POSTA LA FIDUCIA SUL DECRETONE

Il Governo ha posto la fiducia sul decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza. Nel tardo pomeriggio inizieranno le votazioni in aula alla Camera. Elena Carnevali, deputata del Partito democratico, segnala che “anche sulle pensioni di cittadinanza la montagna della propaganda gialloverde, alla prova dei fatti, ha partorito un penoso topolino: sull’importo totale di risorse stanziate nell’arco del 2019 per reddito di cittadinanza quelle destinate alle pensioni di cittadinanza rappresentano un misero 5,75%”. Il che, tradotto in euro, significa “poco più di 350 milioni da distribuire all’interno di una potenziale platea di milioni di pensionati. Siamo insomma davanti all’ennesima presa di giro. Ancora una volta Lega e M5S si sono dimostrati vittime della loro propaganda. Dopo aver promesso l’impossibile in campagna elettorale, alla prova dei fatti, la realtà ha drasticamente ridimensionato i proclami della maggioranza”. “A pagare le conseguenze di questo misto di cinismo e approssimazione, saranno purtroppo i pensionati che si metteranno in coda ai Caf per scoprire poi di essere esclusi”, sono ancora le parole di Carnevali riportate dall’Agenzia giornalistica il Velino.



I DIFETTI DI QUOTA 100

In una nota Fabio Marante, Segretario generale della Fillea-Cgil Liguria e Anna Giacobbe, Segretaria generale dello Spi-Cgil Liguria, parlano di riforma delle pensioni, segnalando come tra le tante domande presentate per Quota 100 ci siano tanti dipendenti pubblici e poche donne, “in quanto hanno carriere spesso discontinue dovute in prevalenza al lavoro di cura o alla loro maggiore precarietà lavorativa. Questo è solo uno degli aspetti che il sindacato chiede di andare a migliorare”. I due sindacalisti evidenziano infatti che le misure pensionistiche approvate “privilegiano le carriere che non hanno avuto interruzioni e agiscono sulle pensioni anticipate, ma non danno alcuna risposta a chi deve attendere la pensione di vecchiaia perché ha contributi insufficienti per accedere a quella anticipata o a Quota 100”. E ricordano anche che “l’Inps ha concentrato personale e attività nella liquidazione delle pensioni con quota 100, per lavoratori che, avendo maturato i requisiti entro dicembre, sono comunque ancora in attività sino a fine mese, per via della ‘finestra’ di tre mesi; pare che, per effetto di questo, il resto delle pratiche siano messe ‘in coda’, a prescindere dalla data di presentazione”.



LA DELUSIONE DEGLI ESODATI

C’è delusione tra gli esodati per il mancato inserimento della nona salvaguardia nel decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100. Il Manifesto riporta le parole di Claudio Ardizio, coordinatore del Comitato esodati: “Non c’è nulla per gli esodati, niente nona salvaguardia e nessuna soluzione con la pace contributiva (il riconoscimento di alcuni anni di contributi come soluzione subordinata ad entrare in Quota 100, ndr) o con Ape sociale per gli esodati, dopo le votazioni il 15 marzo in commissione lavoro, in cui sono stati bocciati tutti gli emendamenti per gli esodati. Il governo non ha mantenuto la promessa di presentare suoi emendamenti per la estensione della pace contributiva e per far accedere all’Ape sociale gli esodati. Lega e M5s hanno ostacolato qualunque soluzione per noi esodati a loro dire per mancanza coperture economiche. Il sottosegretario Durigon più volte in televisione e con dichiarazioni ai giornali lo aveva invece promesso”. C’è da dire, però, che non tutti gli esodati ritenevano positiva la soluzione mediante la pace contributiva ipotizzata dal Governo nelle scorse settimane.



LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon è stato ospite di PoliticaPresse e ha risposto quindi alle domande del direttore dell’agenzia LaPresse Italia, Vittorio Oreggia, e di Antonella Scutiero. Nell’occasione il sottosegretario al Lavoro ha voluto chiarire che Quota 100 e reddito di cittadinanza sono misure già finanziate anche per l’anno prossimo, mentre altre misure facenti parte della riforma delle pensioni, come la proroga dell’Ape social e di Opzione donna, saranno oggetto di una valutazione sulle richieste pervenute prima di deciderne l’eventuale prolungamento. Tuttavia Durigon ha voluto sbilanciarsi dicendo che si prende l’impegno fin da oggi per la proroga di Opzione donna. L’esponente della Lega ha tra le altre cose ricordato che dopo che sarà approvato il Def si potranno anche avere le basi per le prossime azioni di politica economica da parte del Governo, che si concretizzeranno nella Legge di bilancio per il 2020, dove tra le altre cose è plausibile rientrino gli interventi in materia previdenziale, come è del resto accaduto negli anni recenti.

SINDACATI PREPARANO PROTESTA

Circa 700 pensionati aderenti a Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp del Veneto si sono ritrovati ieri alla fiera di Verona per promuovere a livello nazionale una mobilitazione che ha nella sua piattaforma anche un punto riguardante una misura della recente riforma delle pensioni: il blocco parziale delle indicizzazioni. Secondo quanto riportato da veronanetwork.it, i sindacati evidenziano che “sono vent’anni che i pensionati subiscono meccanismi di rivalutazione parziale delle pensioni, con progressiva perdita del loro potere d’acquisto. Nel biennio 2012-2013 c’è stato addirittura un blocco delle indicizzazioni, che aveva penalizzato 420mila pensionati veneti. Nel settembre 2016 abbiamo sottoscritto un accordo col Governo per tornare alla piena rivalutazione, con un meccanismo più equo, a partire dal 1° gennaio 2019. La Legge di Bilancio 2019 ha stracciato questo accordo, introducendo nuovi indici di rivalutazione parziale che in tre anni sottrarranno ai pensionati italiani oltre 3,5 miliardi di euro”. Vedremo quindi quando i pensionati torneranno in piazza a protestare.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BONGIORNO

Giulia Bongiorno parla di “successo” a proposito della prevista adesione di circa 100.000 dipendenti pubblici a Quota 100, la principale novità della riforma delle pensioni, già quest’anno. Intervistata da La Verità, il ministro per la Pubblica amministrazione spiega che ci sarà un importante ricambio generazionale, visto che l’età media nel pubblico impiego è sopra i 50 anni. “La grande trasformazione avverrà quando finalmente tutti i servizi saranno offerti digitalmente, con personale adeguatamente preparato e con giovani già pronti a questo approccio”. Bergamonews ha invece intervistato Mariangelo Cossolini, uno dei più esperti chirurghi italiani, cui ha rivolto anche una domanda relativa a Quota 100, che sembra potrà avere effetti importanti sulla sanità.

“Io ho il dente avvelenato su questa cosa. Sono a quota 107 o 108, credo. Ma so che mi verrà decurtata la pensione per permettere a gente più giovane di me e che ha lavorato meno di andare in pensione prima del sottoscritto. E non mi si parli di lavori usuranti”, ha detto Cossolini, secondo cui ci sono tanti colleghi che andranno in pensione. Difficile, dal suo punto di vista, dire se ci sarà l’esodo di massa di cui si parla. “Rispetto ad altri Paesi gli organici in Italia erano di fatto gonfiati con la scusa di fare svolgere ai medici anche mansioni amministrative. Ora siamo alle prese con una riduzione degli organici. Non è detto che tutti vengano rimpiazzati, ma si possono sempre andare a prendere professionisti dall’estero”, ha aggiunto il chirurgo, secondo cui le norme europee sugli orari di lavoro nel nostro Paese vengono interpretate “in modo molto più restrittivo che in altri paesi”.