Dibattiti su Quota 100 e la riforma delle pensioni del Governo M5s-Lega, ma l’esecutivo gialloverde, soprattutto la componente grillina, tiene il punto sul taglio delle pensioni d’oro. «Abbiamo votato in Ufficio di Presidenza il taglio di tutte le pensioni erogate da Montecitorio sopra i 100mila euro per un risparmio di 20 milioni all’anno. Il taglio riguarderà in maniera progressiva tutti i trattamenti pensionistici più alti attualmente erogati dalla Camera dei deputati: sarà del 15% per chi percepisce fra 100 e 130mila euro annui, del 25% per chi prende dai 130 ai 200mila, del 30% fra i 200 e i 350mila, del 35% fra i 350 e i 500mila e del 40% per chi ha una pensione superiore al mezzo milione di euro all’anno. A essere interessati saranno tutti quelli che sono andati in pensione col vecchio sistema retributivo», spiega il presidente della Camera Roberto Fico, pronto ad andare avanti su questo fronte: «Una misura di giustizia sociale e di buon senso che varrà per i prossimi cinque anni, esattamente come quella varata dalla legge di Bilancio per tutti i cittadini italiani. Il principio voluto dal Parlamento di tagliare le pensioni d’oro va applicato a tutti gli organi costituzionali: anche Montecitorio fa lo stesso, e il risparmio per i cittadini sarà di circa 100 milioni di euro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ESODATI TRADITI DALLA RIFORMA DELLE PENSIONI

La riforma delle pensioni, come noto, non si è occupata degli esodati, circa 6.000, rimasti ancora privi di una salvaguardia. Nextquotidiano.it ricorda che negli scorsi anni, quand’era all’opposizione, Matteo Salvini si era speso molto in tweet e proteste contro il Governo che nulla faceva per gli esodati. In un articolo di Giovanni Drogo vengono riproposti i tweet dell’attuale vicepremier che lamenta l’esistenza di esodati per i quali nessuno fa nulla. L’impegno verso gli esodati, con il varo della nona salvaguardia, è stato anche inserito nel programma della Lega, ma al dunque, quando è stata varata Quota 100, non si è fatto nulla per gli esodati. “Nel 2015 Salvini si indignava per la sorte toccata ai 20mila esodati vittime della Fornero. Oggi gli esodati rimasti esclusi dalle salvaguardie sono circa seimila ma Salvini non apre bocca. Tutte le promesse fatte in questi anni non si sono concretizzate”, si legge nell’articolo, che prosegue: “A quanto pare gli esodati fanno comodo solo quando si possono usare come arma di propaganda, quando diventano un problema da risolvere vengono gentilmente nascosti sotto il tappeto”.



PRIMA QUOTA 100, PARLAMENTARI PD CONTRO L’INPS

Tiene ancora banco la vicenda riguardante la presunta “corsia preferenziale” che l’Inps avrebbe riservato alla lavorazione delle domande per Quota 100 penalizzando così, con attese più lunghe, le altre richieste. Ubaldo Pagano, deputato del Partito democratico, chiede l’intervento dell’Anac per verificare che non siano stati commessi abusi. Secondo quanto riporta Il Giornale, un’altra deputata del Pd, Alessia Morani, ha chiesto di “rendere noti i dati a disposizione per chiarire se è vero che l’Inps avrebbe concentrato i suoi sforzi dell’esame delle pratiche pensionistiche relative a  Quota 100 a scapito di tutti gli altre tipologie di pensione”. Il senatore dem Mino Taricco segnala invece come “la volontà di accelerare la definizione delle pratiche correlate all’erogazione di ‘Quota 100’ nella prima finestra utile, ha determinato un serio rallentamento nella definizione di tutte le pratiche ‘altre’, legate a pensioni di vecchiaia, anzianità o reversibilità, per tutti quei cittadini che hanno quindi chiesto o chiedono oggi la pensione secondo i requisiti comuni”.



RIFORMA PENSIONI, RICHIESTA SINDACATI SICILIANI PER QUOTA 100

Le segreterie regionali di Cobas-Codir, Sadirs e Ugl-Fna hanno scritto al Presidente della Regione siciliana e agli assessori all’Economia e alla Funzione pubblica per chiedere che la riforma delle pensioni con Quota 100 si applichi anche ai dipendenti regionali. I sindacati nella missiva ricordano che “il legislatore regionale siciliano ha, fino a oggi, recepito in modo dinamico la normativa nazionale in materia pensionistica, soprattutto allorquando si sia trattato di norme stringenti e/o più sfavorevoli di quelle possedute precedentemente dal personale regionale”. Ora chiedono di procedere “alla programmazione e alla relativa necessaria copertura finanziaria per l’applicazione della norma in questione (Quota 100) anche in favore dei lavoratori della Regione Siciliana”. Si tratta a questo punto di capire quale esito avrà la richiesta. La scorsa settimana si è avuta la conferma della proroga di Opzione donna anche per le lavoratrici regionali. Difficile quindi che la richiesta per Quota 100 possa essere respinta.

