ODG SU QUOTA 41
Il decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 è stato approvato anche dalla Camera e dunque tornerà al Senato per la definitiva conversione in legge che dovrà avvenire entro il 29 marzo. Nell’aula di Montecitorio Walter Rizzetto ha presentato un ordine del giorno, che è stato approvato, per chiedere, come lo stesso deputato di Fratelli d’Italia scrive sul suo profilo Facebook, di istituire la Quota 41 per i lavoratori precoci. Rizzetto stesso evidenzia che l’ordine del giorno non vincola l’esecutivo a prendere un provvedimento, dunque bisognerà continuare a sollecitarlo a seguire l’indirizzo dato dal Legislatore. Tra le misure inserite nel decreto c’è anche la possibilità, per il ministero dei Beni culturali, di reclutare nuovo personale anche in deroga alla procedura di mobilità volontaria del personale della Pa così da evitare che ci siano dei vuoi di organico derivanti dall’accesso a Quota 100 di parte dei dipendenti pubblici. Autorizzato anche lo scorrimento delle graduatorie, come spiega agcult.it.
APPROVATO DALLA CAMERA IL DECRETONE
“Ogni 21 marzo segnerà per me il ritorno della primavera e dei diritti sociali in Italia”. Con queste parole Claudio Cominardi commenta il voto con cui alla Camera è stato approvato (con 291 sì e 141 no) il decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza. In una nota il sottosegretario al Lavoro, scrive che “in dieci mesi con il reddito di cittadinanza e quota 100 abbiamo riconsegnato la dignità a milioni di italiani troppo a lungo abbandonati. Quasi 100.000 domande di cittadini desiderosi di sottrarsi alle grinfie della legge Fornero, oltre 600.000 domande di reddito di cittadinanza in meno di venti giorni, sono il termometro di un Paese malato, in cui per anni il rispetto per lavoratori e semplici cittadini è mancato”. Cominardi spiega che “dopo un lavoro estenuante durato notte e giorno che ha comportato il vaglio di centinaia di emendamenti, posso dire di essere soddisfatto anche per le modifiche accolte che ampliano le tutele per i disabili, rafforzano il sistema dei controlli, in generale garantiscono più equità e tutela a beneficiari e percettori”. Ora il il decreto torna al Senato per la terza lettura.
DURIGON E IL NODO INPGI
Durante l’iter alla Camera del decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 non è stata inserita la norma che avrebbe comportato l’iscrizione degli operatori della comunicazione all’Inpgi, in modo da poter anche dare respiro alle casse dell’istituto previdenziale dei giornalisti alle prese con una crisi del settore senza precedenti. Il Sole 24 Ore spiega che Claudio Durigon vorrebbe aprire al più presto un confronto sul tema, ampliato anche al fondo di solidarietà intercasse e al regolamento sugli investimenti finanziari. Vito Crimi, però, essendo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria vorrebbe far sì che “sull’Inpgi non ci si limiti a un esame meramente finanziario, ma si tratti la questione complessiva: l’istituto è una Cassa autonoma che serva anche a tutelare l’autonomia dei giornalisti”. Vedremo quali saranno gli sviluppi di questa vicenda, che sembra rappresentare un nuovo fronte di confronto tra le due anime del Governo, visto che Durigon è esponente della Lega, come Massimiliano Capitanio, che ha proposto l’emendamento al decretone, mentre Crimi è uno dei volti storici del Movimento 5 Stelle.
