza.
PENSIONI D’ORO, ADUC BOCCIA DI MAIO
In attesa di capire quali forme assumerà la quota 100 che secondo i piani di Matteo Salvini dovrà smantellare la riforma Fornero, a tenere banco è anche il tema dei tagli alle pensioni d’oro. A schierarsi contro il provvedimento voluto dal M5s è l’Aduc, che attraverso le parole del segretario dell’Associazione degli utenti consumatori, Primo Mastrantoni, bocciano il provvedimento. In primis per una questione di comunicazione erronea:”Circola, in questi giorni, un volantino telematico del M5S sulle pensioni d’oro. Il titolo è: Come funziona la legge (!) che elimina le pensioni d’oro senza aver versato i contributi. Luigi Di Maio, a lato, dichiara: da condividere al massimo. In sostanza, si vorrebbe legare la pensione ai contributi versati per la quota eccedente gli 80 mila euro lordi annuali, cioè si vuole adottare il sistema contributivo (tanto versi, tanto ottieni).(…)Il volantino racconta una bufala. Esiste, in verità, una proposta di legge del capogruppo del M5S alla Camera dei Deputati, Francesco D’Uva, sulle pensioni cosiddette d’oro che, però, non ha nulla a che vedere con quanto propagandato da Di Maio, poichè, la proposta non è legata ai contributi versati, come scritto nel volantino, ma alla età nella quale si è andati in pensione. (…)Bipolarismo politico, oppure, furbizia mediatica”. Secondo l’Aduc non ci sono dubbi:”Se si applica il sistema contributivo alle pensioni molto alte si ottiene l’effetto opposto: invece delle pensioni d’oro si creeranno quelle di platino. Una beffa per Di Maio che vuole, testuale, tagliare senza pietà le pensioni d’oro ma per ottenere quelle di platino”. (agg. di Dario D’Angelo)
QUANTO COSTA QUOTA 100 SUBITO?
Matteo Salvini la vuole subito, Di Maio accetta e il premier Conte non ha nulla in contrario, questa volta forse neanche il Ministro Tria: ma questa Quota 100, infine, quanto costerebbe stando ai calcoli finora fatti dai tecnici del Governo? A livello di stima generale di costo, sarebbe tra i 6 e gli 8 miliardi di euro l’esborso della Quota 100 da approntare nella Legge di Bilancio già a partire dall’anno 2019; la cifra, tra l’altro, sarebbe dimezzata rispetto ai 14 miliardi (che dovrebbero poi salire a 20 a riforma con pieno regime) che l’Inps aveva calcolato, annunciando il ben difficile reperimento di quei fondi stanti anche tutti gli altri punti all’ordine del giorno nel Contratto di Governo Lega-M5s. Starà ora a Tria riuscire a tenere i costi “bassi” per non sfondare subito con un punto di programma nel tesoretto a disposizione per la Manovra.
DAMIANO: “LEGA ZITTA”
Dopo lo scontro a distanza tra Matteo Salvini e Elsa Fornero sul fronte Quota 100, interviene a “parziale” difesa dell’ex Ministro del Lavoro il membro Pd ed ex Presidente Commissione Lavoro in Senato, Cesare Damiano. «Susanna Camusso ha fatto bene a richiamare il tema delle pensioni perché, dopo i botti della Lega in campagna elettorale sulla cancellazione della Fornero, è calato il silenzio». Non solo, per l’ex parlamentare dem l’iter che il suo partito deve prendere in forte considerazione sul fronte pensioni è assai semplice: «ho già suggerito a Martina di aggiungere tra le priorità del Pd il fronte previdenziale». Secondo Damiano, bisogna continuare le correzioni della Fornero come fatto nella scorsa legislatura, per poter rendere più equo l’intero sistema: «accessione alla pensione per chi ha 41 anni di contributi; sperimentazione di Opzione Donna; pensione contributiva di garanzia per i giovani». Insomma, conclude Damiano, «non tutto si può cancellare, ma molto si può correggere: questa è la nostra proposta non demagogica», conclude il membro Pd ed ex Ministro del Lavoro.
SCONTRO FORNERO-SALVINI
La giornata di ieri sul fronte pensioni è da dividere sostanzialmente in due tronconi: nella prima parte, dopo il vertice tenutosi a Palazzo Chigi tra Conte, Salvini, Di Maio, Tria, Giorgetti e Savona, il Ministro degli Interni ha sostanzialmente confermato che la Quota 100 sarà inserita subito nella Manovra di Bilancio, seppur rimanendo fedeli alle promesse e di rimanere nell’alveo dei conti “pro-Ue”. «Confrontandomi con medie e grandi aziende, abbiamo calcolato che il diritto alla pensione di un 62enne, faccio una cifra a caso, vale un posto e mezzo in più per un giovane. E molti imprenditori mi hanno garantito che se potessero alleggerirsi della manodopera più anziana tornerebbero subito a occupare giovani», ha poi ribadito Salvini nello spiegare che la Quota 100 è essenziale e sarà subito inserita nella Legge economica. Ecco che poi la seconda parte della giornata si è contraddistinta nella replica “feroce” dell’ex Ministro Fornero proprio in merito alla “propria” riforma che il Governo Lega-M5s vuole del tutto rivoluzionare. «Il diritto alla pensione di un 62enne, faccio una cifra a caso, vale un posto di lavoro e mezzo in più per un giovane», salvo poi aggiungere in un’intervista al Sole 24 ore, «Rifiuto l’affermazione per cui per dare lavoro a una persona bisogna mandarne via un’altra:?le economie che creano occupazione lo fanno per tutti, uomini, donne, giovani e meno giovani».
QUI LA CRONACA DELLA GIORNATA DI IERI
IL SECCO “NO” DI CAMPIGLIO ALLA QUOTA 100
In merito alla Quota 100 invece, l’ex ministro Fornero ritiene che occorrerà vedere come sarà declinata in pratica, andando oltre ai proclami del Governo gialloverde: «Salvini si accorgerà che in politica è impossibile accontentare tutti. Così si accontentano di più gli uomini, ma di meno le donne che vantano meno anni di contributi – spiega Fornero -. Di sicuro ci sarà una categoria scontenta per definizione: sono i giovani e le generazioni future che dovranno pagarne i costi». Una delle voci più fuori dal coro negli ultimi tempi sul fronte pensioni è certamente quella di Luigi Campiglio, docente di politica economica all’Università Cattolica di Milano: proprio in merito allo scontro Salvini-Fornero sul tema quota 100, l’economista precisa all’Ansa «Non si creano posti di lavoro con la quota cento, però da un punto di vista microeconomico, mettendosi nell’ottica di un’azienda in salute con dipendenti che potrebbero uscire grazie a questa misura questo potrebbe portare all’assunzione di nuove leve, con un effettivo turnover».