DAMIANO: QUOTA 100 NON BASTA

Cesare Damiano critica il Governo per non essersi confrontato con i sindacati prima di varare il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza. “I governi non hanno l’obbligo di fare gli accordi con i propri interlocutori, ma hanno il dovere del confronto”, ha detto l’ex ministro del Lavoro, secondo cui “il Pd deve stare dalla parte della concertazione soprattutto quando, come in questo caso, riguarda la condizioni di vita di lavoratori, pensionati e parte più povera della popolazione. Noi dobbiamo essere favorevoli alle Quote, che conferiscono flessibilità al sistema previdenziale e a un sostegno al reddito per i più poveri, ma non possiamo condividere il modo con il quale il Governo ha individuato la soluzione a questi problemi”. Damiano ha quindi ribadito la sua posizione su Quota 100, che “da sola non basta perché discrimina donne, disoccupati e lavori discontinui che non trarranno alcun vantaggio”. Dal suo punto di vista occorre quindi che il Partito democratico, “in Parlamento, avanzi le sue proposte di emendamento per correggere e migliorare queste misure contenute nel ‘Decretone’”.



TELESE CONTRO ELSA FORNERO

Nella puntata di Non è l’Arena in onda ieri sera su La 7, si è parlato di riforma delle pensioni. Il giornalista Luca Telese non ha risparmiato delle critiche a Elsa Fornero e ai suoi commenti sulla Quota 100. Per esempio, ha ricordato che si sono dovute fare otto salvaguardie e ancora il problema degli esodati, causato proprio dalla legge che porta il nome dell’ex ministra del Lavoro, non è stato completamente risolto. Inoltre, ha contestato il fatto che la Legge Fornero sia a favore dei giovani, visto che se gli anziani non vanno in pensione, i posti di lavoro per le giovani generazioni sono più difficili da trovare. Soprattutto ha fatto notare che nella Pubblica amministrazione c’è un’età media piuttosto alta, quindi poco incline a gestire le innovazioni tecnologiche anche nell’ambito degli uffici amministrativi. Lucia Azzolina, deputata del Movimento 5 Stelle, nonché insegnate, anch’ella presente in studio, si è detta certa che con Quota 100 si creeranno dei posti di lavoro, anche nella scuola, dove ci sono circa 30.000 persone che potrebbe andare in pensione e che bisognerà per forza sostituire.



LA PROTESTA DI FORZA ITALIA

Forza Italia è scesa in piazza per protestare contro la riforma delle pensioni, non tanto nella parte riguardante Quota 100, il cui decreto è stato firmato dal Capo dello Stato, ma in quella che blocca parzialmente le indicizzazioni degli assegni sopra i 1.500 euro al mese e il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro. “Con i gilet azzurri scendiamo in piazza per dire sì alla Tav, per chiedere meno tasse e per chiedere di non toccare le pensioni, in definitiva per invocare un nuovo governo di centrodestra per il Paese che marcia verso la recessione”, ha detto Lara Comi, europarlamentare azzurra, secondo quanto riporta Adnkronos. Parole in linea con quelle della sua collega di partito, l’ex ministra Mariastella Gelmini, che, stando a quanto riporta Lapresse, ha dichiarato: “Forza Italia si conferma dalla parte dei cittadini, dell’Italia che non vuole la decrescita, ma vuole una ricetta liberale: meno tasse, meno spesa pubblica improduttiva, meno assistenzialismo e pensioni più alte”. Riferimento, quest’ultimo, forse anche alla rilanciata proposta di Silvio Berlusconi di dare 1.000 euro di pensione anche alle mamme a partire dai 67 anni di età.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI FURLAN

Annamaria Furlan ha scritto una lettera aperta a tutti gli iscritti della Cisl per evidenziare l’importanza della manifestazione unitaria che si terrà il 9 febbraio per protestare contro la manovra del Governo, compresa la riforma delle pensioni con Quota 100. Assieme a Cgil e Uil, faremo sentire a Roma la voce di tredici milioni di iscritti ai sindacati confederali: lavoratori, pensionati,  giovani, donne, immigrati che sono il cuore pulsante del nostro Paese. Non scendiamo in piazza per motivazioni politiche ma esclusivamente sindacali: per cambiare le scelte del Governo e sollecitare un confronto vero, per difendere gli interessi generali dell’Italia e delle persone che rappresentiamo, a partire dai più deboli e bisognosi”, scrive la numero uno della Cisl.

Che non dimentica di criticare il blocco parziale delle indicizzazioni e il contributo di solidarietà che colpiscono in pensionati: “Si usano le pensioni come un bancomat, bloccando nuovamente la giusta rivalutazione per tante donne e uomini che hanno fatto grande l’Italia con la loro umiltà, la loro creatività, la loro generosità nell’accudire anche i nostri figli e nipoti dopo tanti anni di dura fatica nelle fabbriche e in altri luoghi di lavoro”. Riguardo a Quota 100, Furlan ritiene che rappresenti “sicuramente un ulteriore canale più flessibile di uscita dal lavoro, ma non risolve, purtroppo, il problema di tante donne che difficilmente raggiungono i 38 anni di contributi, visto che non viene riconosciuto il lavoro di cura e la maternità che spesso costringe molte donne ad abbandonare il lavoro per dedicarsi alla famiglia”.