SCONTRO TELESE-PUGLISI SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI
La riforma delle pensioni con Quota 100 è stata oggetto di uno scontro in tv tra Luca Telese e Riccardo Puglisi. Entrambi ospiti della trasmissione L’aria che tira, hanno cominciato a dibattere sugli effetti della misura approvata dal Governo. L’economista ha chiesto al giornalista di realizzare un’inchiesta per capire come mai l’Inps, da quando non c’è più Tito Boeri alla sua guida, non fornisca il numero di disoccupati che presentano domanda per accedere a Quota 100. Telese, da parte sua, ha riconosciuto che, come mostrato da alcuni dati della Cisl, è alta la percentuale di disoccupati che hanno presentato domanda è alta. Per Puglisi questa è la prova che Quota 100 non dà quella spinta al turnover nel mercato del lavoro che invece viene indicata dal Governo. Il giornalista ha invece evidenziato che con la misura varata dall’esecutivo si fa qualcosa per persone che erano senza lavoro e avanti con gli anni, quindi difficilmente rioccupabili. Lo scambio di battute è stato piuttosto intenso, con Puglisi che ha preso le parole di Telese come una conferma della propria tesi e il giornalista che ha invece evidenziato l’importanza dell’intervento del Governo dal punto di vista sociale.
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA PER I GIOVANI
Le domande per accedere a Quota 100 sono ormai arrivate alla soglia delle 115.000 unità. Secondo i dati comunicati dall’Inps, a voler accedere alla novità della riforma delle pensioni sono principalmente lavoratori dipendenti del settore privato (40.900) e dipendenti pubblici (38.700). Intanto Gianna Fracassi fa presente come occorra “affrontare il tema delle pensioni dei giovani”. Il vicesegretario nazionale della Cgil, secondo quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, evidenzia che si tratta di “un tema serio, perché si accompagna anche al fatto che i dati del mercato del lavoro indicano per i giovani di questo Paese un presente di precarietà e un futuro di povertà”. Dal suo punto di vista, quindi, il tema va affrontato ora, perché non sarà possibile farlo “quando questi giovani saranno diventati anziani. Va affrontato adesso perché abbraccia un tratto largo di generazioni”. Fracassi sottolinea anche l’importanza della qualità del lavoro, perché “ha effetti sul versante previdenziale, riguarda i giovani e le donne di questo Paese. Da questo punto di vista, è evidente che intervenire per rimettere al centro un quadro di diritti e tutele sul lavoro è ineludibile”.
QUOTA 100, ATTESI CHIARIMENTI SU RIFORMA PENSIONI
Con la circolare dedicata alla riforma delle pensioni con quota 100, la Fondazione Consulenti del Lavoro fornisce delle indicazioni importanti riguardo le novità previdenziali da poco introdotte dal Governo. Per esempio, viene ricordato che ancora l’Inps “non ha chiarito se la maturazione dei requisiti di accesso alla pensione in Quota 100 determini la decadenza dal diritto alla indennità di disoccupazione (NASpI)”. Inoltre, nel caso le aziende vogliano accompagnare alcuni dipendenti al pensionamento con l’isopensione, non potranno far ricorso a Quota 100, a meno che non rientrino tra le società cui si applicano i fondi bilaterali di solidarietà. Nella circolare viene anche sottolineato che le caratteristiche relative all’anticipo del Trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici, possibile fino a 45.000 euro, “saranno chiarite dalle convenzioni stipulate con banche e intermediari finanziari aderenti”. Ci sarà anche un’indiretta compensazione degli interessi con una riduzione dell’imposta compresa tra l’1,5% e il 7,5%, a seconda del tempo trascorso fra la cessazione del servizio e l’erogazione del Tfs.
