IL DUBBIO SUL BLOCCO DELL’ADV

Superato il 31 dicembre, il 2019 ha portato all’aumento dei requisiti per l’accesso alla pensione di 5 mesi in virtù dell’incremento dell’aspettativa di vita. La cosa ha destato un certo stupore tra i lavoratori precoci, che si aspettavano che il Governo varasse, come aveva annunciato, il blocco dei requisiti per la pensione di anzianità a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne), visto che non aveva potuto rendere ancora concreta la Quota 41, la cui introduzione è stata annunciata per il 2022. L’esecutivo non ha adottato il provvedimento annunciato e Claudio Durigon ha fatto capire che si porrà rimedio con il decreto in cui si introdurrà Quota 100, insieme ad altre misure di carattere previdenziale. In ogni caso tra i lavoratori precoci c’è chi si sente “tradito” dall’atteggiamento tenuto dall’esecutivo, soprattutto perché, appunto, non si è varata la Quota 41 e dunque il blocco dell’aspettativa di vita era da considerarsi un risultato minimo da portare a casa prima della fine dell’anno. Vedremo se a breve arriveranno nuove rassicurazioni del Governo sul provvedimento annunciato.



DECRETO QUOTA 100 ENTRO PROSSIMA SETTIMANA

Claudio Durigon, parlando con l’Agi, ha dato un’indicazione importante circa la riforma delle pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza, assicurando che il decreto su queste materie sarà approvato la prossima settimana e prevederà l’entrata in vigore “con data retroattiva dal primo gennaio dell’Ape social e di opzione donna”. Il sottosegretario al Lavoro ha anche garantito che ci sarà il blocco del requisito per l’accesso alla pensione di anzianità a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne” e che per i dipendenti pubblici Quota 100 sarà accessibile da luglio. Durigon ha anche spiegato che verra creata una task force all’interno dell’Inps per dare informazioni corrette e gestire le tante richieste che arriveranno sul tema. L’ex sindacalista ha tra l’altro voluto ricordare a Cgil, Cisl e Uil che “diamo una prima picconata alla legge Fornero, ma la Cgil sa per certo che cancellarla totalmente avrebbe avuto un costo troppo elevato. Con i governi precedenti i sindacati hanno fatto l’accordo per l’Ape social che costa 1,8 miliardi; noi mettiamo sul piatto 21 miliardi”.



IL COLLEGAMENTO TRA QUOTA 100 E RDC

Il Governo continua a lavorare ai dettagli di Quota 100 e del reddito di cittadinanza ed è probabile che si arriverà al varo di un solo decreto contenente i provvedimenti. La riforma delle pensioni potrebbe incrociarsi con il reddito di cittadinanza anche per via del ruolo che potrebbe essere affidato alle imprese. Come ricorda Il Corriere della Sera, infatti, sembra che attraverso i fondi di solidarietà bilaterale si darà la possibilità alle aziende di anticipare persino di tre anni l’accesso di loro dipendenti alla Quota 100. Di fatto, come emerso nei giorni scorsi, sembrerebbe crescere la possibilità di un pensionamento già a 59 anni, in parte finanziato dalle imprese stesse. A patto che si dia vita a una staffetta generazionale. E qui le imprese potrebbero approfittare della possibilità che sembra verrà offerta di assumere disoccupati beneficiari del reddito di cittadinanza. Se lo facessero, infatti, avrebbero un bonus pari ad almeno 5 mensilità della prestazione garantita al beneficiario.



PENSIONI DI CITTADINANZA TRA FEBBRAIO E MARZO

Luigi Di Maio conferma che il decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza sarà presto varato. “Al mio rientro a Roma istituiremo il decreto anche per quota 100 e il reddito di cittadinanza per gli italiani”, ha detto il vicepremier, secondo quanto riporta Rainews, durante una visita in Veneto ai luoghi che a ottobre erano stati danneggiati dal maltempo. Il ministro del Lavoro ha quindi fatto capire che il reddito di cittadinanza sarà erogato soltanto agli italiani e non agli stranieri. Inoltre, ha specificato che le pensioni di cittadinanza, così come l’innalzamento degli assegni di invalidità a 780 euro, “partiranno tra febbraio e marzo”. Considerando che l’erogazione delle pensioni avviene il primo giorno del mese, bisognerà arrivare a una rapida emanazione del decreto per poter dare modo all’Inps di far partire gli assegni coi nuovi importi già da febbraio, visto che, secondo quanto è dato sapere dalle indiscrezioni di stampa, sarebbe previsto anche di tenere conto dell’Isee e della situazione del nucleo familiare per disporre l’erogazione della prestazione.

