RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DI BONOMI

Carlo Bonomi ha chiesto a Luigi Di Maio di sospendere Quota 100. Il Presidente di Assolombarda si era già espresso contro la riforma delle pensioni del Governo e oggi, approfittando della visita del ministro dello Sviluppo economico, ha detto: “Sospendiamo integralmente Quota 100, che aggrava il debito previdenziale e ne addossa iniquamente i costi ai più giovani, oltre ad abbassare il tasso di occupazione: perché l’obiettivo di una meccanica sostituzione dei pensionandi con lavoratori più giovani non formati, per di più in una fase di recessione, è una pura illusione”. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, Bonomi ha anche chiesto di bloccare il bonus da 80 euro di Renzi, lasciando invece inalterata la componente di lotta alla povertà del reddito di cittadinanza, che per il resto andrebbe anch’esso bloccato. In questo modo ci sarebbero tra i 20 e i 25 miliardi di euro da destinare a un taglio del cuneo fiscale che vada integralmente a beneficio dei lavoratori con un reddito lordo fino a 35.000 euro. Matteo Salvini a distanza ha già replicato, facendo sapere che non si muoverà mai in tal senso. “Smontare la Legge Fornero è un mio motivo di orgoglio”, ha detto il vicepremier.



L’ADUC CRITICA LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Primo Mastrantoni ricorda che, per effetto delle misure previste dalla riforma delle pensioni, da questo mese scattano i tagli agli assegni. “Si tratta dei mancati adeguamenti all’indice Istat che riguardano 5 milioni di pensionati e porterà nelle casse dello Stato qualcosa come 3,6 miliardi di euro in 3 anni. Non si tratta di pensioni d’oro ma di quelle superiori a 1.522 euro lordi mensili, che equivalgono a circa 1250 euro netti. Sopra questa cifra non ci sarà l’adeguamento all’Istat, cioè alla svalutazione, con relativa decurtazione delle pensioni”, evidenzia il Segretario nazionale dell’Aduc, che ricorda come in Italia ci siano circa 16 milioni di pensionati, dei quali circa 8 milioni non hanno versato contributi in relazione alla propria pensione, per cui sono a carico della fiscalità generale, cioè delle tasse pagate dalle imprese e dai cittadini, comprese quelle versate dai pensionati veri e propri, ai quali si sottrae l’adeguamento della propria pensione alla svalutazione, dopo aver pagato le tasse anche per gli 8 milioni di pensionati che non hanno versato contributi previdenziali né pagano tasse”. “‘Pensionatostaiseremo’, dice questo governo, che ti toglie i soldi”, conclude Mastrantoni.



IL PARERE DEGLI ITALIANI SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI

Complessivamente, stando ai dati forniti dall’Inps, alle 17:00 di ieri risultano esserci più di 12.500 domande presentate per accedere a Quota 100. C’è ancora una quasi parità tra i lavoratori pubblici e quelli del privato che hanno presentato domanda. I primi sono infatti circa 38.100, mentre i secondi poco più di 40.000. Intanto Emg Acqua ha condotto un sondaggio per la trasmissione Rai Agorà, dal quale emerge che c’è una certa preoccupazione degli italiani per la sostenibilità della riforma delle pensioni. L’istituto di ricerca ha infatti chiesto: “Per l’Ocse Quota 100 mette a rischio i conti e andrebbe accantonata. È d’accordo?”. Il 47% degli intervistati ha risposto di sì, mentre il 44% no e il 9% ha preferito non rispondere. Tra gli elettori della Lega e del Movimento 5 Stelle, la percentuale di chi ha dato risposta negativa sale rispettivamente al 60% e al 61%, mentre nel caso degli elettori del Pd il 68% ha dato una risposta affermativa. Un chiaro segnale di come l’ultima riforma delle pensioni sia vista in modo diverso dagli italiani a seconda dello schieramento politico di appartenenza.



QUOTA 100, MANCANO CHIARIMENTI SUL DIVIETO DI CUMULO

La riforma delle pensioni ha previsto per Quota 100 un divieto di cumulo con i redditi di lavoro dipendenti e redditi di lavoro autonomo fino all’età della vecchiaia, di fatto quindi fino ai 67 anni. Come spiega Il Sole 24 Ore, è prevista solo la possibilità di lavoro autonomo occasionale, privo di Partita Iva, con la percezione di un reddito annuo massimo di 5.000 euro. Il divieto di cumulo, come chiarito in una circolare dell’Inps, vale anche nei confronti di reddito percepito all’estero, e i trasgressori non perderanno il diritto alla pensione, ma quello alle rate di pensione corrispondenti all’anno di imposta in cui si verifica la percezione del reddito incumulabile, con eventuale restituzione di quelle già percepite. Dunque, come ricorda il quotidiano di Confindustria, basterebbe anche un reddito di 10 euro non cumulabile per perdere un intero anno di pensione. Si attendono però dei chiarimenti dall’Inps circa le situazioni come quelle di redditi di impresa per un socio-lavoratore di una Srl: la partecipazione agli utili potrebbe costare un anno di pensione?

