I CONTI SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI

Si sta parlando molto della riforma delle pensioni con Quota 100 e dei suoi costi. Intervistato dal Corriere della Sera, Gian Marco Centinaio ha voluto smentire l’ipotesi di uno stop della misura pensionistica: “Anche il reddito di cittadinanza costa molto e nessuno ha detto che bisogna tagliarlo prima del tempo. E poi nel contratto di governo non c’è scritto stop a Quota 100 nel 2020”, ha detto il ministro delle Politiche agricole. Gabriella Di Michele sembra dare rassicurazioni sui costi rispetto alle risorse stanziate. Il Sole 24 Ore riporta infatti parole del Direttore generale dell’Inps piuttosto chiare: “Dal nostro coordinamento statistico ci arrivano segnali incoraggianti. Guardando alle prime pensioni entrate in pagamento ad aprile dovremmo essere in linea con le previsioni di spesa”. Di Michele ha comunque segnalato che i dati dei primi di maggio saranno certamente più significativi. “Anche se le domande del settore pubblico in questi primi mesi ci sono sembrate maggiori delle attese non ci sarà un problema di sostenibilità, anche perché sul fronte delle entrate i dati sono buoni”, ha aggiunto, evidenziando l’aumento dei contributi registrato.



QUOTA 100, RASSICURAZIONI DI MAIO SU RIFORMA PENSIONI

Luigi Di Maio cerca di chiudere una volta per tutte la polemica relativa alla riforma delle pensioni che si è aperta ieri tra Lega e Movimento 5 Stelle. “Quota 100 è un provvedimento fatto dal mio ministero e si va avanti anche perché sta andando molto bene”, ha detto il ministro del Lavoro a margine del Vinitaly, facendo quindi capire che si intesta quasi la paternità del provvedimento. Un messaggio più rivolto ai suoi che non all’alleato di Governo. Tanto che, secondo quanto riporta Adnkronos, il vicepremier ha aggiunto che “far girare la voce che si possa bloccare in anticipo rischia di fermare le richieste. Abbiamo avuto 100 mila richieste in pochissimo tempo e sta andando benissimo, il che significa che abbiamo fatto bene a farla perché c’è gente che è stata bloccata dalla legge Fornero e adesso può andare in pensione liberando un posto di lavoro per i giovani”. Una dichiarazione che somiglia a quelle che Matteo Salvini ha rilasciato nel corse degli ultimi mesi. Dunque sembra che il futuro di Quota 100 non sia in discussione.



RIFORMA PENSIONI, CALENDA: CANCELLARE QUOTA 100

Si sta parlando molto in queste ore della riforma delle pensioni con Quota 100 e Carlo Calenda appoggia la posizione espressa dal Presidente di Assolombarda Bonomi. “Ci sono provvedimenti che si possono fare e provvedimenti che vanno cancellati. Quota 100 va cancellata immediatamente. Stiamo parlando di un provvedimento che ha un debito implicito superiore ai 30 miliardi di euro, che non ci possiamo permettere, e per mandare in pensione pochissima gente rispetto a quel che costa. Noi dobbiamo usare le risorse per la formazione, per i giovani e per gli investimenti. Il fatto che non lo capiscano è una gravissima responsabilità politica. Si vede che la maggior parte dei ministri di questo Governo non è mai entrata in un’azienda, in una fabbrica, in una struttura produttiva in vita sua”, ha detto l’ex ministro, secondo quanto riportato da Lapresse, rispondendo alle domande dei giornalisti, a margine del Vinitaly. Proprio da Verona, invece, Matteo Salvini aveva ribadito la bontà della misura e la volontà di arrivare al varo di Quota 41.



