UNADIS PRONTA AL RICORSO ALLA CONSULTA

La riforma delle pensioni, oltre alla Quota 100, prevede anche un taglio degli assegni più alti e il blocco parziale delle indicizzazioni. Misure contro cui l’Unadis, il sindacato dei dirigenti dello Stato, è pronto a mobilitarsi anche per vie legali. Come ricorda Paolo Padoin su firenzepost.it, “un pool di qualificatissimi avvocati porteranno in Corte Costituzionale la norma che incide per quasi 10 mila euro annui su chi ha una pensione di circa 150 mila euro l’anno”. Secondo Barbara Casagrande,  numero uno della sigla sindacale, “è di tutta evidenza che la misura, contraria a ogni principio di ragionevolezza e di equità, ha la finalità politico-demagogica di colpire una platea limitata di persone per creare consenso nei confronti della generalità degli elettori scossi dalla crisi economica degli ultimi anni”. L’Unadis sta quindi raccogliendo le deleghe, anche per quel che riguarda il mancato adeguamento delle pensioni agli indici Istat. Certamente non sarà l’unica associazione a muoversi sulla strada dei ricorsi alla Consulta, visto che anche la Cida sembra volerla percorrere.



VERSO MODIFICHE PER RISCATTO LAUREA

L’intenzione del Governo di effettuare dei cambiamenti (su età di accesso e numero di anni per la rateizzazione del costo) alla norma, contenuta nel decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100, riguardante il riscatto agevolato della laurea ha trovato conferma anche nell’incontro avuto oggi a palazzo Chigi tra il Coordinamento Nazionale Riscatta Laurea e la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli e al sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano. “Dobbiamo occuparci di una generazione dimenticata dalla vecchia politica, che ha conseguito un titolo di studio a fronte di grandi sacrifici e che oggi dobbiamo permetterle di riscattare”, ha detto Castelli. “Il Governo del Cambiamento non riforma dall’alto ma trasforma con un processo che parte dal basso, partecipato. Il riscatto della laurea ai fini pensionistici è un diritto e va trattato nell’ambito di un più ampio e generale ripensamento della formazione superiore nel nostro Paese”, ha aggiunto Giuliano. “Siamo soddisfatti dell’incontro e dell’attenzione mostrata da parte del Governo per le istanze presentate, sulle quali come Organizzazione ci impegniamo da anni”, hanno invece affermato Luigi Napolitano e Rosario Pugliese, promotori nazionali del Coordinamento Riscatta Laurea.



ATTIVATI I PROGRAMMI DI CALCOLO PER QUOTA 100

L’Inps si prepara ad affrontare le novità della riforma delle pensioni e oggi verranno attivati i programmi di calcolo per le liquidazioni con Quota 100, in modo che le sedi possano definire le singole posizioni assicurative. È quanto spiega Gabriella Di Michele, Direttore generale dell’Inps, al Sole 24 Ore, tranquillizzando così i cittadini sul fatto che dal 1° aprile partiranno i pagamenti come previsto. Non manca però di evidenziare che per i dipendenti pubblici serviranno verifiche puntuali dato che “non tutte le amministrazioni comunicano i dati con tempestività”. In questo senso ricorda che “l’anno scorso abbiamo garantito la pensione il 1° settembre al 98% degli insegnanti che avevano fatto domanda nei termini, speriamo di riuscire anche quest’anno: tra maggio o giugno sapremo quante delle domande di quotisti arrivate potranno essere pagate nei termini”. Di Michele fa anche presente che ci sarà un aumento degli organici dell’Inps, grazie a circa 4.000 assunzioni entro la fine dell’anno. Tuttavia “non saranno abbastanza, visto il calo di personale degli ultimi anni a fronte dei nuovi compiti assegnati, ma siamo sulla buona strada”.



