UGL PROMUOVE QUOTA 100
Intervenuto ieri mattina alla trasmissione Radio Anch’io, in onda su Radio 1 Rai, Maurizio Landini ha parlato anche di riforma delle pensioni con Quota 100, spiegando che “nessuno di noi è contrario a permettere che chi ha 62 anni di età e 38 di contributi vada in pensione, ma questo provvedimento è solo uno specchietto per le allodole”. Secondo il Segretario generale della Cgil, “dopo le recenti misure su Quota 100, le contraddizioni della legge Fornero rimangono tutte” ed è per questo che servirebbe “un confronto per avviare una vera riforma strutturale, perché abbiamo bisogno di un altro sistema pensionistico”. Di parere opposto è invece Paolo Capone, secondo cui l’alto numero di domande per utilizzare Quota 100, ormai arrivate a quota 22.000, sono il segno “che la riforma della legge Fornero, voluta da questo esecutivo, rappresenta un successo e lascia ben sperare sull’obiettivo finale: favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”. Per il Segretario generale dell’Ugl è anche importante il fatto che circa un terzo delle richieste arrivi dalla Pubblica amministrazione, perché “questo indica che il ricambio generazionale investirà sia il settore pubblico che quello privato con uno svecchiamento vero e proprio della popolazione lavoratrice”.
LA RICHIESTA DI OPZIONE MAMMA
Gigi De Palo, durante l’audizione in Senato relativa al decreto sulla riforma delle pensioni, ha chiesto che Opzione donna “venga modificata in opzione ‘mamma’, riconoscendo alle mamme lavoratrici contributi figurativi di almeno un anno per ogni figlio, da tenere in considerazione ai fini di una loro uscita anticipata dal lavoro. Soprattutto, chiediamo al Governo il coraggio di dare un segnale forte al Paese, eliminando la discriminazione con cui chi ha messo al mondo uno o più figli è costretto a vivere, oggi, il percorso pensionistico in Italia”. Secondo quanto riporta l’agenzia Sir, il Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari ha anche evidenziato che “così com’è Quota 100 penalizza le mamme lavoratrici, ovvero le cittadine che hanno dovuto fare maggiormente ricorso al part-time o hanno rinunciato del tutto a percorsi di carriera per poter crescere i figli e, di conseguenza, adesso hanno una minore contribuzione a fini pensionistici, da cui deriva per loro una penalizzazione nella pensione”.
I DUBBI DELLA CORTE DEI CONTI
Anche la Corte dei Conti è intervenuta in audizione al Senato in relazione al decreto sulla riforma delle pensioni. Il Presidente Angelo Buscema ha spiegato che l’obiettivo di favorire, tramite Quota 100, l’ingresso di giovani nel mercato del lavoro non è semplice da raggiungere, perché “gli auspicati meccanismi di sostituzione dei pensionati che anticipano l’uscita dal lavoro con nuove assunzioni sembrano non trovare conferma negli studi che pongono in relazione, per i diversi paesi, l’età di uscita dal mondo del lavoro con la quota di occupazione giovanile”. Secondo quanto riporta Askanews, Buscema ha anche evidenziato che l’impatto di quota 100 sui conti pubblici “è significativo sia se considerato in termini di deficit e debito pubblico dei prossimi tre anni (circa 17 miliardi), sia se considerato in termini di crescita del cosiddetto debito pensionistico implicito”. Cosa che potrebbe portare a un rialzo degli oneri sociali e che quindi “potrebbe tradursi in aspettative di crescita del costo del lavoro con effetti negativi sulla domanda di lavoro”.
SUPERATE LE 20.000 DOMANDE PER QUOTA 100
Sono ormai 20.000 le domande presentate all’Inps per accedere a Quota 100. Secondo i dati trasmessi e relativi alle 19:00 di ieri, a chiedere di usufruire maggiormente della novità della riforma delle pensioni sono stati perlopiù cittadini di Roma, seguiti da quelli di Napoli e Milano. In particolare la Capitale ha comunque circa il doppio delle domande del capoluogo campano. L’Udir ha chiesto intanto chiesto “ai senatori di consentire la pensione anticipata ai dirigenti scolastici. Tra le altre proposte emendative il recupero del valore degli stipendi e la copertura per la rateizzazione dell’intera liquidazione con tassazione all’1,5%- Per il presidente Marcello Pacifico sarebbe giusto ritornare a regime alla pre Fornero o comunque all’età di 63 anni andare in pensione col massimo dei contributi, fermo restando la possibilità, su richiesta, di permanere in servizio come per i magistrati”. Secondo l’Udir, il Governo ha comunque fatto bene a varare Quota 100, ma ora “bisogna sbloccare subito le immissioni in ruolo e per i presidi”.
LE PAROLE DI BONGIORNO
La riforma delle pensioni con Quota 100 potrebbe causare non pochi problemi ai comuni italiani. Secondo l’Adnkronos, a Milano entro il 2021 circa 500 su 15.000 dipendenti comunali approfitterebbero della nuova misura previdenziale. Sommate alle persone che andranno in pensione anticipata o di vecchiaia, si arriva a oltre 1.600 unità in meno. Giulia Bongiorno ha già fatto sapere che il Governo sta valutando “la possibilità di inserire, in sede di conversione parlamentare del ‘decretone’, una disposizione che permetta ai Comuni di effettuare, in situazioni emergenziali, una tempestiva sostituzione del personale in uscita”. In questo modo si eviterebbero problemi nell’erogazioni di servizi importanti per i cittadini e le imprese. Stando a quanto riportato da Askanews, il ministro della Funzione pubblica ha aggiunto che “con quota 100 avremo una pubblica amministrazione più giovane, un ricambio anche generazionale dei dipendenti pubblici e nuove opportunità per implementare negli uffici la digitalizzazione essenziale per una svolta effettiva del Paese”.
RIFORMA PENSIONI, LA POSIZIONE DI ANCE E ANCI
Sono iniziate ieri le audizioni in Senato relative al decreto sulla riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza. L’Ance, secondo quanto riportato da Askanews, ha fatto presente che Quota 100 ha dei requisiti che rendono “assolutamente impraticabile l’accesso agli operai edili, con il perdurare della presenza di lavoratori ‘anziani’ occupati in attività faticose, senza peraltro la possibilità di effettuare l’auspicato ricambio generazionale”. Mediamente, infatti, gli operai edili riescono a cumulare 26-28 anni di contributi, praticamente dieci in meno di quelli richiesti da Quota 100. L’Associazione nazionale costruttori edili segnala che sarebbe “indispensabile provvedere a una specifica normativa per la categoria degli operai del settore dell’edilizia che tenga conto anche delle novità introdotte dai contratti collettivi del comparto”. In questo senso è “urgente un intervento normativo e un tavolo di confronto con il ministero del Lavoro e l’Inps per agevolare il percorso di prepensionamento degli operai del settore”.
L’Associazione nazionale dei comuni italiani segnala invece un problema opposto. Quota 100, infatti, porterà a “un esodo nei Comuni, essendo certo che è elevato il dato medio anagrafico, questo ci fa stimare un esodo di 50mila dipendenti del sistema dei Comuni nel corso dei prossimi 12-18 mesi”. Secondo quanto riportato da Radiocor, i rappresentanti dell’Anci hanno fatto quindi presente che la situazione che verrebbe a determinarsi non consentirebbe di “avere personale da dedicare all’istruttoria che dovranno fare i Comuni per l’emissione del Reddito di cittadinanza”.