Come ben noto a fine mese andremo a votare per il rinnovo del Parlamento europeo. Oltre, come normale che sia, a essere un giudizio sulla Commissione uscente, sulle politiche messe in campo e sull’Europa che vorremmo nei prossimi anni, le elezioni europee rappresentano, senza dubbio, l’esame di maturità per il Governo del “cambiamento” guidato dal professor Conte e da due “studenti fuori corso”, e un po’ indisciplinati, come Luigi di Maio e Matteo Salvini. Il popolo italiano, insomma, sarà chiamato a dare un giudizio (dopo i vari commissari esterni: Ocse, Commissione europea, Bankitalia, ecc.) su quanto realizzato (o meno) in questo ultimo anno dalla compagine giallo-verde.
Una delle materie, finora un po’ snobbata, più importanti per la valutazione sarà quella relativa a economia e lavoro. In questo quadro un testo certamente utile per la preparazione all’esame è la periodica nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia, in cui si parla della situazione del mercato del lavoro nel nostro Paese. Leggendo il “bignami” dello studio scopriamo che a marzo 2019 il dato relativo all’occupazione è in ripresa dopo la sostanziale stabilità del mese precedente e che tale aumento riporta, addirittura, il numero di occupati vicino ai livelli massimi registrati a metà del 2018. La crescita occupazionale riguarda entrambi i generi, con una significativa espansione (finalmente?) delle classi di età più giovani e si concentra prevalentemente tra i dipendenti a tempo indeterminato (sebbene nella versione “a tutele crescenti”).
Alla crescita degli occupati a marzo, si accompagna anche un forte calo dei disoccupati e la sostanziale stabilità degli inattivi. Se poi l’analisi si amplia su base trimestrale, si rileva, come negli auspici dell’esecutivo, un aumento dei lavoratori con contratti “stabili” e un calo di quelli a tempo determinato.
Basteranno questi dati timidamente positivi a far passare l’esame al Governo Conte e ai partiti che lo sostengono? Porteranno la Lega salviniana al suo primo storico 30 (per cento)? Saranno valutati positivamente i diversi provvedimenti messi in campo come il “decreto dignità”, il reddito di cittadinanza e “quota 100” per passare l’esame a pieni voti?
Agli elettori, come giusto che sia, spetterà il giudizio finale. La speranza, ovviamente, del Governo è di passare il test di fine mese a pieni voti convinti così da portare, almeno dal suo punto di vista, in Europa un Paese più forte e maggiormente in grado di incidere ai tavoli dove si prendono le decisioni più importanti per il futuro dell’economia, e del lavoro, europea e, quindi, italiana.