RICHIAMO FMI SU RIFORMA PENSIONI

Un nuovo richiamo per l’Italia, dopo il varo della riforma delle pensioni con Quota 100, arriva dal Fondo monetario internazionale. Secondo Poul Thomsen, responsabile del Dipartimento europeo del Fmi, il problema del nostro Paese è rappresentato dall’alto debito pubblico e dal limitato spazio di bilancio, dunque è importante che non vengano fatti passi indietro sulle pensioni. Ovvio che, tenendo conto degli stessi richiami del Fondo monetario degli scorsi giorni, il riferimento sia alla situazione previgente l’ultima riforma delle pensioni, visto che Quota 100, come ha ammesso lo stesso Governo italiano nel Def, comporta un aumento della spesa pensionistica e perciò del debito pubblico. Non è sicuramente ipotizzabile che l’esecutivo faccia marcia indietro su Quota 100 e del resto non c’è stata alcuna avvisaglia in merito nemmeno prima del Def. Non bisogna poi dimenticare che i tagli alle pensioni più alti e il blocco delle indicizzazioni, che rappresentano un risparmio di spesa, potrebbero essere messi in discussione dai ricorsi annunciati dai pensionati alla Corte costituzionale.



IL PROBLEMA DIMENTICATO DALLA RIFORMA DELLE PENSIONI

Dopo la riforma delle pensioni del 2011, gli italiani sembrano essersi accorti di quanto sia importante la previdenza integrativa. Negli ultimi provvedimenti del Governo, riguardanti Quota 100, non se ne parla, ma ad Askanews Andrea Prosperi, fondatore di Progroup, spiega che gli italiani “si stanno sempre più rendendo conto di quanto oggi il problema è grande. Tutto è nato dalla riforma Fornero che ha cambiato un po’ le carte in tavola a tutti gli italiani e ha fatto rendere conto che oggi ci troviamo in una situazione di grande difficoltà. Il problema è che le pensioni sono diciamo così un problema del quale ci si rende conto solo nel proprio domani perché ad oggi non se ne sente la concretezza reale. Però oggi osservando un nonno o anche un genitore che si prepara ad andare in pensione e osservando le sue difficoltà ci si inizia a fare un pensiero ed essere consapevoli di dover pensare al proprio domani. Le richieste quindi sono sempre maggiori perché le normative e i cambiamenti di legge che stanno portando avanti tendono sempre di più a restringere quella che è la possibilità economica del domani degli italiani”.



“PRIMA QUOTA 100” LA POSIZIONE DEL CODS

Tiene ancora banco il tema relativo alla “corsia preferenziale” per la lavorazione delle domande relative a Quota 100 presentate all’Inps. I parlamentari del Pd ritengono che per favorire la novità della riforma delle pensioni siano penalizzati gli altri pensionandi, mentre l’Inps, con un comunicato stampa, ha smentito l’esistenza di questa “corsia preferenziale”. Orietta Armiliato, che sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha già iniziato a seguire il tema in una serie di post denominati “Prima Quota 100”, fa notare che del fatto che le domande per Quota 100 abbiano una sorta di precedenza “sono state testimoni dirette e loro malgrado, le persone che hanno udito con le proprie orecchie le affermazioni dei funzionari di Inps appunto e/o dei Patronati, tant’è che la cosa è stata anche riportata in un servizio presentato da Giovanni Floris durante l’ultima puntata del suo programma “diMartedí” (è online il replay per chi volesse verificare)”. Tra l’altro, anche l’Usb ha denunciato l’esistenza di questa “precedenza” data a Quota 100.



PDL GELMINI ANCHE PER RIFORMA PENSIONI PRO-DONNE

“Siamo agli ultimi posti in Europa per occupazione femminile e i dati sono drammatici, specialmente al sud” e il lavoro è “l’unica risposta che può dare sicurezza anche per il futuro”. Così Mariastella Gelmini boccia la riforma delle pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza, che non aiutano le donne. Per la capogruppo di Forza Italia alla Camera occorre varare un mix di sgravi contributivi e fiscali per rendere conveniente l’assunzione di donne e aumentare il netto in busta paga. Il Sole 24 Ore riporta alcune dichiarazioni dell’ex ministro, riguardanti una proposta di legge da lei presentata proprio per cercare di aiutare le donne e che comprende anche una “contribuzione figurativa che copra i periodi (per esempio di part time temporaneo) nei quali le donne devono prendersi cura di un figlio o della famiglia”, ma anche “uno ‘sconto’ sull’età per andare in pensione di un anno per ogni figlio avuto”. Vedremo quale seguito avrà questa proposta di legge nel dibattito parlamentare.

