TAGLIO DEL 15% SUL PRIMO ASSEGNO

Per i primi lavoratori che aderiranno alla Quota 100 – assicurano dal Messaggero – il taglio netto sul primo assegno sarà del 15% rispetto a chi va in pensione con la normale riforma pensioni Fornero (ovvero a 67 anni): il taglio, come spiegavamo questa mattina, è dovuto da un minore monte contributivo versato, ma non è comunque una penalizzazione come infatti garantito dal Ministro Salvini in fase di presentazione del “Decrtone” con Reddito di Cittadinanza e Quota 100 integrati. Non una penalizzazione ma un calcolo che ripete in ordine l’assegno “anticipato” di 4 anni rispetto alla Legge Fornero: la risultanza è un -15% netto per la pensione dei “quotisti”, che avranno i benefici solo diversi anni più tardi, come prevede lo studio della misura sperimentale del Governo gialloverde. Chi va via prima, infatti, come ad esempio un lavoratore che accede alla pensione a 63 anni, potrà percepire l’assegno per un periodo di tempo molto più lungo. (agg. di Niccolò Magnani)



DIVIETO CUMULO E RICAMBIO: LE NOVITÀ

È sempre il Messaggero a dar notizia – secondo le fonti tecniche del Ministero del Lavoro – delle varie novità che prenderanno piede con la votazione e l’effettiva ufficialità della Quota 100: uno die criteri per i pensionati che dovranno scegliere se aderire o meno alla nuova riforma del Governo è quello del divieto di cumulo imposto. Specie peri pensionandi che provengono da una categoria medio-alta di lavoro, il divieto di accumulare la pensione con i proventi di una nuova attività lavorativa – tramite consulenza ad esempio – potrebbe essere un punto dolente e un incentivo in meno per aderire a Quota 100. Secondo il Decretone, l’incompatibilità a tale cumulo resta in vigore fino alla maturazione dei requisiti con le regole della legge Fornero: tale scelta è stata motivata dal Governo per la necessità di favorire il ricambio generazionale nelle posizioni lasciate da chi sceglie di “uscire” con Quota 100. (agg. di Niccolò Magnani)



QUOTA 100 CONVENIENTE SOLO DOPO 20 ANNI?

Secondo i calcoli fatti dagli esperti previdenziali, riportati anche da Il Messaggero, pare sempre di più plausibile che la convenienza della nuova riforma pensioni con Quota 100 potrà essere conveniente per chi ne usufruirà “solo” dopo 20 anni, o giù di lì. Dopo il Decretone incardinato, sono in tanti che stanno valutando se approfittare delle finestre messe a disposizione dal Governo per poter andare in pensione: l’aspetto economico iniziale è il nodo più grande visto che cala l’assegno rispetto a quello che sarebbe scattato seguendo l’iter normale della Riforma Fornero, ma per l’appunto la convenienza potrebbe giungere più tardi. Non esiste una vera e propria penalizzazione esplicita, come invece avveniva nel 2012 per le uscite prima dei 62 anni, ma un semplice effetto dato dai minori contributi versati. Non solo, come riportano i tecnici Inps, il pensionamento ad età più bassa porta con sé «un taglio automatico dell’importo, per l’azione dei cosiddetti “coefficienti di trasformazione”». In base alle ultime rilevazioni Istat, con la speranza di vita all’età di 67 anni, è di quasi 20 anni (diciannove per la precisione) l’arco di tempo nel quale si può attendere il vantaggio di una piena pensione con i vantaggi della Quota 100. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, FORNERO SU QUOTA 100

Elsa Fornero è tornata a parlare della riforma delle pensioni varata dal Governo in occasione di un convegno organizzato a Lecco da +Europa. “La mia riforma delle pensioni cercava di ripristinare la disuguaglianza intergenerazionale. Quota 100 invece non è stata pensata con prospettive di lungo termine, è stata fatta solo per ragioni elettorali. I giovani oggi non portano voti e quindi non li rappresenta nessuno”, ha detto l’ex ministra del Lavoro, secondo cui “ormai la mia riforma era stata assimilata, quindi non conveniva tornare indietro. Quota 100 costerà 20 miliardi di euro finanziati a debito; mi chiedo se ridurre in maniera generalizzata l’età di pensionamento fosse davvero la priorità del Paese”, ha aggiunto, stando a quanto riportato da resegoneonline.it.

Fornero ha riconosciuto che Quota 100 “non porterà al collasso del sistema, ma credo sia stata una pessima scelta. Quando si toccano le pensioni non si può non considerare le questioni demografiche; andava selezionata la platea dei beneficiari. I vincoli di bilancio comunque valgono anche per questo Governo, quindi servirà presto un’altra riforma che sarà forse più dura della mia”. Con l’occasione l’ex ministra ha ribadito che al momento di varare la sua riforma non sapeva che il numero degli esodati sarebbe stato così alto, “perché non c’era obbligo per il piccolo datore di lavoro di comunicare al Ministero accordi di prepensionamento. Si era arrivati così a 130mila persone. Fu però fatta circolare ad arte, da fonte Inps, per vendetta, la falsa stima di 360mila. Dietro la questione esodati ci sono persone e sofferenze vere, ma è stata utilizzata in modo spregiudicato, cinico e vigliacco da una parte politica”.