QUOTA 100, IL CALCOLATORE DELLA PENSIONE

Demos &Pi ha realizzato un sondaggio per Repubblica dal quale emerge che i provvedimenti del Governo Conte considerati più importanti dagli italiani sono la riforma delle pensioni con Quota 100, la legge anti-corruzione e quella sulla legittima difesa. L’intervento sulla previdenza sembra essere considerato particolarmente prioritario per gli elettori del Movimento 5 Stelle, che l’hanno indicato al primo posto, davanti persino al reddito di cittadinanza. Fa intanto ancora discutere uno scambio di battute, avvenuto durante una recente puntata di PiazzaPulita, tra Elsa Fornero e Antonio Maria Rinaldi. L’ex ministra del Lavoro, tornando ai primi giorni di governo, ha infatti ricordato che c’era una grande richiesta di intervenire sulla spesa pensionistica, anche da parte del Sole 24 Ore. L’economista ha quindi chiesto alla Fornero se il Premier fosse Monti o il direttore del Sole 24 Ore, che magari dettava la linea dell’esecutivo. L’ex ministro ha chiarito che con le sue parole stava cercando di spiegare che c’era una “contraddizione, interna anche alla categoria, che da un lato chiede delle cose e dall’altro magari ne sostiene altre”.



QUOTA 100, IL CALCOLATORE DELLA PENSIONE

Anche a seguito della riforma delle pensioni con Quota 100 è diventato più difficile capire quando è possibile lasciare il lavoro per andare in quiescenza. Per questo money.it ha pensato di creare un calcolatore della pensione con cui, come spiega Adnkronos, “inserendo data di nascita, giorno di inizio dell’attività lavorativa e numero di contributi maturati (nonché altre informazioni utili), in pochi minuti si ha una panoramica chiara di quando si può andare in pensione e con quale opzione ciò è possibile”. C’è da tener però presente che questo strumento è valido “solamente per autonomi e subordinati iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (AGO) ed alle forme esclusive, sostitutive, esonerative ed integrative della medesima, nonché alla Gestione separata”. Tuttavia, “il calcolatore è utile per capire se e quando si può ricorrere a Quota 100 e Opzione Donna, ultime novità della riforma delle pensioni, così come su cosa è cambiato con l’adeguamento con le aspettative di vita scattato il 1° gennaio scorso”.



QUOTA 41 E LE DONNE

Diversi esponenti della maggioranza di Governo hanno spiegato che dopo il varo di Quota 100, l’obiettivo in tema di riforma delle pensioni è quello di introdurre Quota 41. Claudio Durigon ha in diverse occasioni detto che l’idea sarebbe di vararla dal 2022, dopo il triennio di “sperimentazione” di Quota 100. Secondo Orietta Armiliato, se Quota 41 dovesse sostituire pienamente Quota 100, “significherebbe ancora una volta essere lasciate al palo, significherebbe non voler guardare la realtà che ci dice a chiare lettere che le donne non riescono ad arrivare ad avere una contribuzione utile a raggiungere i 38 anni ed che i numeri delle domande ricevute per accedere a Q100 lo testimoniano ampiamente e dunque, figuriamoci arrivare a 41!”. Intervistata da MyMagazine.news, l’amministratrice del Comitato Opzione donna social ritiene quindi che insieme a Quota 41 bisognerebbe “finalmente valorizzare e riconoscere il lavoro di cura, un tot di anni da aggiungere ai propri per arrivare ad accedere finalmente a una qualche misura”.



LA PROTESTA DELLA FAP-ACLI

Continua a far discutere la misura, contenuta nella riforma delle pensioni, relativa al blocco parziale delle indicizzazioni. “L’adeguamento  al costo della vita non è un aumento della pensione, ma la possibilità di  tamponare un po’ (solo parzialmente appunto)  la perdita del potere d’acquisto perché  anche  in epoca di recessione  prezzi e tariffe continuano ad aumentare.   E comunque, non è giusto far pagare ai  pensionati  il costo della manovra economica”. È quanto sottolinea Luigi Fanciulli, Segretario regionale della  Federazione Anziani e Pensionati Acli Toscana. Stampatoscana.it riporta anche le dichiarazioni di Sergio  Parrini vice segretario regionale della Fap, secondo cui “in ogni caso si doveva almeno fissare l’asticella più in alto, perché con  1500 euro lordi   non si può  certo parlare di una pensione agiata.  Rileva anche che “si dice che le tasse non aumentano, ma  anche questo taglio è  come una tassa e per di più  pagata da una sola categoria sociale e da pensionati che non sono certo abbienti”.

RIFORMA PENSIONI, LA POSIZIONE DELLA FNP-CISL

Le domande per poter accedere a Quota 100, la novità principale della riforma delle pensioni, hanno superato la soglia delle 100.000 unità. Ci sono stati diversi allarmi circa lo svuotamento che rischia di causare questa misura nei servizi pubblici come la sanità, ma la Fnp-Cisl Lombardia in una nota segnala che “oggi, incolpare le pensioni quota 100 di svuotare il Servizio sanitario pubblico equivale a offendere l’intelligenza e il buon senso degli italiani. Non sono le pensioni quota 100 che svuoteranno le corsie dei nostri ospedali ma il disastroso taglio dei letti e blocco delle assunzioni deciso dal governo Monti nel 2011, votato da tutti i partiti e mai rimosso e/o messo in discussione da chi ha governato dopo.

I pensionati della Cisl, secondo quanto riportato da ticinonotizie.it, evidenziano che “al netto della quota 100, che ha sicuramente messo a nudo un problema già presente, siamo di fronte ad una sconsiderata e miope programmazione del turn over, che avrebbe dovuto essere pensata e applicata da tempo per garantire al ‘sistema’ le competenze necessarie e numeri di professionisti adeguati alla sempre maggiore domanda di salute”. La Fnp Cisl Lombardia, visto che “nei prossimi anni si prevede, inevitabilmente, un’accelerazione delle uscite, anche – ma non solo – per via di quota 100”, chiede di “invertire immediatamente la tendenza. Dobbiamo assumere nel servizio sanitario nazionale pubblico almeno 200.000 persone (circa 1/3 della forza attuale in campo) nei prossimi tre anni, per poter garantire un’adeguata offerta di servizi ai cittadini”.