FMI: SERVE RIFORMA DELLE PENSIONI
Il Fondo monetario internazionale si è pronunciato in diverse occasioni sul tema della riforma delle pensioni e di certo non è favorevole a una misura come Quota 100, che mette in discussione la Legge Fornero. Nel nuovo Fiscal monitor, l’istituzione di Washington torna a parlare dell’Italia, in particolare del suo alto debito pubblico, evidenziando come sarebbe necessario operare un aggiustamento graduale di bilancio, in particolare se il costo di rifinanziamento del debito resta alto. Per il Fmi, per ridurre il debito pubblico in modo credibile occorre una riforma delle pensioni, in direzione però opposta rispetto a quella di Quota 100, in modo che si registri una diminuzione della spesa pensionistica, come del resto era successo con la Legge Fornero. Il Fondo monetario non sembra comunque aver apprezzato nemmeno i cambiamenti al sistema pensionistico fatti in Spagna. Tornando all’Italia, il Fmi è tornato a evidenziare la necessità di tassare la ricchezza attraverso un’imposta sulle case di proprietà.
RIFORMA PENSIONI, BARBAGALLO DOPO IL DEF
La riunione degli esecutivi nazionali di Cgil, Cisl e Uil è arrivata dopo il varo del Def da parte del Governo. Carmelo Barbagallo ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti a margine di questa riunione, spiegando in particolare che occorre che l’esecutivo incontri i sindacati per parlare di riforma delle tasse che deve riguardare anche i pensionati. Non c’è quindi solo il fronte aperto riguardante la riforma delle pensioni con Quota 100. “Vogliamo quindi che il Governo ci convochi per discutere seriamente di una diminuzione di tasse ai lavoratori e di un dimezzamento per i pensionati che pagano le tasse più alte in Europa”, ha infatti detto il Segretario generale della Uil secondo quanto riporta Adnkronos, specificando che “servono più risorse per il pubblico impiego, per l’adeguamento delle pensioni e nuove risorse per il rilancio dell’economia e del lavoro”. Dal suo punto di vista si tratta di un rilancio necessario, dato che “sotto il 2 per cento è noto che non si potrà ne pagare i debiti ne rilanciare l’economia. E siamo davvero stanchi di parlare sempre di prefissi telefonici”.
DAMIANO: SFIDARE IL GOVERNO ANCHE SU RIFORMA PENSIONI
Secondo Cesare Damiano, “siamo in una situazione che si avvita su se stessa e nella quale il prevalere degli interessi elettorali a breve dei 5 Stelle e della Lega, ormai divergenti, pregiudica l’efficacia minima dell’azione di Governo”. Dunque è il momento di sfidare l’esecutivo “sui temi sociali ed economici”, compresa la riforma delle pensioni. “Di Maio predica il lavoro stabile e assume i ‘navigator’ in modo precario; Salvini sventola la bandiera di Quota 100 ed esclude i lavoratori dell’edilizia dall’anticipo pensionistico; si annuncia la fine della povertà mentre si taglia una parte dell’indicizzazione delle pensioni degli operai; si innalza la bandiera del salario minimo e si riapre la strada agli appalti al massimo ribasso che portano al lavoro nero; si sbandiera l’equità e si propone la flat tax che avvantaggia i più ricchi. Il tutto in una situazione di stagnazione dell’economia causata dalle scelte dell’esecutivo”, spiega l’ex ministro del Lavoro, secondo cui con la Legge di bilancio si rischia di andare incontro all’attivazione delle clausole di salvaguardia.
