MARATTIN CONTRO LA LEGA

Luigi Marattin, intervistato da fanpage.it, commenta la riforma delle pensioni con Quota 100, evidenziando che al di là degli annunci la “legge Fornero rimane inalterata”. Dal suo punto di vista, poi, “la finestra è ingiusta perché sarebbe giusto mantenerla solo per i lavori gravosi e usuranti. Darla a tutti i lavoratori è ingiusto in un sistema come il nostro, gravato per l’accumulo di un grosso debito causato dalle baby pensioni”. Il deputo del Partito democratico, inoltre, evidenzia come il blocco parziale delle indicizzazioni delle pensioni rappresenti “un mancato aumento, proprio la misura su cui la Fornero si mise a piangere. L’Ironia è che la Lega ha pubblicato le foto di lei piangente, attaccando quella misura, e ora ha rifatto la stessa cosa, il blocco delle indicizzazioni. Questa è incoerenza”. Certo, chiarisce Marattin, nessuno avrà “soldi in meno rispetto al 2018, ma è una misura che va sul conto del governo per l’incoerenza”. Se però si continuerà a rimandare l’entrata in vigore della misura, considerando che poi bisognerà recuperare gli arretrati, il rischio è di ricevere per metà anno assegni di importo più basso rispetto al 2018.



QUOTA 100 PROMOSSA DALLA CONFIMI

Stefano Buffagni ha condiviso sulla sua pagina Facebook un video che riprende una parte dell’intervento di Paolo Agnelli, ospite della trasmissione PiazzaPulita. L’industriale, che è Presidente della Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana, parlando della riforma delle pensioni, ha salutato con favore il varo di Quota 100, video che può consentire un importante ricambio generazionale nelle imprese. «Quello che vedete nel video è Paolo Agnelli, una vita di esperienza d’impresa Presidente di Confimi, una confederazione che raggruppa 40 mila imprese per 500 mila dipendenti. Ecco cosa dice: “Quota 100? Abbiamo fatto un’indagine tra le nostre iscritte e la sostituzione arriva intorno al 90%, è facile da capire, siamo PMI”. Anche per questo Quota 100 era uno dei nostri 20 punti per la qualità della vita degli italiani. Perché non solo permette di mandare finalmente in pensione chi ha lavorato una vita e si è visto spostare in avanti l’età pensionabile, ma permette anche di liberare centinaia di migliaia di posti di lavoro per i giovani», sono le parole scritte dal sottosegretario agli Affari regionali appartenente al Movimento 5 Stelle.



NESSUN INTERVENTO SUI SINDACALISTI

Il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 è approdata in aula alla Camera e non è stata inserita la promessa norma relativa ai sindacalisti. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, non è da escludere che la mancata revisione del conteggio dei contributi figurativi negli anni di aspettativa per attività sindacale e il progressivo ricalcolo contributivo per i sindacalisti già in pensione non siano entranti nel testo del decreto per evitare frizioni con Cgil, Cisl e Uil con cui Luigi Di Maio ha da poco riaperto un confronto. Inoltre, spiega il quotidiano di Confindustria, non ha avuto esito positivo la proposta della Lega di far sì che all’Inpgi, l’ente previdenziale dei giornalisti, si debbano iscrivere dal 2020 tutti gli operatori della comunicazione, cosa avrebbe sicuramente portato ossigeno alle casse dell’Inpgi che, complice anche la crisi del settore, non attraversano un buon momento. Non è però da escludere che entrambe le misure possano essere recuperate per la prossima Legge di bilancio in autunno.



SALTATI EMENDAMENTI SU ESODATI

Ora che il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 è passato all’esame dell’aula alla Camera si possono notare alcune “assenze”. Per esempio, l’annunciato emendamento relativo agli esodati da parte del Governo non è stato alla fine inserito nel testo. Come riporta Il Sole 24 Ore, “i tecnici del governo avevano preparato un emendamento da presentare in commissione Lavoro alla Camera che, con un riscatto a forfait di 2.620 euro per ogni anno di mancata contribuzione fino a un periodo massimo di otto annualità, avrebbe consentito a poco più di 1.300 lavoratori ‘esodati’ di accedere alla pensione anticipata con ‘quota 100’ o con Opzione donna. Ma la coperta corta delle coperture non ha consentito di dare il via all’intervento”. Il quotidiano di Confindustria specifica anche che “in Commissione non sono neppure passate le proposte della Lega che puntavano a garantire un accesso all’Ape sociale a un certo numero di ‘esodati’”. Non viene però ricordato che esistevano emendamenti sulla nona salvaguardia per tutti i 6.000 esodati esclusi, che sono stati però bocciati.

TRIPIEDI: NOVITÀ SUL CUMULO GRATUITO

Sulla sua pagina Facebook, Davide Tripiedi ha espresso soddisfazione per l’approvazione, da parte delle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, del decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza con alcune modifiche. Il deputato del Movimento 5 Stelle ha elencato i punti principali del provvedimento, citando anche il “cumulo gratuito”, del quale scrive: “Ci sarà la possibilità di ricorrere al cumulo gratuito volto a consentire ai beneficiari il conseguimento di un’unica pensione cumulando i periodi assicurativi non coincidenti posseduti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria, a condizione che non si sia già titolari di trattamento pensionistico”. Si tratta ora di capire cosa ci sia di diverso nel decreto rispetto a quanto già previsto sulla materia. Non sembra però che sia stata sanata la discriminazione che non ha consentito di utilizzare il cumulo contributivo gratuito per accedere a Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati.

RIFORMA PENSIONI, SCONTRO IN SICILIA SUI VITALIZI

Se a livello nazionale si continua a discutere della riforma delle pensioni con Quota 100 e dei suoi effetti positivi o negativi a seconda da quale angolazione li si guarda, in Sicilia l’attenzione sembra essere concentrata sui vitalizi degli ex deputati regionali. Gianfranco Micciché, infatti, si è già espresso contro una norma sul modello di quella approvata per i parlamentari nazionali, spiegando che ci sarebbero persone, già in età avanzata, che si vedrebbero ridotto di molto l’importo del loro assegno. Ma Giancarlo Cancelleri ritiene che il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana dovrebbe dire chiaramente che gli ex deputati hanno anche pensioni legate alla loro attività lavorativa e quindi non cadrebbero certo in povertà.

“Se uno che oggi prende seimila euro, vede ridotto il proprio vitalizio fino a mille euro, vuol dire che dentro l’Ars non ha passato molto tempo. Questo significa quindi che riceve altri vitalizi o è che ha avuto tanto tempo per lavorare e avere una pensione propria”, chiarisce il vicepresidente dell’Ars. “Il tema è uno: a livello nazionale Stato e Regioni stanno cercando di trovare un metodo univoco per intervenire in tutta Italia. Ma bisognerà partire comunque da un punto: il ricalcolo dei vitalizi su base contributiva”, senza dimenticare che “entro la fine di aprile le Regioni dovranno fare questi tagli. E non potranno essere tagli lineari, ma bisognerà ricalcolare il vitalizio”, sono le parole di Cancelleri riportate da livesicilia.it. Vedremo quindi se le pressioni di M5s su Micciché avranno effetto o meno.