RIFORMA PENSIONI, TRIA E SALVINI REPLICANO ALL’OCSE

Piuttosto nette sono state le risposte da parte del Governo alla bocciatura della riforma delle pensioni con Quota 100 arrivata dall’Ocse. Come segnala Lapresse, Giovanni Tria ha ricordato che Quota 100 “serve ad affrontare un problema di transizione” collegato alla riforma delle pensioni “di alcuni anni fa fatta per dare stabilità e sostenibilità al sistema pensionistico”. Matteo Salvini ha invece detto, durante un comizio a Como: “Oggi è arrivato un tizio e ha detto di rimettere la legge Fornero, ma neanche se arriva Padre Pio. Oggi ci sono le prime decine di migliaia di italiani che riconquistano la loro vita liberandosi dalla gabbia della legge Fornero”. A difendere la posizione dell’Ocse è intervenuto invece Alessio Rossi, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Secondo quanto riportato da Adnkronos ha infatti dichiarato: “Quota 100 è una misura non sostenibile per il nostro già elevato debito pubblico che toglie risorse dalle riforme più urgenti come il taglio del cuneo fiscale. Inoltre non ci sarà affatto quel turnover tra lavoratori in uscita e giovani assunzioni. Chi pagherà per tutto questo? Ovviamente i giovani”.



LA CORSIA PREFERENZIALE PER QUOTA 100

“Quota 100 è stata messa sin dall’inizio su un binario accelerato”. È quanto evidenzia Fulvia Colombini, membro del Consiglio di Presidenza dell’Inca-Cgil a proposito del fatto che subito dopo l’approvazione della riforma delle pensioni, senza nemmeno attendere la conversione del decreto in legge, è stato possibile presentare domanda all’Inps. “Siamo contenti per i quotisti che vanno in pensione. Ma non mi sembra corretto che non ci sia la stessa attenzione per gli altri pensionati, passati in secondo piano. L’interesse elettoralistico qui mi sembra chiaro”, sono altre dichiarazioni di Colombini riportate da Repubblica. Matteo Ariano, dirigente della Fp-Cgil, evidenzia che ci si trova di fronte a qualcosa di inedito, “si deroga a una prassi, rischiando una discriminazione tra cittadini. Chi va con quota 100 ha una corsia preferenziale. Gli altri aspettano di più”. E non si sa nemmeno di quanto. Nonostante quindi i dipendenti Inps stiano facendo gli straordinari, chi ha presentato domanda di pensionamento al di fuori di Quota 100 rischia una lunga attesa.



RIFORMA PENSIONI, OCSE: ABOLITE QUOTA 100

Le mosse di riforma delle pensioni sono più volte finite sotto la lente di ingrandimento delle istituzioni internazionali. L’Ocse, però, sembra calcare la mano su Quota 100. Nel Rapporto sull’Italia presentato oggi si legge infatti che “l’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo”, porterà a una maggior “diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”. Secondo l’organizzazione parigina, quindi, l’Italia farebbe bene ad “abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita”. Parole molto forti, che difficilmente potranno trovare terreno fertile nel Governo italiano. Fare marcia indietro sulle misure di riforma delle pensioni vorrebbe dire rimangiarsi molte promesse e scontentare molti elettori, proprio alla vigilia di un voto importante come quello delle europee di fine maggio.



SALVINI: OBIETTIVO È QUOTA 41

Si sta parlando molto negli ultimi giorni di una possibile crisi di Governo, ma Matteo Salvini, intervenendo in radio stamattina, ha smentito l’eventualità. “Io non mollo. Ci sono ancora tante cose da fare”, sono le parole del vicepremier riportate da Rainews. Stamane Salvini è stato intervistato da Lady Radio, emittente toscana, ed è probabile quindi che le dichiarazioni si riferiscano a tale intervento mediatico. Il leader della Lega ha anche citato dei provvedimenti che ritiene urgenti, come la riduzione delle tasse e un nuovo passo in avanti nella riforma delle pensioni per lasciarsi alle spalle la Legge Fornero. “L’obiettivo è arrivare a quota 41 per le pensioni entro la fine del mandato, così come la tassa al 15% se non per tutti per tanti. Siamo qui da 9 mesi, la mantellina di Batman non l’ho trovata”, ha detto Salvini. Dunque una nuova conferma sul fatto che dopo Quota 100 l’esecutivo punta, non prima del 2022, a varare la Quota 41. Parole che non soddisfano i lavoratori precoci, che volevano da subito questo provvedimento.

