DI MAIO CONVOCA I SINDACATI

Luigi Di Maio ha deciso di convocare i sindacati per un incontro che si terrà mercoledì 13 marzo alle 15:30 e che tratterà anche il tema della riforma delle pensioni. Ieri, in occasione dell’audizione in commissione alla Camera sul cosiddetto decretone, Roberto Ghiselli ha spiegato che Quota 100 rappresenta “un’ulteriore opportunità per favorire una flessibilità in uscita dal lavoro rispetto ai vincoli a nostro avviso penalizzanti costituiti dalla Legge Monti Fornero”, ma che “questo provvedimento, anche per il suo carattere temporaneo e sperimentale, non potrà essere utilizzato, o lo sarà solo in parte limitata, dalla più vasta platea dei lavoratori e delle lavoratrici”. Il Segretario confederale della Cgil ha detto che ciò riguarda in particolare “coloro che hanno avuto carriere discontinue, ad iniziare dalle donne (già le prime richieste evidenziano che solo ¼ delle stesse sono state presentate da donne), o chi ha operato in settori particolarmente caratterizzati da stagionalità o appalti (come l’agricoltura, l’edilizia o il turismo) o dove è presente un’alta mobilità professionale, come nelle piccole imprese”.



PIÙ DI 80.000 DOMANDE PER QUOTA 100

Le domande presentate all’Inps per accedere a Quota 100 hanno superato quota 80.000 unità. Lo stesso Istituto nazionale di previdenza sociale ha fatto sapere che più di 30.000 richieste arrivano da dipendenti pubblici e si può quindi ben comprendere l’allerta che Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato oggi durante l’audizione sul decreto relativo alla riforma delle pensioni e al reddito di cittadinanza alla Camera. Secondo i sindacati, infatti, è certamente vero che ci sono degli emendamenti al decreto che vengono incontro all’esigenza di anticipare le procedure necessarie a predisporre i bandi di concorso nella Pa in modo di poter accelerare le assunzioni, ma è altrettanto vero che ci sono “troppi vincoli sulla spesa che, a fronte del pensionamento di decine di migliaia di dipendenti, rischiano di compromettere la garanzia di servizi essenziali”. Delle oltre 80.000 domande presentate, solo 22.000 arrivano da donne, segno che per loro è difficile riuscire ad arrivare, come più volte segnalato, a raggiungere i 38 anni di contributi richiesti per accedere a Quota 100.



IL PART-TIME CON STAFFETTA NELLA SCUOLA

Rino Di Meglio, Segretario generale della Confederazione generale sindacale (Cgs), ha rilanciato una proposta in materia di riforma delle pensioni riguardante il settore della scuola. “Bisognerebbe concedere la possibilità di cumulare metà pensione e part time a tutti i docenti che si trovano nell’arco dei cinque anni dal raggiungimento del requisito pensionistico. Un’altra valida opzione, che non comporterebbe alcun onere aggiuntivo per lo Stato, rimane quella del dimezzamento delle ore di servizio degli insegnanti per consentire loro di fare attività di tutoraggio ai colleghi più giovani”. Dal suo punto di vista, infatti, “nei comparti del pubblico impiego c’è bisogno di giovani. Occorre che lo svecchiamento della Pa non rimanga solo una buona intenzione ma si traduca nei fatti”. Orizzontescuola.it riporta altre dichiarazioni del sindacalista, secondo cui “non è più ammissibile l’assenza di dialogo tra Inps e amministrazioni pubbliche, un malfunzionamento che colpisce soprattutto i precari e impedisce la creazione di una banca dati aggiornata con i contributi versati dai lavoratori”.



VICINA LA CIRCOLARE SU PACE CONTRIBUTIVA

Manca poco alla pubblicazione della circolare attuativa relativa alla pace contributiva. Lo segnala Il Sole 24 Ore, ricordando che durante il passaggio al Senato del decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 è stata alzata fino a dieci anni la rateizzazione per gli importi che si andrebbero a versare per coprire alcuni periodi contributivi, purché successivi al 31 dicembre 1995, scoperti. Il quotidiano di Confindustria ricorda che si potranno riscattare al massimo cinque anni di contribuzione, cui aggiungerei gli eventuali anni di studio per il conseguimento della laurea. Si potrà anche contare su un’agevolazione fiscale tramite detrazione Irpef pari al 50%. Secondo le stime del Governo, dovrebbero essere circa 10.500 i lavoratori pronti a sfruttare la pace contributiva entro il 2021. Non è detto però che riescano a utilizzare gli anni riscattati per accedere subito a Quota 100 o a un altro canale di pensionamento. Tuttavia non mancherà chi potrà avvicinare il traguardo pensionistico, magari di qualche anno.

I TIMORI TRA IL PERSONALE DELLA SCUOLA

C’è allarme tra i sindacati riguardo la riforma delle pensioni con Quota 100 nel mondo della scuola. Repubblica chiarisce però che la preoccupazione concerne “l’eventualità che le 18-19 mila domande arrivate entro la scadenza del 28 febbraio da questo comparto – su 30 mila di statali (in totale 78 mila fino all’1 marzo) – per anticipare la pensione con almeno 62 anni e 38 di contributi non siano esaminate in tempo dall’Inps. E che dunque insegnanti, amministrativi, tecnici e ausiliari possano saltare l’unica finestra d’uscita a loro disposizione, quella del primo settembre prossimo. E, pur avendo i requisiti quest’anno, di fatto pensionarsi solo nel settembre del 2020. Intrappolati dalla burocrazia”. Pare che il problema in questo senso maggiore sia dovuto al fatto che con la fusione di Indap in Inps non tutta la storia contributiva dei lavoratori è stata trasferita. Quindi c’è chi si ritrova senza i contributi versanti negli anni -80-’90 e precedenti, per recuperare i quali “bisognerà ricorrere ai provveditorati o alle singole scuole. Senza, l’Inps non potrà accertare il possesso dei requisiti. E sarà costretta a respingere la domanda di pensionamento anticipato”.

RIFORMA PENSIONI, IL POST DI DURIGON

Claudio Durigon ieri ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook per annunciare che il Governo, dopo aver varato una riforma delle pensioni che oltre a Quota 100 prevede la proroga di Opzione donna, si impegnerà a far sì che questo canale di pensionamento anticipato dedicato alle donne possa essere ulteriormente prorogato anche nel 2020, “valutandone la possibilità di renderlo strutturale”. Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione donna social, ha commentato tale post chiedendo al sottosegretario al Lavoro di varare “una proposta di legge ad hoc, che sancisca termini e contenuti in attesa del reperimento delle risorse. Così, con un atto formale, si sottoscriverebbe la fondatezza ed il reale intendimento del vostro proponimento”.

In un ulteriore commento, arrivato dopo una risposta di Durigon, Armiliato ha voluto ricordare al sottosegretario che Quota 100 è una misura penalizzante per le donne e che oltretutto l’anticipo sulla liquidazione per i dipendenti pubblici non viene erogato per chi opta per Opzione donna. Anche Elide Alboni, del Comitato esodati licenziati e cessati, ha commentato il post di Durigon, ricordandogli la situazione dei circa 6.000 esodati ancora esclusi dalle otto salvaguardie finora varate, che non possono certo esprimere lo stesso suo entusiasmo per quanto fatto dall’esecutivo in materia previdenziale. Anche perché nel programma elettorale della Lega, partito a cui Durigon appartiene, si parlava del varo della nona salvaguardia, che ora invece non si vuole esplicitamente approvare.