LA CONVENIENZA DI QUOTA 100
Nel corso dell’audizione in commissione Lavoro alla Camera, dove si sta esaminando il decreto relativo alla riforma delle pensioni e al reddito di cittadinanza, il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio Alberto Zanardi ha spiegato che se tutti gli aventi diritto utilizzassero Quota 100, “il maggior numero di pensioni a fine anno aumenterebbe di circa il 22,8% nel 2019, del 14,7% nel 2020 e del 13% nel 2021, mentre si dovrebbe mettere in conto un ulteriore aumento di spesa del 14,2% nel 2019, del 19,4% nel 2020 e del 13,9% nel 2021”. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, Zanardi ha evidenziato che “tenendo conto che l’anticipo della pensione riduce la rata ma aumenta il numero degli anni di fruizione, quota 100 risulterà conveniente per gran parte di coloro che matureranno i requisiti nel 2019, soprattutto se rientrano nel calcolo retributivo e hanno un tasso di sconto inter-temporale superiore al 3%”. Inoltre, “nel breve periodo la contrazione dell’occupazione delle coorti più anziane che sarà prodotta da quota 100 potrebbe favorire un moderato ricambio generazionale, soprattutto nel settore pubblico”.
RISCHIO ESODATI DA QUOTA 100
All’Inps sono arrivate più di 80.000 domande per accedere a Quota 100, la novità principale della riforma delle pensioni. Ma Gabriella Di Michele, Direttore generale dell’Istituto, durante l’audizione alla commissione Lavoro della Camera sul decretone ha voluto precisare che anche se il numero sembra alto è di fatto “in linea con le nostre previsioni”, visto che c’erano molte persone già in possesso dei requisiti richiesti al 31 dicembre 2018. Di Michele ha fatto anche sapere che ci saranno altri picchi di domande ad agosto, per il settore pubblico, e a settembre, per la scuola. Il Commissario dell’Inps, Pasquale Tridico, secondo quanto riporta Lapresse, ha aggiunto di ritenere che Quota 100 sia una misura equa e ben distribuita sul territorio. La Fondazione studi consulenti del lavoro, rispondendo a un quesito di un lettore del sito di Repubblica, ha intanto ricordato che se un lavoratore pubblico, volendo presentare domanda per Quota 100, dovesse presentare le dimissioni, ma poi il decreto non venisse convertito in legge, si ritroverebbe in una situazione simile a quella degli esodati, perché avrebbero perso il posto di lavoro e l’accesso alla pensione.
QUOTA 100, IL PROBLEMA PER GLI ENTI LOCALI
Il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza è ancora all’esame della Camera e durante l’audizione in commissione Lavoro, l’Unione delle province italiane ha chiesto che “tutti i provvedimenti attuativi siano sottoposti all’esame della Conferenza unificata in modo da coinvolgere tutto il sistema delle autonomie territoriali, Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”. Secondo quanto riportato dall’agenzia Dire, l’Upi ha fatto presente che occorrerebbe un turnover pieno al 100%, senza vincoli finanziari, per tutte le province che vedranno i loro dipendenti accedere a Quota 100. Che la novità previdenziale possa creare qualche problema agli enti locali l’ha ribadito anche Walter Rizzetto, che in un’intervista a Radio Radicale ha detto di aver parlato con alcuni sindaci che sanno di andare incontro a un periodo difficile visto che perderanno dei lavoratori, ma non potranno fare nuove assunzioni. Un problema, ha evidenziato il deputato di Fratelli d’Italia, che forse il Governo non sta pienamente valutando per trovare un’adeguata soluzione.
ACCERTAMENTI INPS SUI PENSIONATI ALL’ESTERO
Mentre la Legge di bilancio, oltre alla riforma delle pensioni con Quota 100, ha previsto anche una flat tax del 7% che riguarda anche i pensionati che, residenti all’estero da almeno 5 anni, decidono di trasferirsi in piccoli comuni di alcune regioni del centro-sud, ratio.it ricorda che “è partita la nuova fase di accertamento Inps sull’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero, affidata a Citibank”. C’è da tenere presente che, “oltre ai beneficiari di pensioni di nuova liquidazione, l’indagine riguarda anche anche i soggetti che si sono successivamente trasferiti in Paesi già oggetto di controllo”. Le attestazioni dovranno essere trasmesse a Citibank entro il 15 giugno e chi non rispetterà la scadenza dovrà ritirare la pensione di luglio “in contanti nelle agenzie Western Union del Paese di residenza”. In caso di mancata riscossione entro il 19 luglio, “il pagamento della pensione sarà sospeso a partire dalla rata di agosto”. Va anche detto che “nei casi in cui non sia possibile disporre il pagamento nelle agenzie Western Union del Paese di residenza, i pagamenti delle pensioni intestate a soggetti che non avranno prodotto la prova di esistenza in vita entro il 15.06 saranno sospesi dalla rata di luglio”.
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE SINDACALI
Cgil, Cisl e Uil hanno consegnato una memoria unitaria in occasione delle audizioni in commissione alla Camera sul decreto riguardante la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza. Con riferimento a Quota 100, i sindacati scrivono che l’alto numero di domande finora presentate conferma che la misura “viene percepita dai lavoratori come una possibilità ulteriore verso un accesso più flessibile alla pensione ma ciò non è sufficiente perché i dati diramati dall’Inps dimostrano chiaramente che questa forma di flessibilità non è in grado di rispondere in modo omogeneo alle esigenze di molti lavoratori e lavoratrici. In particolare, rispetto al totale delle domande, poco più di un quarto sono state presentate da donne”. Dunque Cgil, Cisl e Uil “chiedono che per le lavoratrici sia intanto riconosciuta una riduzione contributiva, almeno in presenza di figli, come previsto per l’Ape sociale”.
Le confederazioni segnalano anche che il meccanismo delle finestre è penalizzante, soprattutto per i dipendenti pubblici e “confermano, inoltre, l’importanza di introdurre la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età”. Dal loro punto di vista, poi, l’Ape social andrebbe “prorogata fino al 2021, allineandola alla sperimentazione di ‘quota 100’, nell’attesa di una riforma più strutturale e organica che superi definitivamente la Riforma Fornero”. Cgil, Cisl e Uil chiedono anche “un intervento definitivamente risolutivo sul tema degli esodati”, l’estensione della proroga di Opzione donna e segnalano come il riconoscimento a fini previdenziali del lavoro di cura sia un aspetto importante per “un sistema previdenziale orientato a rispondere alle esigenze della società del futuro”.