IL RISCHIO POVERTÀ TRA I PENSIONATI

Mentre il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 prosegue a rilento il suo iter parlamentare, su Infodata, sezione del sito del Sole 24 Ore dedicata alle notizie raccontate con i numeri, Cristina Da Rold mostra altri dati che si possono dedurre da quanto ha comunicato l’Istat sulla condizione dei pensionati italiani. Se è vero che “nel complesso il 16,4% delle famiglie con pensionati è oggi rischio di povertà, circa 8 punti percentuali di meno di quello dei nuclei familiari senza pensionati”, è altrettanto vero che “il 9,9% delle famiglie composte da soli pensionati è oggi a rischio di grave deprivazione materiale, come il 10,4% delle famiglie composte da adulti lavoratori e almeno un pensionato nel nucleo. L’8,3% delle famiglie composte da coppie con figli, senza pensionati, vive questa situazione pesantissima, contro il 9,8% degli stessi nuclei, dove però c’è anche un anziano”. Vedremo se la pensione di cittadinanza cambierà questo stato di cose, mentre dovrebbero aumentare, con Quota 100, i nuclei con presenza di pensionati.

PER QUOTA 100 OLTRE 53.000 DOMANDE

Ieri è saltata la seduta della commissione Lavoro del Senato dove sarebbero dovute iniziare le votazioni relative agli emendamenti al decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100, visto che è stata rinviata a oggi quella della commissione Bilancio che doveva fornire dei pareri su alcuni emendamenti. Probabile che nel pomeriggio si possa tenere l’attesa riunione. Intanto le domande presentate all’Inps per accedere a Quota 100 hanno ormai superato le 53.000 unità. Roma resta sempre in testa tra le città di provenienza delle richieste. E più di 17.000 complessive arrivano da persone che non hanno ancora 63 anni, mentre sono quasi 11.000 quelle di chi ne ha più di 65. Oltre 18.000 domande provengono dal Sud Italia. Il Sole 24 Ore fa invece sapere che l’istituto rimasto orfano di Tito Boeri, il cui incarico è scaduto sabato scorso, sta predisponendo le circolari relative alla pace contributiva, a Opzione donna, al taglio delle pensioni d’oro e al nuovo sistema di indicizzazione degli assegni.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI AMBROGIONI

La riforma delle pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza vengono bocciati anche da Itinerari previdenziali. È quanto sostiene Giorgio Ambrogioni, secondo cui il Rapporto dell’istituto presieduto da Alberto Brambilla di fatto contiene indicazioni che non promuovono “un aumento eccezionale e non programmato dei pensionati, nonché un incremento di 8 miliardi della spesa assistenziale” come quello previsto dal “decretone”. Il Presidente della Cida ritiene anche che il  Rapporto faccia “chiarezza sulle reali dinamiche delle nostre pensioni: la spesa pensionistica è sotto controllo, ma la ‘zavorra’ della spesa assistenziale, in continua crescita, determina un peso insostenibile per le casse dello Stato”. Dunque, “se non viene separata la spesa pensionistica da quella assistenziale, che è in continua crescita, proseguiranno gli allarmi sulle pensioni da parte degli Organismi economici internazionali e le bocciature delle agenzie di rating”.

Per Ambrogioni “è evidente che occorre procedere al più presto alla separazione fra previdenza ed assistenza, per fare chiarezza nei conti e avere un quadro preciso sul quale inserire un corretto corpo normativo, sia esso di gestione dell’esistente, sia di riforma e orientamento futuro”. Tornando alla riforma delle pensioni, il Presidente della Cida boccia il divieto di cumulo previsto per Quota 100 e conferma il “giudizio fortemente negativo su misure quali il blocco della perequazione delle pensioni all’inflazione e il contributo di solidarietà su quelle di importo medio-alto. Si tratta di provvedimenti demagogici, che alimentano l’odio sociale, sono ininfluenti per l’equilibrio dei conti pubblici e, a nostro parere, risultano viziati di incostituzionalità”.