Una famiglia su due, tra quelle che otterranno il reddito di cittadinanza a partire dal 2019, vivono nel Sud o nelle Isole: questa la fotografia dell’analisi de Il Sole 24 Ore sull’incidenza del provvedimento del Movimento 5 Stelle. Ma non solo: per valori pressochè quantitativa, anche migliaia di famiglie del nord avranno beneficio, soprattutto nelle aree considerate tradizionalmente più depresse. Come sottolineato da Agi, una larga fetta di ceti urbani impoveriti è presente nel Settentrione e questo potrebbe avere dei risvolti importanti anche in termini di elettorato: il movimento guidato da Luigi Di Maio potrebbe così sfondare anche in aree dove domenica la Lega, che negli ultimi mesi è cresciuta tantissimo stando ai sondaggi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



I DATI ISTAT

Nel corso della sua audizione sulla Manovra davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il presidente Istat, Maurizio Franzini, ha fornito le stime dell’istituto di statistica sul reddito di cittadinanza. Secondo Franzini, il provvedimento fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle corrisponderà “a un aumento dei trasferimenti pubblici pari a circa 9 miliardi” e avrà un impatto dello 0,2% sul pil. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, “Questa reattività potrebbe essere più elevata, e pari allo 0,3%, nel caso in cui si consideri l’impatto del reddito di cittadinanza come uno shock diretto sui consumi delle famiglie”. Gli effetti positivi, però, si esauriranno relativamente presto, precisamente “dopo 5 anni, quando la riduzione dell’output gap e il conseguente aumento dei prezzi annullerebbero gli effetti positivi della spesa pubblica”. Il tutto sempre “sotto l’ipotesi che nello stesso periodo non si verifichino peggioramenti delle condizioni di politica monetaria, ovvero che non ci siano aumenti dei tassi di interesse di breve termine”. (agg. di Dario D’Angelo)



CHIETI CITTA’ PIU’ VIRTUOSA DEL CENTRO-SUD

Tramite i dati dell’ISEE, si può capire quali province sono maggiormente coinvolte dalla richiesta del reddito di cittadinanza. Il centro-sud, come detto, occupa tutta la parte “alta” della classifica, con province come Crotone che arrivano a una famiglia su quattro bisognosa del reddito. Sempre considerando solo le province centro-meridionale, la città più virtuosa è Chieti, all’ottantaquattresimo posto della graduatoria con solo il 6,9% delle famiglie che sarebbe bisognosa del reddito di cittadinanza, un dato non lontano dal 2,3% di Bolzano che rappresenta il record “positivo”. Tra le province del centro-nord, la più “bisognosa” in questo momento è Latina all’11%, da segnalare però anche il quarantesimo posto di Torino, col 9,1% delle famiglie del capoluogo piemontese che rientrerebbero nei requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza. (agg. di Fabio Belli)



BOOM DI RICHIESTE AL SUD

L’analisi su 2,5 milioni di famiglie firmata Il Sole 24 Ore sul reddito di cittadinanza ha acceso il dibattito: l’incidenza maggiore è in 34 Province del Sud e delle Isola. I dettagli del provvedimento del Movimento 5 Stelle non sono stati definiti ed è previsto a tal proposito un atto ad hoc, anche se vi abbiamo già sottolineato che le cifre potrebbero non coprire quanto promesso. E la chiave di lettura principale è lampante: una valanga di assegni per il Sud. Il maggior numero di potenziali beneficiari si trova in provincia di Napoli, con quasi 230 mila famiglie, seguita da Roma (173.200), Milano (103.600), Palermo (100.800) e Torino (95.900). Questo il quadro a livello numerico, guardando le statistiche sull’incidenza però il discorso cambia totalmente: a Napoli e a Palermo l’incidenza supera il 20 per cent delle famiglie residenti, mentre a Torino il 9 per cento e a Milano non arriva al 7 per cento. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

UNA FAMIGLIA SU DUE COI REQUISITI AL SUD

Una famiglia su due con i requisiti per il reddito di cittadinanza si trova al Sud: questa l’analisi de Il Sole 24 Ore sul provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Come vi abbiamo detto, il record di beneficiari appartiene a Crotone, seguito da Napoli, Palermo e Caltanissetta. In fondo alla classifica, invece, Bolzano. Il quotidiano evidenzia che i valori dell’Isee sono storicamente più bassi al Sud, dove i redditi sono inferiori e la disoccupazione più alta, senza dimenticare che le famiglie sono più numerose e gli investimenti minori. Ma questo non è l’unico dettaglio da tenere in considerazione: se l’obiettivo dell’esecutivo gialloverde è quello di raggiungere i 2,5 milioni di famiglie con i requisiti Isee, i 9 miliardi stanziati “si traducono in una media di 294 euro mensili a famiglia”, dunque meno della metà dei 780 euro inizialmente previsti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“CONVIENE A TUTTI: 4 SETTORI A RISCHIO”