OPZIONE DONNA RISCHIA DI SLITTARE A GIUGNO

In attesa di novità sul decreto riguardante la riforma delle pensioni con Quota 100 non arrivano buone notizie sul fronte della proroga di Opzione donna, che il Governo ha promesso di varare proprio con un provvedimento successivo alla manovra. Se in un primo tempo si era ipotizzato che questa proroga, insieme a quella relativa all’Ape social, potesse essere oggetto di un decreto differente, e successivo, a quello riguardante Quota 100, ora sembrerebbe che potrebbe persino slittare a giugno. Lo riferisce Orietta Armiliato, rifacendosi a quelle che sono le informazioni trasmesse dai media in queste giornate che seguono l’approvazione della Legge di bilancio e precedono i decreti o il decreto unico che dovrebbe affrontare la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza. Secondo quanto spiega la Armiliato sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, inoltre, pare che la proroga di Opzione donna avrebbe la durata di un solo anno. Dunque la sua portata sarebbe piuttosto limitata e rappresenterebbe un provvedimento di corto respiro per andare incontro alle difficoltà delle donne ad accedere alla pensione.

GUAI IN ARRIVO PER SALVINI

Il 2019 sarà l’anno delle “pantere grigie”. Ne è convinto Giuseppe Pennisi, che in un articolo su formiche.net evidenzia come la riforma delle pensioni abbia scontentato principalmente i cittadini già in quiescenza, che rappresentano per certi versi i soggetti di cui ha più paura il Governo. “Non è tanto importante se abbiano torto o ragione. Quel che conta è che pesano e che il riferimento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’Avaro di Molière – una gaffe imperdonabile per chi intende fare politica – ha fatto inviperire loro e le associazioni ed i sindacati che li rappresentano”, aggiunge l’economista, secondo cui a essere più preoccupato di tutti è Matteo Salvini, visto che i pensionati più penalizzati risiedono al Nord. “In barba al lessico, il ‘contributo di solidarietà’ appare sempre più come un taglio strutturale (e tale da incidere sulle pensioni dei superstiti) in quanto dura otto anni (altri cinque oltre ai tre già maturati) e non ha le caratteristiche (come formulate nella sentenza della Corte Costituzionale sulla misura analoga precedente) ‘atte a configurare l’intervento ablativo come sicuramente ragionevole, non imprevedibile e sostenibile’”, sottolinea Pennisi.

RIFORMA PENSIONI, RISCHIO INGORGO PER QUOTA 100

C’è attesa per i decreti con cui il Governo dovrà dare effettiva forma alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza (oltre che alle pensioni di cittadinanza). Il Corriere della Sera ricorda che in assenza dei provvedimenti da martedì è scattato l’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Concretamente ora ci vogliono 67 anni per accedere alla pensione di vecchiaia a 43 anni e 3 mesi (43 anni e 3 mesi per le donne) per la pensione di anzianità. Il Governo avrebbe dovuto bloccare quest’ultimo requisito a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne), ma servirà il decreto per farlo. Così come per riportare da 41 anni e 5 mesi a 41 anni la soglia contributiva richiesta per il pensionamento dei precoci introdotto insieme all’Ape social. Misura che è scaduta e di cui si attende, sempre tramite decreto la proroga. Proroga che dovrebbe arrivare anche per l’Opzione donna.

Secondo quanto scrive il quotidiano milanese, poi, se il Governo non si sbrigherà a varare il decreto su Quota 100 potrebbero nascere dei problemi gestionali sulla misura. “È prevedibile infatti che si crei un’ingorgo, non appena l’Inps, dopo la pubblicazione del decreto legge, sarà in grado di emanare le sue circolari. Basti pensare che dal primo aprile decorreranno le pensioni con almeno quota 100 (ma anche 101 con 63 anni d’età, 102 con 64, 103 con 65 e 104 con 66) di chi finora è stato bloccato dal fatto di dover raggiungere appunto i 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia”, si legge sul Corriere. In effetti c’è già chi è in possesso dei requisiti per accedere alla pensione e dunque cercherà di presentare domanda appena possibile.