I VANTAGGI PER I GIOVANI SECONDO M5S

“L’approvazione della misura prevista nel Contratto di Governo e fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle (anche se in realtà era nel programma della Lega, ndr) permetterà di produrre effetti positivi non soltanto per i lavoratori che potranno finalmente andare in pensione a 62 anni con 38 di contributi,  ma anche per tutti i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro. Troppo a lungo validi professionisti sono rimasti ai margini per assenza di turnover”. Con queste parole, riportate da estense.com, i parlamentari del Movimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi e Stefania Ascari commentano i dati sulle tante domande per Quota 100 che sono state presentate nelle ultime settimane. I due pentastellati evidenziano anche che “chi andrà in pensione prima di quanto originariamente previsto dalla riforma Fornero non avrà penalizzazioni sull’assegno e darà anche una chance aggiuntiva ai giovani italiani. Ecco un modo efficace per contrastare la fuga dei cervelli di cui ha drammaticamente sofferto il nostro Paese”.



FERMO IL TAGLIO DEI VITALIZI IN SICILIA

Se il Parlamento ha varato la riforma delle pensioni di ex deputati e senatori, in Sicilia Gianfranco Micciché non intende assolutamente toccare i vitalizi degli ex deputati regionali. Secondo quanto riporta l’edizione palermitana di Repubblica, il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana non vuole “assecondare l’odio dei 5 Stelle per chi fatto politica dignitosamente. In Sicilia c’è un ex deputato comunista, una delle persone più belle che questa regione possa annoverare, che vedrebbe il suo assegno ridotto da 6 mila a 600 euro netti. Ma siamo tutti impazziti?”. Micchiché si è detto però disponibile “a studiare un diverso sistema di tagli: se l’Ars la pensa diversamente, mi sfiduci”. Il vice presidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri ha però ricordato che se “entro fine aprile non si procederà alla rimodulazione dei vitalizi sulla base dei contributi effettivamente versati, pagheremo, come disposto dalla legge di stabilità nazionale, un taglio di trasferimenti dallo Stato di 70 milioni di euro. Una vera e propria mazzata per i siciliani a causa dell’ingordigia della politica”.



SPESA IN AUMENTO DI 63 MILIARDI

Secondo un’analisi condotta dal Centro studi di Unimpresa, tra il 2019 e il 2021 la spesa pubblica per le pensioni salirà di quasi 63 miliardi di euro. Non sembra essere tutta colpa dell’ultima riforma delle pensioni. Askanews riporta infatti le parole di Giovanni Ferrara, Presidente di Unimpresa, secondo cui “pesano scelte scellerate degli scorsi decenni, in particolare le cosiddette baby pensioni; ma pesano anche le mancate riforme per la crescita economica, che hanno fermato la dinamica positiva del Pil”. Rispetto a Quota 100, Unimpresa ha qualche perplessità, in particolare “sul fatto che sia capace di incrementare l’occupazione con una sorta di ricambio generazionale: per ora l’unica certezza è il maggior costo a carico della collettività”, aggiunge Ferrara. Dalla ricerca emerge che complessivamente, considerando pensioni e prestazioni sociali, la spesa pubblica pensionistica in Italia salirà di 92,3 miliardi tra il 2019 e il 2021, passando dai 349 miliardi del 2018, ai 390,6 miliardi nel 2021. In rapporto al Pil, la spesa pensionistica arriverà quindi nel 2021 al 15,4%.



RIFORMA PENSIONI, GLI EMENDAMENTI AL DECRETO

Prosegue l’iter parlamentare del decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100, che ora si trova alla Camera. Si punta ancora ad apportare delle modifiche, che porterebbero poi il provvedimento alla terza lettura finale in Senato. Come spiega pensionioggi.it, la Lega vorrebbe fare in modo che il riscatto agevolato della laurea possa essere usato anche da chi ha più di 45 anni, fermo restando che i periodi contributivi da riscattare dovrebbero essere successivi al 31 dicembre 1995. Ci sarebbe poi l’idea di fare in modo che le donne madri abbiano uno sconto sui requisiti di accesso alla pensione pari a 4 mesi per ogni figlio avuto con un tetto massimo di 12 mesi.

L’agenzia Aise spiega invece che Fucsia Nissoli, deputata di Forza Italia eletta in Centro e Nord America, ha presentato due emendamenti al decreto per fare in modo che anche gli italiani residenti all’estero, dopo sei mesi di residenza continuativa, possano accedere al reddito e alla pensione di cittadinanza, se in possesso dei requisiti richiesti, e perché ci sia la possibilità di riscattare senza costi proibitivi i contributi versati all’estero, fuori dagli accordi bilaterali di sicurezza sociale. Intanto l’Inps, tramite circolare, ha fatto sapere che è già possibile presentare domanda per il riscatto agevolato della laurea, una misura che per il momento resta limitata a chi ha fino a 45 anni di età. Come ricorda Lapresse, possono essere riscattati fino a cinque anni e possono beneficiare del riscatto i soli lavoratori iscritti a forme pensionistiche obbligatorie.