I RENDIMENTI DELLE PENSIONI INTEGRATIVE

In un articolo pubblicato su L’Economia, l’inserto del Corriere della Sera, si fanno i conti riguardo i rendimenti dei fondi pensioni, considerando gli ultimi vent’anni. Sembra proprio che la previdenza integrativa, un tema che non è stato toccato dalla riforma delle pensioni con Quota 100, abbia portato a rendimenti superiori a quelli di azioni, obbligazioni e Tfr tenuto in azienda. A rendere particolarmente conveniente i fondi pensione c’è anche il contributo aziendale previsto per alcune categorie di lavoratori: di fatto alla quota di Tfr del lavoratore, viene aggiunta anche una piccola somma a spese del datore di lavoro. Non va poi dimenticato che la previdenza integrativa consente di far ricorso alla Rita, forma alternativa o complementare all’Ape volontario. Per alcuni lavoratori la pensione integrativa potrebbe quindi essere un importante investimento per il futuro. Occorre però fare delle opportune valutazioni prima di aderire ai fondi, così da capire quanto può essere conveniente la scelta.

LE SCELTE DELLE CASSE PROFESSIONALI DOPO LA RIFORMA DELLE PENSIONI

La riforma delle pensioni con Quota 100 ha introdotto la pace contributiva, utile per riempire alcuni buchi nella propria storia contributiva e in taluni casi avvicinare il traguardo della quiescenza. Un caso particolare di pace contributiva riguarda il riscatto agevolato della laurea, che può risultare decisamente conveniente. Le norme in questione non riguardano però le Casse professionali, che quindi decidono in autonomia cosa fare in materia. Cosa che fanno anche in materia di saldo e stralcio delle cartelle riguardanti i debiti contributivi degli associati. Il Sole 24 Ore evidenzia in particolare che Enpam e Cassa forense hanno deciso di aprire qualche spiraglio in più rispetto ad altre casse come quella dei commercialisti o dei geometri, che hanno chiaramente escluso la possibilità per gli associati di ricorrere al saldo e stralcio e di rottamazione delle cartelle relative ai debiti contributivi. Per i professionisti è dunque bene informarsi presso le casse di appartenenza prima di intraprendere qualche mossa, in modo da non sbagliare.

PRIMA QUOTA 100, TRIDICO NEGA

Nei giorni scorsi si è parlato molto della “corsia preferenziale” che, dopo la riforma delle pensioni, sarebbe stata data alle lavorazioni delle domande di Quota 100 all’interno dell’Inps rispetto alle altre. Tanto che, per esempio, le domande vengono liquidate senza previa verifica della cessazione del rapporto di lavoro tramite le comunicazioni obbligatorie Unilav: verifica che viene rimandata a un secondo momento, con la possibilità quindi che chi si è visto liquidare la pensione possa poi vedersela tolta, con tanto di restituzione delle somme accreditate. Intervistato da Il Corriere della Sera, Pasquale Tridico ha voluto smentire che questa sorta di “precedenza” a Quota 100 abbia allungato i tempi di liquidazione delle altre pensioni. “Non è vero: nel primo trimestre 2018 sono state definite il 68% delle domande di pensione, nello stesso periodo del 2019, senza considerare quota 100, tale percentuale è salita al 72%. C’è da essere contenti dell’efficienza dell’istituto, soprattutto considerando che c’è stata una riduzione del personale di oltre mille unità”, ha detto il Presidente dell’Inps.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LOY

In un intervento pubblicato su Il Manifesto, Guglielmo Loy segnala come la riforma delle pensioni con Quota 100 non vada “valutata non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo per comprendere come la complessità e la segmentazione della società e del lavoro ‘accolgono’ questa opportunità, a partire da quali soggetti, in prevalenza, accedono a questa ulteriore modalità di pensionamento anticipato, quanti di essi sono dipendenti, e tra essi quanti del settore pubblico, così come quanti vengono da una recente esperienza di disoccupazione”. Il Presidente del Consiglio indirizzo e Vigilanza dell’Inps ritiene infatti che “una analisi attenta, insieme all’impatto economico dell’intervento, saranno elementi utili per una valutazione serena e non pregiudiziale che anche il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps svilupperà per avviare una stagione di indicazioni strategiche a sostegno e tutela del lavoro e dell’impresa, della mutualità pubblica e della solidarietà”.

QUOTA 100, I CRITERI PER GIUDICARE LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Loy ricorda infatti che “nel tempo la politica ha cercato, con interventi più o meno radicali e più o meno convincenti, di trovare un punto di equilibrio tra le aspettative di molte persone riguardo la speranza di avere un futuro ‘post-lavoro sereno’ (quando andare in pensione, con quale reddito) e la sostenibilità del sistema previdenziale”. Dunque per dare un giudizio su Quota 100 bisogna considerare diversi fattori. Anche il fatto, per esempio, che il sistema di welfare italiano prevede “una serie di interventi di natura assistenziale sostenuti dalla fiscalità generale”.