LE MANIFESTAZIONI CONTRO IL GOVERNO
L’Inps ha fatto sapere che le domande presentate per accedere a Quota 100, alle 16:00 del 30 gennaio, hanno raggiunto quota 4.589, di cui 2.697 tramite patronato e 1.892 direttamente dai cittadini. Lunedì, invece, inizierà in commissione Lavoro del Senato l’esame del decreto sulla riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza, i cui contenuti non convincono però l’Associazione Carrozzine Determinate, il cui Presidente Claudio Ferrante evidenzia come siano state disattese le promesse di un aumento degli assegni di invalidità. Per l’8 febbraio è stata quindi proclamata una giornata di mobilitazione con presidi davanti alle Prefetture di diverse città italiane per chiedere l’aumento dell’indennità di accompagnamento Inps e l’adeguamento delle pensioni di invalidità ai 780 euro previsti per il reddito di cittadinanza. Il giorno successivo è invece in programma la manifestazione unitaria dei sindacati, che è stata spostata in piazza San Giovanni. Inizialmente il luogo individuato era quello di piazza del Popolo, ma per via della grande adesione prevista è stato necessario, fanno sapere Cgil, Cisl e Uil, trovare una piazza più capiente.
LE MODIFICHE POSSIBILI AL DECRETO
Il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 si appresta a iniziare l’iter parlamentare dal Senato. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, si starebbe facendo sempre più concreta la possibilità che il riscatto agevolato della laurea possa essere utilizzato fino a 50 anni di età, e non più a 45 come ora previsto. Il quotidiano di Confindustria segnala anche un certo pressing dei parlamentari per far sì che la proroga dell’Ape social e di Opzione donna diventi più lunga. Dunque se il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha in questo senso detto che “su Opzione donna c’è la volontà politica di prorogarla nei prossimi anni”, pare che si voglia cercare di mettere già nero su bianco quest’anno una data di scadenza della misura più in là nel tempo. Come noto, poi, sull’Ape social è forte il pressing di Cesare Damiano sul Pd affinché si batta per rendere strutturale questa misura di pensionamento anticipato. C’è infine la volontà di alzare la soglia, ora fissata a 30.000 euro, per l’anticipo di liquidazione che andrebbero a incassare i dipendenti pubblici che andranno in pensione, portandola a 50.000 euro.
LANDINI: SERVE IL VARO DI QUOTA 41
Maurizio Landini ci tiene a evidenziare che la Cgil non ha certo intenzione di scendere in piazza il 9 febbraio per protestare contro quanti sfrutteranno la riforma delle pensioni con Quota 100. Ai microfoni di alanews.it, l’ex numero uno della Fiom, ora alla guida del sindacato di Corso d’Italia spiega infatti che la manifestazione, sul fronte previdenziale, è per chiedere un superamento della Legge Fornero condiviso con i sindacati, anche perché Quota 100 non consente, per esempio, il pensionamento di chi ha 60 anni e 40 di contributi, né affronta il problema del futuro previdenziale dei giovani o quelle delle donne che faticano ad avere un’anzianità contributiva necessaria a non attendere i 67 anni per andare in quiescenza. Per Landini sarebbe poi importante il varo della Quota 41, che resta un obiettivo anche del Governo, come ha spiegato Salvini, anche se pare bisognerà aspettare fino al 2022 per poterne usufruire. Per il sindacalista, infine, Quota 100 non fa distinzione tra i vari lavori che vengono svolti e dunque non si va avanti nell’individuare quei lavori gravosi per cui il pensionamento dovrebbe essere anticipato.
LE PAROLE DI SALVINI
Matteo Salvini ha preso parte alla puntata della trasmissione diMartedì in onda ieri su La 7, in occasione della quale ha voluto segnalare ai telespettatori l’esistenza del sito www.quota100.net dove trovare informazioni sulle novità introdotte dalla riforma delle pensioni. Giovanni Floris ha voluto anche mostrare al vicepremier un video in cui Elsa Fornero gli ha rivolto due domande: con la prima gli ha chiesto si è mai posto il dubbio che una riforma delle pensioni deve guardare lontano e ai giovani, mentre con la seconda gli ha chiesto se non pensa di aver esagerato nella campagna d’odio contro la sua persona e la sua legge, visto che Quota 100 non la smonta. Salvini ha ricordato quindi che viene data una possibilità importante agli italiani con la riforma delle pensioni appena varata, anche perché non li si obbliga più a stare al lavoro, ma gli si offre la possibilità di andare in pensione, liberando dei posti che potranno essere occupati da giovani. Inoltre, ha voluto evidenziare che i dipendenti pubblici non dovranno più aspettare anni per avere la loro liquidazione, ma potranno avere 30.000 euro subito quando lasceranno il lavoro.
INTATTO IL MANTRA DELLA LEGGE FORNERO
Il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e Massimo Franchi, in un articolo pubblicato su Il Manifesto, fa notare che questa non rappresenta lo “stop alla Legge Fornero” di cui si parlava nel contratto di Governo tra Lega e M5s. “Della riforma Fornero rimane il grande mantra: l’adeguamento all’innalzamento dell’aspettativa di vita che viene bloccato (temporaneamente) solo per la pensione anticipata e per i precoci. Dunque per precari e giovani non cambia niente: la prospettiva è ancora andare in pensione a 70 anni con assegno da fame, senza quella pensione di garanzia che oggi non costerebbe niente al governo. Il contentino del riscatto degli anni di laurea (5mila euro l’anno il costo per chi ha meno di 45 anni) varrà solo per i figli di papà o i ricchi: l’ennesima norma regressiva”, scrive il giornalista esperto di previdenza. Che non dimentica di sottolineare che “rimane tutta la beffa per i dipendenti pubblici che dovranno prenotarsi 6 mesi prima e avranno solo 30mila euro di Tfs (trattamento di fine servizio) con parte restante tramite mutuo con divisione degli interessi ancora da definire”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI E GHISELLI
A seguito della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto relativo alla riforma delle pensioni, Domenico Proietti ci tiene a spiegare che il provvedimento “risponde a una parte delle attese dei lavoratori, mentre lascia senza risposte questioni rilevanti del sistema previdenziale”. Per quanto riguarda Quota 100 in particolare, il Segretario confederale della Uil evidenzia che “è certamente un intervento utile per i lavoratori del nord e del settore pubblico, meno per quelli del centro sud e insufficiente per le donne, che raramente raggiungono i 38 anni di contribuzione”. Dal suo punto di vista è poi “positiva è la proroga dell’Ape Sociale e di Opzione donna”, ma “l’assenza di Quota 41 lascia senza risposta i lavoratori precoci” e poi “manca il completamento della salvaguardia degli esodati”.
Sulla stessa linea Roberto Ghiselli, che in un’intervista a pensioniperutti.it dice di apprezzare “il fatto che per alcune centinaia di migliaia di lavoratori nei prossimi tre anni verrà offerta la possibilità di andare in pensione in condizioni più favorevoli. Ma con questo intervento ‘a termine’ non si dà alcuna risposta agli altri 15 milioni di lavoratori ai quali continuerà ad applicarsi la legge Fornero”. Per il Segretario confederale della Cgil è dunque importante muoversi per superare “strutturalmente la legge Monti-Fornero, con la flessibilità in uscita a 62 anni o con 41 anni di contributi senza altri vincoli” e adottare “una pensione contributiva di garanzia per i giovani, il riconoscimento dei lavori gravosi, di cura e delle donne, il blocco dell’aspettativa di vita, la risoluzione del problema esodati e una reale rivalutazione delle pensioni in essere.