LA RIFORMA DELLE PENSIONI DEI SINDACALISTI
I sindacati sono oggi in piazza a Roma per protestare contro la manovra del Governo. Ad alcuni osservatori non è sfuggito che il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, abbia recentemente annunciato delle misure di riforma delle pensioni dei sindacalisti. Difficile però pensare che Cgil, Cisl e Uil si siano mobilitate per via di questo annuncio. Nel frattempo sul tema è intervenuta Giorgia Meloni, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Bene le parole Di Maio sulle pensioni d’oro degli ex sindacalisti ma il taglio non basta: il ministro e il governo dicano come intendono dare seguito all’ordine del giorno di FdI approvato in Parlamento per sottoporre i sindacati alle stesse verifiche previste per i partiti e le fondazioni. Su questo tema Fratelli d’Italia chiederà l’istituzione di una commissione di inchiesta che possa fare luce sulle attività sindacali e sul rispetto di quanto previsto dalla Costituzione”. Il tema sembra piuttosto caldo e sarà interessante vedere quali saranno le mosse di Di Maio nei prossimi giorni.
QUOTA 100, PIÙ DI 32.000 DOMANDE ALL’INPS
La riforma delle pensioni con Quota 100 sembra incontrare il favore degli italiani, visto che ormai sono più di 32.000 le domande inoltrate all’Inps. Tra le regioni del Sud da cui provengono in maggioranza c’è la Calabria. E Domenico Furgiuele, deputato calabrese della Lega, in una nota evidenzia che i dati sulle domande presentate per Quota 100 “incrociano le aspettative e la domanda fortissima di giustizia sociale di tantissime migliaia di lavoratori seviziati per anni dalla crudeltà tecnocratica di quell’infelice impianto legislativo, la legge Fornero, partorito dal pessimo governo Monti e sostenuto dai successivi esecutivi di centrosinistra che non hanno mai avuto il coraggio di fronteggiarne l’iniquità”. La Lega, che ha sempre radicalmente contrastato certe misure, fece suo, in assoluta solitudine, la battaglia contro la Fornero promettendo che appena fosse andata al governo l’avrebbe cambiata. E così è stato, così è: bye bye Fornero, simbolo di una politica arrogante e totalmente sorda ai bisogni dei lavoratori”, ha aggiunto Furgiuele.
LA BEFFA DI UNA NORMA SALVA-ESODATI
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il Governo sta pensando a una modifica del decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 per andare incontro agli esodati. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e i tecnici dell’esecutivo stanno in particolare di far accedere alla pace contributiva chi “ha patito un’interruzione del rapporto di lavoro prima della fine del 2011, ed è in disoccupazione”, in modo da poter – tramite il versamento di quello che viene definito “un modesto contributo fisso” – aumentare la propria anzianità contributiva e accedere alle varie forme di pensionamento, tra cui Quota 100. Secondo il quotidiano di Confindustria, tale misura vedrebbe tra i potenziali beneficiari “almeno una parte dei circa 6mila lavoratori che, secondo dati degli stessi esodati, sarebbero rimasti esclusi dalle 8 salvaguardie”. Il che confermerebbe quindi le intenzioni del Governo a non procedere a una nona salvaguardia. Tuttavia, a parte la discutibile decisione di far pagare chi si trova da tempo in un “limbo” certo non in condizioni agiate l’accesso alla pensione, cosa ne sarebbe poi degli altri esodati esclusi dalle otto salvaguardie? Continuerebbero a restare tali anche per tutto il 2019?
LE PAROLE DI PEDRETTI
Anche lo Spi-Cgil si prepara a scendere in piazza domani per protestare contro la manovra del Governo, compresa la riforma delle pensioni con Quota 100. In un video pubblicato sul suo profilo Facebook, il Segretario generale Ivan Pedretti ha detto: “Ci hanno spiegato che volevano abolire la legge Fornero ma non l’hanno fatto. Quota 100 darà sì una risposta ai lavoratori, ma finirà per discriminarli. Restano fuori quelli del Sud, non c’è nulla per le donne e non c’è assolutamente niente per i giovani. Ai pensionati invece hanno tagliato la rivalutazione delle pensioni prendendo 3,5 miliardi di euro dalle loro tasche”. “Chiediamo alla politica delle risposte vere, non dei semplici slogan, perché la manovra economica presentata dal Governo non risolve i problemi”, ha aggiunto il sindacalista, secondo cui “le misure messe in campo hanno un sapore ancora molto elettorale. Riteniamo sbagliato che il Governo non apra un confronto. Il sindacato fa il suo mestiere, torna in piazza e contesta la manovra perché ingiusta e insufficiente”.
RIFORMA PENSIONI, I NUMERI SUGLI ESODATI
Le domande all’Inps per utilizzare la riforma delle pensioni con Quota 100 sono ormai prossime alla soglia di 30.000 unità. Per il momento, la maggioranza delle richieste arriva da lavoratori del comparto privato, ma sono circa 9.000 quelle dei dipendenti pubblici. Resta il fatto che questa nuova forma di pensionamento non aiuta gli esodati ancora privi di salvaguardia, specialmente se donne. Lo ha messo in rilievo Roberta Bottaro, una delle esodate escluse, durante la trasmissione L’aria che tira in onda ieri su La 7, ricordando che è praticamente impossibile riuscire a raggiungere il traguardo dei 38 anni di contributi necessari ad accedere a Quota 100. La soluzione non può che essere una nona salvaguardia, che possa accogliere i circa 6.000 esodati ancora esclusi.
Tuttavia sembra che il Governo non voglia muoversi in questa direzione, anche perché il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha spiegato che secondo l’Inps non ci sono ancora esodati. Eppure, come ha ricordato Bottaro, a un’interrogazione parlamentare promossa da Walter Rizzetto nel 2017, l’Inps aveva spiegato che c’erano circa 3.000 donne esodate. Dunque qualcosa non torna in quanto è stato riportato da Durigon. Ospite della trasmissione, Gianni Trovati, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha fatto presente che il Governo ha stanziato 20 miliardi nei prossimi tre anni per la riforma delle pensioni. Una cifra importante, una piccolissima parte della quale poteva benissimo essere destinate a sanare una volta per tutte l’ingiustizia di cui sono vittime gli esodati esclusi.