CGIL: SERVE RIFORMA DELLE PENSIONI CHE SUPERI LEGGE FORNERO
Occorre una riforma delle pensioni che superi la Legge Fornero. È quanto spiega Daniela Barbaresi, Segretaria generale della Cgil Marche, secondo cui Quota 100 ha lasciato di fatto inalterata la struttura della riforma del 2011. “Infatti, oltre a essere limitata al prossimo triennio, non dà alcuna risposta alla maggior parte del mondo del lavoro e, per questo, occorre una vera riforma del sistema previdenziale che garantisca una reale flessibilità per tutti per l’accesso alla pensione a 62 anni, l’uscita anticipata con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, il riconoscimento ai fini previdenziali del lavoro di cura, soprattutto a carico delle donne, i lavori manuali e gravosi come peraltro sosteniamo con la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil”. Dal suo punto di vista, secondo quanto viene riportato dal sito di Rassegna sindacale, “occorre pensare soprattutto ai più giovani e a tutti coloro che fanno i conti con lavori poveri e discontinui introducendo una pensione di garanzia senza la quale non potrà che esserci un futuro di pensione che non permetterà una vita dignitosa per un’intera generazione che ha conosciuto troppa precarietà”.
IL DEF NON CAMBIA LA RIFORMA DELLE PENSIONI
Il Governo ha approvato ieri il Def e, secondo quanto riportato dall’Ansa, Matteo Salvini ha dichiarato che “la flat tax si farà, nel documento se ne parla in due passaggi. Non si torna indietro su quota 100, nessun aumento dell’Iva”. Dunque nessuna marcia indietro sulla riforma delle pensioni, anche se, da quanto emerge dalle tabelle allegate al Documento di economia e finanza, si riconosce che Quota 100 avrà di fatto un impatto nullo sulla crescita del Pil sia quest’anno che il prossimo, portando solo a un aumento dello 0,1% nel 2021. Secondo Renato Brunetta, intervistato da il Dubbio, “bisognerebbe subito cancellare con un tratto di penna sia il reddito di cittadinanza che quota 100. Poi, coi 15 miliardi che si recuperano, si dovrebbe iniziare un percorso per ridurre le tasse e investire nella crescita”. Elsa Fornero è stata invece protagonista di una gaffe durante la puntata della trasmissione diMartedì di ieri sera. Chiamata a esprimersi su reddito di cittadinanza e Quota 100, ha detto di poter difendere in linea di principio la seconda, correggendosi però subito dopo, spiegando che intendeva in realtà riferirsi al reddito di cittadinanza.
RIFORMA PENSIONI, LA DELUSIONE FIPAC
Il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 è stato convertito in legge, ma il provvedimento non sembra piacere alla Fipac, la Federazione dei pensionati del commercio di Confesercenti. Il Presidente Sergio Ferrari, a margine della Giunta nazionale, ha infatti detto: “Ci aspettavamo da questo Governo provvedimenti più incisivi per i pensionati, sia per quanto concerne la revisione della Legge Fornero, che per le pensioni minime, dove auspicavamo si andasse ad intervenire. Invece, ad un anno di attività dell’Esecutivo, ci ritroviamo ad assistere all’ennesimo taglio della rivalutazione” e “a una platea di beneficiari della Pensione di cittadinanza decisamente ridotta rispetto a quanto si era prospettato: alcune stime parlano oggi di poco più di 100 mila beneficiari, contro i 500 mila annunciati”.
IL MANCATO DIALOGO SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI
Ferrari ha tenuto anche a evidenziare che “i nostri pensionati sono tra quelli che pagano più tasse in assoluto in Europa”, quindi sarebbe stato meglio applicare “uno schema di rivalutazione delle minime: ne avrebbe beneficiato un’ampia rosa di pensionati, quelli che fanno fatica a vivere con il loro assegno”. C’è un altro aspetto che preoccupa il Presidente della Fipac, ovvero “l’assoluta mancanza di dialogo con i rappresentanti del Governo che non solo non hanno risposto alle nostre sollecitazioni, ma che non hanno mai aperto un tavolo di confronto con le Rappresentanze dei pensionati. Riteniamo necessario un cambio di passo, nei contenuti e nel metodo, altrimenti non possiamo escludere una iniziativa di protesta che sarà concordata con le altre Associazioni dei pensionati del lavoro autonomo”.