CONTE “IMPEGNO TRIENNALE SULLA QUOTA 100”
Nella giornata del botta e risposta tra il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini, non poteva mancare la “chiosa” del Premier Giuseppe Conte in merito all’improvvisa (e inaspettata) polemica sulla Quota 100: le Europee si avvicinando e l’impressione è che anche la riforma delle pensioni rientri nella strategia dello “scontro” tra le due forze di maggioranza. Dopo l’affondo di Di Maio e la replica di Salvini, il Presidente del Consiglio prova a mediare tra i propri stessi vice: «i Cinque Stelle non hanno mai proposto di porre fine alla riforma fiscale per le pensioni nel prossimo anno. Non è all’ordine del giorno. Abbiamo preso un impegno su una misure triennale: questa è la decisione che abbiamo preso» ha spiegato Conte a margine del Vinitaly. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI VS M5S “QUOTA 100 NON FINISCE”
Che lo scontro sia alle porte prima delle Europee ormai è chiaro, ma anche sulle pensioni ora la partita tra Lega e M5s si “riaccende”: dopo Di Maio è stata la Castelli oggi a ribadire la sostanziale “temporaneità” della riforma di Quota 100 perché costa troppo e perché decisamente perfettibile. Una critica neanche tanto velata alla Lega, non particolarmente gradita dal leader e diretto interessato Matteo Salvini: il Ministro degli Interni arrivando oggi al Vinitaly di Verona ha spiegato «Quota 100 è l’inizio di un percorso perché l’obiettivo è quota 41. Io mi domando come si possa essere contrari al ricambio generazionale perché quota 100 ha nel suo obiettivo più importante aprire spazi di lavoro stabile per i giovani quindi mi rifiuto di pensare che ci sia qualcuno contro i giovani che iniziano a lavorare». In merito agli scontri aperti nel Governo, ora anche sulla Quota 100, Salvini ha concluso «Da qui al 26 maggio parlerò solo di cose da fare e mi riprometto di non rispondere a nessuna polemica o a nessuna vera o presenta sui quotidiani». (agg. di Niccolò Magnani)
CASTELLI (M5S): “QUOTA 100 TRANSITORIA”
Dopo la “proposta” di Bonomi (Assolombarda) nell’incontro con Di Maio venerdì scorso, ora arrivano le parole in un certo senso che “confermano” l’idea di rendere la riforma di Quota 100 ancora più transitoria di quanto già non lo sia. Secondo il viceministro dell’Economia Laura Castelli (intervenuta a margine dell’evento M5s “Sum” in memoria di Gianroberto Casaleggio a Ivrea) Quota 100 potrebbe essere «una misura passeggera»: il pensionamento scelto dal Governo nel Decretone approvato a fine marzo – che prospetta l’uscita dal lavoro a 62 anni di età e 38 anni di contributi – è una misura varata da Lega e M5s perché sia «misura transitoria che era necessaria ma di cui adesso lo stesso esecutivo vuole valutare gli effetti» ha spiegato la vice di Tria. Non solo, secondo la Castelli, la Quota 100 è del tutto «mialiorabile» visto che si tratta di una misura che «fa un po’ paura ed è migliorabile nelle cifre». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, GLI ESCLUSI DA QUOTA 100
Teresa Bellanova ha un passato nel sindacato e sembra condividere con Cgil, Cisl e Uil il giudizio sulla riforma delle pensioni. Dal suo punto di vista, infatti, “Quota 100 non abolisce la Legge Fornero né la mette in discussione, ha una durata limitata di soli tre anni, per la serie chi si trova si trova, non sostiene né sosterrà quelle categorie di lavoratori e lavoratrici che ne avrebbero avuto più bisogno ad iniziare da chi svolge lavori usuranti e che il testo approvato avanti ieri non contempla assolutamente”. Secondo quanto riporta agenpress.it, la senatrice del Pd evidenzia in particolare che Quota 100, “impiegando enormi risorse in deficit, penalizza le donne, i lavoratori e le lavoratrici prive di regolarità contributiva, i giovani”.
QUOTA 100, RIFORMA DELLE PENSIONI COME LOTTERIA
Dal suo punto di vista è quindi “una ‘lotteria’ della pensione anticipata, premia i fortunati che maturano i requisiti entro gli stretti margini previsti e spinge verso un nuovo ‘scalone’ tutti coloro che ne sono tagliati fuori anche solo per un giorno. L’esatto contrario di un provvedimento universale che stabilisce un principio uguale per tutti”. L’ex viceministra allo Sviluppo economico dice anche di ascoltare già “le voci di moltissime persone che, a conti fatti, scelgono di continuare a lavorare pur avendo oltrepassato la soglia dei 32 anni di attività, e spesso in lavori estremamente duri, per non perdere somme rilevanti, perché anche 2/300 euro al mese, per chi non ha stipendi altissimi, sono importanti. Non solo lavoratori dell’edilizia: persone normali, che con questo provvedimento non avranno niente”.