Nella sua analisi sugli effetti del reddito di cittadinanza, Unimpresa traccia uno scenario in cui in Italia negli ultimi anni si potrebbe assistere ad un vero e proprio boom del lavoro nero. A trarre vantaggio da un licenziamento fittizio sarebbero da una parte i lavoratori, che potrebbero percepire doppio stipendio, e dall’altra i titolari, che vedrebbero ridotto il costo del lavoro dal 30 al 60%. Unimpresa ha anche individuato i settori in cui questi la scappatoia del lavoro nero potrebbe trovare terreno maggiormente fertile: “Commercio, turismo, agricoltura, servizi di manutenzione e di pulizia sono i settori nei quali si potrebbero registrare i maggiori casi di anomalia e distorsione. Lavoratori part time e con stipendio inferiore a 1.000 euro mensili quelli potenzialmente più interessati a valutare forme di aggiramento e violazione della misura”. (agg. di Dario D’Angelo)

REDDITO DI CITTADINANZA, UNIMPRESA: “BOOM DI LAVORO NERO”

Reddito di cittadinanza, boom di lavoro nero: questo il pericolo delineato da Unimpresa e riportato da Finanza.com. Luigi Di Maio ha annunciato che partirà nel 2019, ma il provvedimento è già nella bufera: l’architettura si presterebbe infatti a diverse manipolazioni, con sostanziali accordi tra imprese e lavoratori. Questi ultimi, soprattutto quelli appartenenti alle categorie più deboli, accetterebbero di buon grado il licenziamento per percepire il reddito di 780 euro al mese, continuando a lavorare con un salario in nero e più contenuto rispetto a quello regolare. Vantaggi sia per il lavoratore, che percepirebbe una somma superiore , sia per il datore di lavoro, che risparmierebbe così dal 30 al 60 per cento sul costo del lavoro. Ecco l’analisi di Unimpresa: “Per creare nuova occupazione bisogna tagliare il cuneo fiscale e i costi a carico delle aziende ma ci rendiamo conto che si tratterebbe di interventi poco spendibili sul piano elettorale e non remunerativi in termini di voti. C’è da dire che la misura sul reddito di cittadinanza ha un presupposto importante e condivisibile. Aiutare chi è in difficoltà, prima con un sussidio e poi con l’offerta di lavoro. Ma a noi piace andare a fondo ed essere concreti, valutiamo sempre l’applicabilità e l’attuazione delle nuove leggi, che vanno sempre calate nella realtà italiana. E’ evidente che le distorsioni sono facilissime e a portata di mano, meglio dirselo subito”.

REDDITO DI CITTADINANZA, RECORD A CROTONE

Ed emergono ulteriori dati e statistiche sul provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle, sebbene la Lega sia intenzionata a metterci mano come annunciato da Armando Siri. Il Sole 24 Ore ha analizzato le province che ne beneficeranno di più e il record va a Crotone, con una famiglia su quattro con un Isee sotto i 9 mila euro. La maggiore incidenza del reddito di cittadinanza è in 34 province del Sud e isole: a Napoli, Palermo e Caltanissetta rientra una famiglia su cinque. Fanalino di coda nella classifica è Bolzano, con una famiglia su quaranta, seguita da Belluno e Sondrio. Ecco le dieci province beneficiarie: oltre le già citate Crotone, Napoli, Palermo e Caltanissetta, troviamo Medio Campisano, Catanzaro, Catania, Caserta, Barletta e Reggio Calabria. I dati, elaborati da un’analisi sugli Isee ordinari presentati nel 2016 e monitorati dal ministero del Lavoro, evidenziano un’Italia spaccata: il provvedimento fortemente voluto dai pentastellati infatti andrà a incidere soprattutto al Sud, con il Nord situato al fondo di questa inchiesta. A completare l’elenco delle ultime beneficiarie troviamo infatti Monza e Brianza, Treviso, Varese, Lecco, Como, Trento e Verbano Cusio Ossola.