AUMENTO DELLA SPESA DOPO RIFORMA DELLE PENSIONI

La riforma delle pensioni con Quota 100 contribuirà a far aumentare la spesa pensionistica di 8,6 miliardi di euro quest’anno, “per poi crescere al ritmo di quasi dieci miliardi l’anno fino al 2021, quando si chiuderà la sperimentazione dell’anticipo pensionistico a 62 anni con 38 di contributi per tutti”. Così Il Sole 24 Ore analizza alcuni dati contenuti nel Documento di economia e finanza da poco approvato dal Governo, segnalando oltretutto che “solo nel 2022 arriverebbe una prima leggera frenata – ma il Governo ha già annunciato che introdurrà Quota 41, a sua volta onerosa” – quando il livello sfonda la soglia psicologica dei 300 miliardi, arrivando a 305,1 (+2,7% sull’anno)”. Certo anche senza Quota 100 la spesa sarebbe aumentata sia per i nuovi pensionamenti con le regole previgenti che per le indicizzazioni delle pensioni, tuttavia considerando il numero di domande che stanno arrivando all’Inps (che hanno superato ormai la soglia delle 116.000 unità) e quelle che il Governo stesso ha stimato per quest’anno (circa 290.000), l’effetto sull’aumento della spesa appare evidente.

LE 4 VIE PER LA PENSIONE DI SCORTA

La riforma delle pensioni con Quota 100 non affronta il tema della previdenza complementare, ma “Tutto pensioni”, lo speciale redatto da Il Sole 24 Ore, ricorda quali sono le “quattro vie per costruire la pensione di scorta”, che potrebbe rivelarsi molto utili per quanto avranno un assegno calcolato interamente o principalmente con il metodo contributivo. Dunque a disposizione degli interessati ci sono “i fondi pensione negoziali”, costituiti dai sindacati e imprese nell’ambito di contrattazione di settore o aziendale; “i fondi pensione aperti”, istituiti da banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio o di intermediazione mobiliare; “i piani individuali pensionistici”, che sono forme pensionistiche offerte dalle assicurazioni; “i fondi pensione preesistenti”, con riferimento alla normativa del 1993 riguardante la previdenza complementare. Non bisogna poi dimenticare che presto dovrebbero arrivare i Pepp, per consentire di crearsi un piano previdenziale da portarsi dietro in tutta l’Ue nel caso ci si debba trasferire per lavoro all’estero.

RIFORMA PENSIONI, PAGANO CONTRO L’INPS

L’Inps, con un comunicato stampa, ha smentito “quanto ventilato da alcuni organi di stampa su una presunta precedenza assegnata alle domande di ‘Quota 100’”. Nei giorni scorsi si era detto, complice anche quanto fatto emergere dall’Usb, che dopo la riforma delle pensioni vi fossero “disposizioni” interne all’Inps per dare una sorta di “corsia preferenziale” a Quota 100 a discapito delle altre domande presentate dai cittadini per andare in quiescenza. Secondo Ubaldo Pagano, tuttavia, “la nota dell’Inps invece di smentire la corsia preferenziale per Quota 100, a discapito delle altre pensioni, la conferma, peraltro utilizzando toni polemici da controparte politica e non da istituto di carattere tecnico”. Il riferimento del deputato del Partito democratico è a una frase del comunicato stampa dell’Inps, laddove parla di “casi isolati di pensioni con problematiche particolari, le cui domande sono state presentate prima dell’entrata in vigore della nuova normativa”.

QUOTA 100, CORSIA PREFERENZIALE INPS DOPO LA RIFORMA DELLE PENSIONI?

“Se davvero sono isolati, l’Istituto pubblichi la tempistica di liquidazione delle pensioni e spieghi perché per Quota 100 i pagamenti arrivano entro un mese, un tempo prodigioso per le tempistiche dell’Inps proprio alla vigilia delle elezioni europee, mentre chi va in pensione col metodo ordinario incassa dopo 6 mesi, se non addirittura un anno”, evidenzia Ubaldo Pagano in un post sulla sua pagina Facebook. Ora non resta che vedere se ci sarà un’altra precisazione dell’Inps. Senza dimenticare l’interrogazione di alcuni senatori del Pd a Di Maio e Tria sul tema.