OPZIONE DONNA, LO SCONTO DIMINUISCE

Oltre a introdurre Quota 100, la riforma delle pensioni ha varato la proroga di Opzione donna. Anna Giacobbe, in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di Lavoro & Welfare, ricorda che dopo il varo della Legge Fornero, questa misura sperimentale è diventata, nonostante il ricalcolo contributivo dell’assegno che comporta, “una alternativa appetibile alla mancanza di reddito; o anche alla permanenza al lavoro in situazioni in cui la cura di familiari torna ad essere pressante, per non autosufficienza dei genitori o per il baby sitting dei nipotini”. Se però in precedenza con Opzione donna “era possibile anticipare l’uscita per pensionamento fino a quasi sei anni rispetto al primo requisito altrimenti raggiungibile, ossia la pensione anticipata”, con la proroga le cose vanno diversamente, visto che con Quota 100 l’età pensionabile è stata “abbassata” a 62 anni. Quindi, l’anticipo con Opzione donna si riduce “a un massimo di 3 anni (compresi i 12 mesi utili per la decorrenza)”. Secondo l’ex senatrice dem, quindi, “rispetto alla precedente impostazione, questo meccanismo abbatte il maggior onere per le casse dello Stato per quasi il 50%, in quanto parte delle lavoratrici aventi diritto possono usufruire del canale quota 100 con conseguente trasferimento del relativo onere”.



23.000 MEDICI IN MENO NEL SSN

La riforma delle pensioni rischia di avere un forte impatto sul Servizio sanitario nazionale. Il sindacato medici dirigenti Anaao-Assomed stima infatti che entro il 2021, a causa anche di Quota 100, saranno circa 23.000 i medici che lasceranno il lavoro. Nello specifico, sono circa 5.000, sui quasi 20.000 che ne avrebbero diritto, quelli che si stima che utilizzeranno Quota 100, mentre altri 18.000 circa matureranno comunque i requisiti previgenti a quelli della riforma. L’Ansa riporta in questo senso l’allarme di Carlo Palermo, Segretario nazionale Anaao-Assomed, il quale ricorda che oggi i medici in servizio nel sistema pubblico sono circa 105.000 “e se nei prossimi 3 anni si creasse un buco di 23mila camici bianchi, ciò porterebbe ad una pesante riduzione dei servizi per i cittadini”. Questo perché la sanità italiana, spiega il sindacalista, è già in una situazione di difficoltà, che sarebbe aggravata da Quota 100, “poiché potrebbe determinare un incremento del 20% in più delle uscite rispetto a quelle preventivate”. Dal suo punto di vista, quindi, “è quanto mai urgente che il governo proceda ad una campagna di assunzioni e concorsi nella Sanità”.



DE LUCA: AVREMO PROBLEMI CON QUOTA 100

La riforma delle pensioni con Quota 100 continua a far discutere. Il Movimento 5 Stelle ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post che riporta in una foto gli stipendi dei principali rappresentanti della Commissione europea, accompagnata da queste parole: “Con Quota 100 i nonni potranno finalmente fare i nonni e si libereranno migliaia di posti di lavoro per i nostri giovani. Ma per gli euroburocrati questo Governo doveva tenere in vita la Riforma Fornero! Manifestano “timori” per il reddito di cittadinanza ma approvavano Job’s Act e precarizzazione selvaggia del mondo del lavoro. Facile puntare il dito quando si hanno le tasche piene! Mandiamo a casa questi euroburocrati con i loro stipendi d’oro!”. Ilroma.net riporta invece le parole di Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, pronunciate alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario del Tar Campania: “Avremo problemi con quota 100 e reddito di cittadinanza. Era davvero tanto difficile prevedere che, se mantieni bloccato il turnover nella pubblica amministrazione e consenti il prepensionamento di centinaia di dirigenti metti in ginocchio gli enti locali e tanti livelli istituzionali?”.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon, durante un incontro di presentazione a Roma del libro “Tutti contro Salvini”, scritto dal giornalista Pietro De Leo, ha raccontato di come il leader leghista abbia “dato grande energia su ogni dossier, su quota 100 ha sempre mantenuto la barra dritta, io ho fatto il resto, investito di grande responsabilità ho cercato di capire, ho parlato con Boeri, con altri economisti, che mi dicevano ‘è una pazzia’, ‘delitto dell’Inps’, ‘delitto della previdenza’, avevamo tanti contro”. Secondo quanto riporta Adnkronos, il sottosegretario al Lavoro ha evidenziato che “è stata una battaglia, ma c’era sempre Salvini che mi spingeva avanti, che puntava a portare a casa la riforma delle pensioni”.

“Non si sente più parlare di quota cento, ora stanno tutti zitti, questo perché, in un solo mese sono già arrivate 75mila domande, c’è stata una comunicazione devastante su questa norma, ma gli italiani sono andati al patronato e hanno aderito, senza dirlo alla moglie che andavano in pensione”, ha poi aggiunto. Durigon ha anche parlato delle critiche ricevute circa l’impossibilità di avere un nuovo occupato per ogni persone che andrà in pensione. “Queste persone che escono, queste 75mila che stavano dando alle aziende, erano però sfruttate, di certo erano demotivate”, quindi sarebbe meglio parlare “non di un rapporto uno a uno, ma di -1 a 0,4%”, quindi con un saldo positivo “reale”. “Matteo ci ha detto, ‘abbiamo portato a casa quota 100, l’immigrazione è finita, sono battaglie vinte’, ora l’obiettivo è lo sviluppo e il taglio delle tasse e stiamo già lavorando alla nuova riforma del fisco”, ha detto ancora Durigon.