OPZIONE DONNA, GLI ULTIMI RUMORS

L’Opzione Donna sarà confermata nel maxi decreto di Quota 100: con la sperimentazione sull’uscita in anticipo dal lavoro per le donne, il Governo gialloverde continua nel solco degli esecutivi precedenti ma solo per il 2019, almeno secondo gli ultimi rumors del Sole 24 ore. La versione definitiva dovrebbe consentire il «diritto alla pensione anticipata alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2018, hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 58 anni per le lavoratrici dipendenti e almeno 59 anni per quelle autonome», rilanciano i colleghi del quotidiano milanese. Per chi accederà ad Opzione Donna, l’assegno di pensione ricordiamo che sarà ricalcolato interamente con sistema contributivo: non solo, vi sarà una penalizzazione anche fino al 40% nel caso in cui la lavoratrice goda anche del metodo di calcolo retributivo o anche misto. Opzione Donna consente di andare prima in pensione – rispetto all’Ape o alla pensione di vecchiaia – con un anticipo dei tempi di percezione dell’assegno che supera gli otto anni. (agg. di Niccolò Magnani)



SINDACALISTI E QUOTA 100: LE DISTANZE DEL GOVERNO

Le distanze nel Governo sulla riforma pensioni sono tutt’altro che “minime” e si configurano tanto sulla Quota 100 quanto sull’ultima “polemica” scoppiata sul fronte dei sindacalisti: il Ministro Di Maio ha annunciato che nel decreto fissato dal Governo per il prossimo 17 gennaio ci sarà un netto taglio alle pensioni dei sindacalisti. Secondo i tecnici del Ministero del Lavoro, si tenta di ricalcolare glia segni alti utilizzando il metodo contributivo: l’intera misura, ovviamente, è stata subito attaccata da Cgil, Cisl e Uil che lamentano un «attacco alla libertà sindacale protetta dall’articolo 39 della Costituzione». La Lega avrebbe non poche perplessità a riguardo, come del resto avanzato anche sulle tematiche spinose degli assegni di invalidità (che non saranno aumentati rispetto agli attuali 280 euro, secondo lo schema M5s) e delle coperture per poter evitare che i lavoratori statali debbano attendere ben 7 anni prima di avere la liquidazione. (agg. di Niccolò Magnani)



APE SOCIAL, “SCONTI ALLE MADRI”

All’interno del vaso decreto legge sulle pensioni, il Governo gialloverde ha fatto sapere che inserirà la proroga dell’Ape Sociale – ovvero l’anticipo di pensione per chi ha 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi – per tutti coloro che si trovano in particolari condizioni di disagio: stando alle anticipazioni effettuate dal Sole 24 ore, tra i destinatari della misura che si affiancherà alla Quota 100 troviamo i disoccupati che hanno concluso l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi con 30 anni di contributi, ma anche lavoratori che assistono familiari conviventi di 1° o 2° grado con disabilità grave da almeno 6 mesi con 30 anni di contributi. In merito al capitolo “donne lavoratrici”, l’Ape Sociale scatterà per tutte coloro che svolgono un lavoro pesante (per almeno 6 degli ultimi 7 anni) con 36 di contributi: sarà però attivo lo sconto per le madri che beneficeranno di un anno di sconto dei requisiti contributivi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. (agg. di Niccolò Magnani)



DI MAIO, “QUOTA 41 SI FARÀ”

«Il decreto sulla Quota 100 arriverà in Consiglio dei Ministri giovedì 17 gennaio»: così Di Maio dalla Sardegna ha confermato il “d-day” per la Quota 100 in Decreto, in attesa che nelle stesse ore si compia la stessa operazione per quello sul Reddito di Cittadinanza. Secondo gli ultimi rumors, la nuova riforma pensioni dovrebbe prevedere misure anche per docenti e personale Ata nel mondo scuola, con la possibilità di giungere alla pensione anticipata già il 1 settembre prossimo, come anticipato più volte da La Tecnica della Scuola: sempre il vicepremier ieri ha confermato come nel “decretone” al momento non vi sia la Quota 41 ma non tarderà ad arrivare: «Lo so che dobbiamo fare anche quota 41 e ve lo prometto. Abbiamo iniziato con quota 100 ma abbiamo 5 anni davanti». Come più volte spiegato in queste stesse pagine, per Quota 41 si intende l’andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica dopo minimo 41 anni di contributi versati all’Inps. (agg. di Niccolò Magnani)

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SINOPOLI

Mentre il Governo promette che il decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 vedrà la luce entro la prossima settimana, Francesco Sinopoli segnala come l’esecutivo “persevera nell’errore di escludere il sindacato da qualsiasi confronto di merito, vanificando così un’opportunità determinante per evitare soluzioni pasticciate”. Secondo il Segretario generale della Flc-Cgil, “il provvedimento presenta una inaccettabile e ingiustificata differenziazione tra i lavoratori pubblici e il resto del mondo del lavoro”. Questo perché la finestra di uscita per i lavoratori pubblici sarà di sei mesi, contro i tre che invece toccherà agli altri lavoratori. “Quindi, per quanto riguarda la scuola, se ci saranno ulteriori rinvii, si corre il rischio di penalizzare migliaia di lavoratori che, a causa della tempistica ristretta e delle specifiche esigenze del calendario scolastico, non potranno occupare i posti lasciati liberi dal personale docente e Ata beneficiario della quota 100”.

Stando a quanto riporta il sito di Rassegna Sindacale, Sinopoli assicura di essere pronto alla mobilitazione se ci sarà questa “penalizzazione del personale della scuola”. Inoltre, il sindacalista ricorda che per i dipendenti pubblici c’è il problema della liquidazione differita, per il risolvere il quale si potrebbe dovere “accendere un mutuo (un autentico paradosso), le cui modalità non potranno essere a costo zero per il lavoratore e per lo Stato. Possibile che si dimentichi che le liquidazioni sono un diritto maturato in decenni di lavoro?”.