M5S, GUIDA ANTI-LEGA ANCHE PER RIFORMA DELLE PENSIONI

Si avvicinano le elezioni europee, i sondaggi segnalano un possibile “pareggio” tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico a tutto vantaggio della Lega. Per questo, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, i pentastellati avrebbero pensato di creare una sorta di “dossier anti-Lega” da far imparare ai candidati e a tutti i principali rappresentanti del Movimento in vista del voto. Al suo interno un elenco di provvedimenti di questi mesi di Governo e la sottolineatura di come siano stati varati in modo “corretto” grazie all’azione del Movimento 5 Stelle e nonostante gli alleati della maggioranza. Per esempio, sul reddito di cittadinanza verrebbe fatto notare che alla fine il partito di Matteo Salvini si è dovuto piegare alla determinazione pentastellata nel portare avanti il suo provvedimento bandiera. Un capitolo viene riservato anche alla riforma delle pensioni, segnalando come grazie al taglio di vitalizi e pensioni d’oro voluto da M5s è stato possibile realizzare Quota 100. Da non trascurare anche la determinazione di prorogare Opzione donna, pensando così anche alle italiane.

LA LOTTERIA DI QUOTA 100 E DELLA RIFORMA PENSIONI

Roberto Ghiselli torna a criticare la riforma delle pensioni varata dal Governo, ricordando che prevede “la cosiddetta Quota 100, che scadrà alla fine del 2021, l’Ape sociale che varrà solo per chi matura i requisiti previdenziali entro il solo 2019, la proroga di opzione donna che impone di aver maturato i requisiti entro il 31/12/2018, la sospensione dell’aspettativa di vita per le pensioni anticipate fino al 2026. Insomma, una corsa a ostacoli per raggiungere la pensione, e chi maturerà gli stessi requisiti anche 1 solo giorno dopo la scadenza sarà escluso, perdendo il diritto offerto ad un suo pari”. Intervistato da pensionioggi.it, il Segretario confederale della Cgil occorre “guardare in faccia la realtà, al netto della propaganda, Solo chi rientrerà in questa lotteria a termine potrà contare su un anticipo della pensione. Poi passato questo periodo quello che rimarrà sarà solo la legge Monti-Fornero (e la legge Sacconi) perché queste norme non sono state scalfite minimamente”. Un giudizio quindi piuttosto duro, ma di cui il sindacalista fornisce le ragioni.

RIFORMA PENSIONI, QUOTA 100 E I PREMI PRODUTTIVITÀ INPS

Oltre ad anticipare che alcune pensioni derivanti da Quota 100 andranno in pagamento il 7 aprile, fatto piuttosto singolare e inedito, Repubblica ha fornito anche alcune indiscrezioni su quanto sta accadendo all’interno dell’Inps dopo il varo della riforma delle pensioni. Sembra infatti che oltre a chiedere di dare priorità alla lavorazione delle domande per Quota 100, alle sedi territoriali sia stato inserito tra i criteri per determinare il premio di produttività ai dipendenti proprio il tempo di lavorazione di tali domande. Secondo quanto riporta il quotidiano romano, molti dipendenti lamentano di essere “trattati come burattini, facciamo straordinari e sacrifici, poi la gente se la prende con noi perché la pensione non arriva”. C’è la sensazione, nelle sedi territoriali, che questa accelerazione sulle domande per Quota 100 non sia casuale, dato l’avvicinarsi delle elezioni europee.

QUOTA 100, STRADA PIÙ VELOCE PER CHI HA SCELTO LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Repubblica racconta anche le storia di chi ha presentato domanda di pensionamento all’Inps. Fernando Pagliari, portalettere romano, ha presentato domanda per Quota 100 l’11 marzo e il 1° aprile ha già cominciato a percepire la pensione. Addirittura c’è chi, come Anna, ex fisioterapista di Bari, la domanda l’ha presentata il 21 marzo, sempre per Quota 100, e già percepisce la pensione. Invece Bruna, assistente sociale delle provincia di Venezia, attende la pensione di vecchiaia da settembre e da 8 mesi circa non ha entrate. Va peggio a Ezio Matteucci, ex vigile urbano di Romano, che la domanda per la pensione l’ha presentato l’8 giugno del 2017.