IL CODS CONTESTA IL LEGHISTA CAFFARATTO
Orietta Armiliato, sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha riportato alcune parole del deputato leghista Gualtiero Caffaratto, pronunciate durante l’intervento in aula. Riferendosi a Opzione donna, ha detto che “è una misura già introdotta nel sistema pensionistico da noi ben quindici anni fa e talmente piaciuta, nonostante le solite quanto infondate accuse di riduzione dell’importo pensionistico che a gran voce, in questi anni, ci è stato chiesto di prorogarla e mantenerla”. Armiliato ha ovviamente contestato il fatto che si parli di “infondate accuse di riduzione dell’importo pensionistico”, visto che accedere a Opzione donna comporta il ricalcolo contributivo del futuro assegno pensionistico. Non a caso ci sono persone che hanno deciso di rinunciare ad accedere a Opzione donna per via dell’importo dell’assegno che avrebbero percepito. In questo senso proprio Armiliato ha dato vita a una sorta di sondaggio per le iscritte al Cods, da cui si nota che a fronte di un futuro assegno che sarebbe stato intorno ai 700-800 euro al mese, c’è sì chi ha accettato di utilizzare Opzione donna (magari perché disoccupata), ma c’è anche chi ha dovuto rifiutare continuando a lavorare.
RALLENTA IL RITMO DELLE DOMANDE PER QUOTA 100
Il numero delle domande presentate all’Inps per accedere a Quota 100, la principale novità della riforma delle pensioni, ha quasi raggiunto la soglia delle 100.000 unità. Rispetto alle prime settimane in cui la misura è diventata operativa, c’è stato un “rallentamento” del ritmo di presentazione delle domande, ma ciò è più che comprensibile, considerando che ci sono persone che avevano maturato i requisiti richiesti già alla fine dello scorso anno e che quindi hanno subito presentato domanda. L’Inps, come ha fatto sapere Gabriella Di Michele, il primo aprile partirà con l’erogazione delle prime pensioni con Quota 100, anche se solamente per una parte di quelle presentate, dato che ce ne sono ancora diverse da esaminare ed eventualmente liquidare. La Direttrice generale dell’Inps ha però fatto capire che chi non si vedrà erogare l’assegno ad aprile dovrà aspettare al massimo un mese. Del resto è stata data massima precedenza alla lavorazione delle domande per Quota 100 rispetto alle altre, cosa che ha anche creato non pochi malumori tra chi non ha presentato domanda per Quota 100.
RIFORMA PENSIONI, L’ATTIVITÀ DELL’INCA
L’Inca ha presentato il suo Bilancio sociale 2017, nel quale il patronato della Cgil spiega quanto ha fatto negli ultimi anni, in particolare con le tre milioni di pratiche “lavorate” nel 2017, che hanno anche avuto a che fare con le novità introdotte in tema di riforma delle pensioni. “Vediamo che, sia nella tutela della salute nei luoghi di lavoro, sia nell’ambito delle prestazioni pensionistiche, c’è stato un grande aumento di operazioni. Un grande aumento soprattutto in quei settori in cui siamo riusciti a coinvolgere i delegati, nei quali siamo riusciti a fare un lavoro integrato con i funzionari delle categorie della Cgil e quindi fare un’azione di sistema”, ha detto ad Adnkronos/Labitalia Morena Piccinini, Presidente Inca.
Un compito non facile, quello dell’Inca, considerando la situazione di attuale incertezza, “non migliorata dai nuovi provvedimenti del governo come quota 100 e reddito di cittadinanza sui quali aspettiamo di capirne di più, ci sono tanti interrogativi”, come sottolineato da Dario Boni, componente del collegio di presidenza del patronato. Interessante comunque notare che “nel corso della sua attività in questi anni l’Inca, a tutela di lavoratori esodati, ha presentato 25.525 domande di ‘salvaguardia’ dalla legge Fornero dal 2012 al 2017. E ancora, nel solo 2017, si sono rivolte all’Inca 12.690 persone, alle quali è stata presentata la domanda preliminare di riconoscimento delle condizioni di accesso alla pensione anticipata per lavoratori precoci. Importante anche il ruolo sull’Ape sociale: su un totale di 48.258 domande presentate all’Inps l’Inca ha presentato 17.418 domande, che rappresentano il 36% delle totali”.