50.000 NUOVI ASSEGNI ENTRO MAGGIO CON LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Le domande presentate per accedere a Quota 100 hanno ormai raggiunto le 113.500 unità. Il Sole 24 ore ricorda però che la riforma delle pensioni ha previsto altre misure per il pensionamento anticipato rispetto a quello di vecchiaia e ha fornito anche alcuni numeri in merito. Ai primi di aprile, risultano circa 10.900 domande per Opzione donna, poco più di 13.900 per la Quota 41 dei lavoratori precoci e 9.600 per l’Ape social. “I primi dati sulle domande di pensionamento anticipato alternative a Quota 100 ricevute da Inps ci dicono che ogni dieci candidati quotisti ce ne sono più di tre che pure aspirano all’anticipo e che, in moltissimi casi, lo otterranno”, scrive Davide Colombo, che riguardo ai tempi di liquidazione delle domande aggiunge: “Se le istruttorie procederanno senza rallentamenti si conta di liquidare altri due blocchi di prestazioni in due fasi successive: una entro la prima decade del mese, la seconda tra il 20 e il 29 aprile, riuscendo a liquidare fino a 50mila nuove pensioni entro maggio”. C’è da sperare che nessuno dei pensionandi resti indietro.

UNA RIFORMA DELLE PENSIONI PIÙ RADICALE

In un intervento pubblicato su Italia Oggi, Massimo Blasoni evidenzia come il nostro sistema pensionistico non garantisca “un adeguato apprezzamento dei contributi versati, diversamente dai sistemi a capitalizzazione individuale. Oggi versiamo, sostanzialmente senza alcun rendimento, contributi all’Inps che servono a pagare gli assegni di chi è in quiescenza oltre alle prestazioni assistenziali: cassa integrazione, indennità di malattia o invalidità”. Secondo il Presidente del Centro studi ImpresaLavoro bisognerebbe quindi passare, gradualmente dal sistema a ripartizione pubblico a uno a capitalizzazione privato. In pratica Blasoni propone una riforma delle pensioni davvero radicale, a differenza di Quota 100, la cui attuazione, spiega, potrebbe avvenire “per gradi con un mix iniziale tra l’attuale previdenza obbligatoria e quella integrativa”. “Perché deve essere l’Inps a gestire obbligatoriamente i miei versamenti contributivi? Una domanda che potrebbe essere confutata sul piano ideologico. Tuttavia la realtà purtroppo dimostra che il modello italiano rischia di crollare sotto il peso della sua insostenibilità”, scrive Blasoni.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO

Matteo Salvini ha ribadito che dopo Quota 100 la riforma delle pensioni sarà all’insegna di Quota 41. Cesare Damiano dice di essere assolutamente d’accordo con il vicepremier, anche perché la possibilità di poter andare in quiescenza dopo 41 anni di anzianità contributiva, indipendentemente dall’età anagrafica, “l’avevamo proposta noi. Ma, va detto, l’Inps pretendeva una risorsa di 8 miliardi per questa sola misura. Adesso quanti ne chiederà? Anche se pare che l’Istituto, nei calcoli più recenti, sembri più orientato alla stagione dei saldi e degli sconti che a noi non erano mai stati concessi, i 41 anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall’età costano parecchio. Come faranno il Def e la legge di Bilancio a tenere tutto dentro, compresa la flat tax?”.

QUOTA 41, POCHE CHANCE PER NUOVA RIFORMA DELLE PENSIONI

L’ex ministro del Lavoro è poi dubbioso sulle chance di introdurre Quota 41 dato che ”visto l’attuale livello di litigiosità tra i ‘nemiamici’ di Governo, si può immaginare che altre nubi di tempesta si avvicinino all’orizzonte”. Damiano ribadisce anche la sua posizione riguardo l’attuale sistema pensionistico: “Quota 100, anche se non supera la legge Fornero, pone riparo ad alcune ingiustizie previdenziali, ma non aiuta chi avrebbe davvero bisogno di andare in pensione: donne, disoccupati e lavoratori discontinui come quelli dell’edilizia, che a 38 anni di contributi non ci arriveranno mai”. C’è quindi, da parte dell’ex deputato del Pd, una sorta di condivisione del principio delle misure che il Governo ha proposto in tema di pensioni, ma non della loro concreta stesura e attuazione.