SALA BOCCIA IL DECRETO DEL GOVERNO
È iniziato in aula al Senato il rush finale prima della votazione del decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza. Tra le modifiche apportato al testo originario c’è anche il prolungamento della rateizzazione per la pace contributiva fino a dieci anni. Al dibattito in aula parteciperà anche Luigi Di Maio, mentre Matteo Salvini ha ribadito ieri la propria soddisfazione per l’alto numero di richieste, ormai circa 70.000, per accedere a Quota 100 pervenute all’Inps. Askanews riporta la bocciatura, da parte di Beppe Sala, dei Quota 100 e reddito di cittadinanza. Per il Sindaco di Milano sono misure che “singolarmente potrebbero anche avere un senso, ma in un momento di espansione. In un momento di recessione, invece, sono letali e mettono un po’ in difficoltà le pubbliche amministrazioni perché le uscite sono certe, ma le modalità per poter assumere non lo sono altrettanto”. “Non voglio appartenere alla categoria di quelli che sperano che le cose vadano male per dire ‘avevo ragione io’. Il Paese, però, è fermo e se non si riparte con le opere, rimarrà fermo”, ha aggiunto.
LA PROPOSTA DI NENCINI PER LA PENSIONE A 60 ANNI
Secondo gli ultimi dati comunicati dall’Inps, il numero di domande presentate per accedere a Quota 100 ha superato le 67.000 unità. Certamente si tratta di un numero importante che testimonia quanto fosse avvertita l’esigenza di una riforma delle pensioni. Anche se non manca chi vorrebbe delle modifiche a quanto stabilito dal Governo. Per esempio, il Segretario del Partito socialista italiano, Riccardo Nencini, secondo quanto riporta il sito de L’Avanti ha fatto sapere che intende presentare tre emendamenti al decreto che ora si trova al Senato, con l’obiettivo principale di “abbassare a 60 anni l’età pensionistica per almeno una persona del nucleo familiare ove sia presente un disabile grave (anzianità contributiva minima di 30 anni). Spesso, dopo o senza di loro, il futuro è più triste. Va consentito che stiano il più a lungo possibile accanto ai loro figli. Aiutare chi resta indietro. Sempre”. Tornando ai dati su Quota 100, il numero di richieste da parte di dipendenti pubblici ha superato quota 25.000, mentre tra i lavoratori privati si sfiorano le 24.000 richieste.
QUOTA 41 E LE ALTRE RICHIESTE SINDACALI
In una nota la Cgil evidenzia quelle che sono state le richieste presentate dai sindacati durante l’incontro con il Governo di ieri sulla riforma delle pensioni con Quota 100. Oltre allo sconto contributivo per le donne con figli, l’esclusione delle finestre trimestrali per i lavori gravosi o usuranti, la proroga dell’Ape sociale e la costituzione delle Commissioni tecniche per assistenza-previdenza e lavori gravosi, è stato chiesto di garantire “nel settore pubblico la sostituzione di tutti coloro che andranno in pensione nel 2019 con Quota 100, visto il blocco delle assunzioni fino a novembre 2019 previsto nella legge di bilancio”. Cgil, Cisl e Uil hanno anche chiesto un confronto relativo a: Quota 41, la pensione contributiva di garanzia, la flessibilità in uscita, l’estensione delle categorie gravose, il riconoscimento del lavoro di cura e delle donne, la rivalutazione delle pensioni e gli interventi per il rafforzamento della previdenza complementare. Giovedì si terrà una riunione della segreteria unitaria in cui i sindacati svilupperanno “una valutazione più compiuta sull’incontro”.
QUOTA 100 BLOCCATA DA NOMINE INPS?
Durante l’iter parlamentare del decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 potrebbe essere necessario varare un emendamento per sbloccare un’impasse che rischia di verificarsi sull’Inps. Il Sole 24 Ore segnala infatti che “a una settimana dalla firma del decreto interministeriale per la nomina del commissario e del vicecommissario l’Inps non ha ancora, nei fatti, una rappresentanza legale”, anche perché Francesco Verbaro avrebbe “un vincolo di inconferibilità d’incarico”, per risolvere il quale potrebbe servire appunto un emendamento al “decretone”. Tuttavia questo potrebbe portare a un’attesa, prima del vaglio finale della norma, che potrebbe protrarsi fino alla fine di marzo. Un tempo lungo se si considera, come fa presente Guglielmo Loy, Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, che l’attuazione di Quota 100 e del reddito di cittadinanza “richiede una variazione di bilancio da adottare entro fine febbraio”, per la quale occorre una rappresentante con potere di firma. Per il sindacalista, quindi, converrebbe riscrivere il decreto di nomina.
GASPARRI CONTRO LO SPOT SU QUOTA 100
Mentre il decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 è approdato in aula al Senato, Maurizio Gasparri fa sapere che chiederà “la sospensione dello spot governativo sulle pensioni. Contiene delle palesi bugie”. Il riferimento dell’ex ministro è al fatto che “si dice che non ci saranno penalizzazioni per i cittadini mentre invece chi andrà in pensione con quota 100 subirà un drastico taglio del proprio assegno per tutta la vita. Il servizio pubblico, prono al governo, sta realizzando una vera e propria truffa”. Il Senatore di Forza Italia, secondo quanto riporta l’Agi, ha annuncia anche che inoltrerà a tutti gli organi competenti “formali diffide perché questa bugia megagalattica venga sospesa. Chi va in pensione prima perderà soldi per tutta la vita. Questa è la verità che lo spot addirittura nega. E anche la Rai se continuerà a diffonderlo diventerà corresponsabile di un vero e proprio reato”. Vedremo se lo spot, che presenta le principali misure introdotte dalla riforma delle pensioni del Governo, verrà ancora trasmesso o meno dopo questa presa di posizione.
RIFORMA PENSIONI, LA POSIZIONE DEI SINDACATI
Ieri si è tenuto un incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni con Quota 100. Secondo quanto riportato da Askanews, durante il vertice Claudio Durigon avrebbe fatto presente che l’esecutivo punta a introdurre Quota 41, anche se si tratta di un obiettivo sfidante, perché servono circa 10 miliardi di euro l’anno per coprire l’intervento. Al termine dell’incontro Annamaria Furlan ha spiegato che ci sono degli emendamenti che “per noi si devono realizzare già nel Decretone su quota 100: un anno di contributi per donne con figli, perché la maternità è un bene sociale da salvaguardare. Il tema di come rivalutare le pensioni a partire dal paniere e come riconoscere l’Ape sociale anche agli altri lavoratori che oggi non sono compresi, ma che svolgono lavori gravosi, per noi è assolutamente importante. E poi come separare l’assistenza dalla previdenza”.
Carmelo Barbagallo, ha aggiunto che “adesso dobbiamo verificare se il Governo, nel modificare il provvedimento su quota 100, prenderà in considerazione le nostre proposte. Le commissioni, quella tecnico-scientifca sui lavori usuranti e quella sulla divisione tra assistenza e previdenza sono importanti”. Maurizio Landini ha fatto presente che “anche sugli esodati c’è la necessità di trovare una soluzione per quelli rimasti. Inoltre, dato che, come ci hanno detto, un numero consistente di quota 100 si trovano nel Pubblico impiego, il Governo valuterà insieme agli altri ministeri competenti, un incontro sul tema dello sblocco delle assunzioni nel comparto”. Cgil, Cisl e Uil giovedì riuniranno le segreterie unitarie per valutare anche nuove forme di mobilitazione.