RIFORMA PENSIONI, L’USO DI OPZIONE DONNA
La riforma delle pensioni, oltre a Quota 100, ha previsto la proroga di Opzione donna. Come ricorda Lucia Azzolina in un post su Facebook, le domande presentate all’Inps per utilizzare questa forma di pensionamento anticipato ammontano, al 2 aprile, a 10.732 unità. La deputata del Movimento 5 Stelle segnala anche che 2.290 domande provengono dalla gestione pubblica e 1.125 in particolare dal comparto docenti. Questi dati sono molto interessanti, uniti al fatto che, come ricorda Azzolina, “la fascia media di età delle richiedenti, oscilla tra i 58 e i 60 anni”. Anzitutto si può notare come anche nel comparto pubblico, dove pure la stabilità della propria occupazione non manca, c’è anche chi è disposto a sacrificare parte della futura pensione (visto che Opzione donna prevede il ricalcolo contributivo pieno dell’assegno) pur di andare in quiescenza. E circa la metà delle donne che lavorano nel pubblico provengono dalla scuola, segno che, come evidenziato dai sindacati di settore, l’attività svolta può essere molto pesante.
LA CIRCOLARE FSCL SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI
“Quota100 e dintorni: la riforma di pensioni e welfare” è il titolo della circolare che la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha dedicato alle novità previdenziali introdotte dal Governo. “Va sottolineato come la riforma interviene su una parte delle norme in materia pensionistica, varate dal governo Monti e dal ministro Fornero, con un’attenuazione delle stesse e con l’introduzione di previsioni di maggiore flessibilità”, si legge nell’introduzione di Rosario De Luca. Il Presidente della Fondazione evidenzia anche che “la nuova riforma del sistema pensionistico rappresenta un buon provvedimento nel momento in cui concede, a chi ha lavorato a lungo e ha maturato i contributi necessari, la possibilità di andare in pensione prima e con più facilità”. Viene poi spiegato che “secondo le stime elaborate dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro per effetto dell’uscita anticipata con Quota 100, un giovane ogni tre pensionati farà ingresso quest’anno nel mondo del lavoro”. Un dato che potrebbe “essere superiore se mutassero le condizioni di mercato e se le aziende avessero, quindi, maggiori esigenze di assumere”.
RIFORMA PENSIONI, LE CRITICHE A QUOTA 100
Ferruccio de Bortoli non è certo tenero nei confronti della riforma delle pensioni con Quota 100. L’ex direttore di Sole 24 Ore e Corriere della Sera, su L’Economia, l’inserto del quotidiano di via Solferino, scrive infatti che si tratta di “una formidabile arma di distrazione di massa”. Dal suo punto di vista è finita ingiustamente nella penombra del dibattito pubblico la previdenza integrativa, cui invece si dovrebbe guardare, visto che se si lavorerà di meno, ritirandosi prima in pensione, si percepirà un assegno più basso per tutta la vita. Non bisogna poi dimenticare che per i giovani la previdenza integrativa potrebbe rappresentare una necessità, visto che potrebbero non avere una continuità contributiva in grado di fargli percepire una pensione di importo sufficiente a mantenere un certo tenore di vita. Si dovrebbe quindi pensare a qualche forma di incentivazione per consentire loro di poter pensare al proprio futuro.
I PRECEDENTI PERICOLOSI PER UNA RIFORMA DELLE PENSIONI
Quota 100 viene criticata anche da Matteo Prioschi sulle pagine del Sole 24 Ore. Il giornalista mette in evidenza come non sia la prima volta che l’Italia si trova di fronte a una riforma importante da cui poi si fa marcia indietro: nel 1969, con Brodolini, è stato infatti introdotto il sistema retributivo, ma nel 1995, con Dini, è stato reintrodotto quello contributivo. Dunque se “a concedere si fa in fretta, togliere è più difficile”. È anche per questo che Quota 100 “è disponibile fino al 2021. Poi si vedrà”. Si spera che i conti del sistema previdenziale non siano tali da determinare strette di entità importanti, come avvenuto nel 2011.