RIFORMA PENSIONI, I DISAGI DI QUOTA 100

La riforma delle pensioni, compresa Quota 100, sta creando non pochi problemi ai pensionati e ai pensionandi. Lo ha evidenziato Paolino Barbiero, Segretario dello Spi-Cgil Treviso, intervistato dal Tg Treviso di Rete Veneta. Il sindacalista ha infatti ricordato che l’Inps, su pressione del Governo, ha dato una sorta di corsia preferenziale alla lavorazione delle pratiche per la richiesta di accesso a Quota 100. Cosa che penalizza gli altri cittadini che hanno presentato domanda per accedere ad altre forme di pensionamento o per accedere a sussidi che l’Inps stessa eroga. Oggi, inoltre, lo Spi-Cgil a Treviso manifesterà contro il blocco parziale delle indicizzazioni, che proprio dal quel giorno comincerà a far sentire i suoi effetti sugli assegni pensionistici superiori ai 1.500 euro. Senza dimenticare il conguaglio con cui a giugno saranno recuperati i soldi percepiti in più nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Barbiero ha ricordato anche un paradosso di Quota 100: mandare in pensione i medici per poi scoprire che c’è bisogno di richiamare al lavoro quelli già in pensione.

AL VIA IL BLOCCO INDICIZZAZIONI

Oggi molti pensionati si ritroveranno accreditata la pensione con un importo più basso. La differenza potrà essere di tanti o pochi euro, dipende dall’ammontare. È questo l’effetto del blocco parziale delle indicizzazioni, stabilito dalla riforma delle pensioni. “Con la revisione dei meccanismi che adeguano l’assegno all’inflazione, lo Stato risparmierà sulla pelle dei pensionati 415 milioni quest’anno e complessivamente 3,6 miliardi nel triennio, (17 miliardi di euro in dieci anni)”, ricorda Mariastella Gelmini. La capogruppo di Forza Italia alla Camera evidenzia anche che “oltre al danno si aggiunge la beffa, perché l’Inps non è stata in grado di spiegare come e quando sarà prelevato il conguaglio per il periodo gennaio-marzo. Tutto ciò sarà rinviato ovviamente a dopo le elezioni europee. Per non turbare la competizione elettorale, anche il taglio alle cosiddette pensioni d’oro avverrà solo dopo l’appuntamento elettorale di maggio”. I tagli quindi non sono finiti. “Due indizi fanno una prova: il governo sta mettendo le mani nelle tasche dei pensionati ed evidentemente se ne vergogna”, conclude Gelmini.

RIFORMA PENSIONI, SOMIGLIANZE TRA QUOTA 100 E RDC

Oggi andranno in pagamento le prime pensioni frutto di Quota 100. Il 1° aprile rappresenta infatti la prima finestra utile dell’anno per accedere alla novità della riforma delle pensioni. Non tuti gli aventi diritto riceveranno già l’assegno pensionistico. Come aveva già spiegato Gabriella Di Michele, Direttore generale dell’Inps, non c’è stato infatti il tempo per lavorare tutte le domande presentate e quindi c’è chi dovrà aspettare maggio per ricevere la prima pensione con Quota 100. In ogni caso non verrà persa la mensilità di aprile che legittimamente spetta e che verrà versata al pensionato.

RIFORMA PENSIONI: LE DOMANDE PER QUOTA CENTO NON ARRIVANO DAL NORD…

Su lavoce.info, Massimo Baldini e Carlo Mazzaferro fanno comunque notare che “hanno presentato domanda per quota 100 lavoratori che si trovano in aree geografiche dove i redditi sono medio-bassi, c’è poca occupazione e dove la disoccupazione è più alta. Potrebbe dunque trattarsi di disoccupati, lavoratori agricoli o stagionali, o autonomi in crisi, oppure di persone che possono mantenere un tenore di vita dignitoso anche con una pensione bassa purché sicura, soprattutto in aree con costo della vita contenuto”. Oltre quindi a balzare all’occhio il fatto che inizialmente si pensava che la riforma delle pensioni sarebbe stata sfruttata da operai del nord, concludono Baldini e Mazzaferro, “se la tendenza sarà confermata nei prossimi mesi, quota 100 potrebbe rivelare aspetti in parte vicini a quelli del reddito di cittadinanza: una misura che si rivolge alle fasce più deboli della società italiana, in grandi difficoltà dopo anni di crisi e di cambiamenti strutturali nei mercati”.