Lega e Movimento 5 Stelle litigano e ricuciono sul reddito di cittadinanza, ma la manovra deve fare i conti gli attacchi delle opposizioni. Il Partito Democratico insiste sulle promesse non mantenute, come testimoniato dal tweet del deputato Matteo Mor: “Reddito di cittadinanza: rinviato. Quota 100: rinviata. Flat Tax: inesistente. Quello che c’è di sicuro nella #manovra sono gli aumenti delle tasse locali #Imu e #Irpef. Bel cambiamento, vero? #pagailpopolo”. E Forza Italia non ci va per il sottile, con la capogruppo Mariastella Gelmini che parla di caos totale: “Caos totale sulla legge di bilancio Il testo giunto in Parlamento è pieno zeppo di errori, i conti non tornano, mancano le risorse per le misure annunciate a ripetizione in queste settimane dal governo gialloverde. Quanto costano e come saranno finanziate le pensioni di cittadinanza, il reddito di cittadinanza, l’ormai famosa ‘quota 100’? Per di più non c’è traccia di un crono programma che indichi l’entrata in vigore di questi provvedimenti. Di Maio e Salvini dovrebbero lavorare di più e fare meno propaganda. Ieri il presidente Mattarella ha giustamente richiamato l’esecutivo alle proprie responsabilità e lo ha invitato ad un ‘dialogo’ costruttivo con l’Unione europea. Purtroppo in queste ore c’è, invece, chi alza i toni e chi invoca la piazza contro Bruxelles. Un’arma di distrazione per nascondere l’incompetenza del governo Movimento 5 Stelle-Lega”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“SE C’E’ CHI DUBITA, C’E’ RISCHIO PER TUTTI”

L’avviso di Luigi Di Maio alla Lega sul reddito di cittadinanza non è passato inosservato, con il capo politico del M5s che nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha parlato ampiamente della manovra economica del governo: “Il monito severo di Mattarella? Quello che ha detto il presidente Mattarella è ragionevole. Il capo dello Stato sta osservando l’evolversi della situazione con molta attenzione. La sua attenzione è la nostra: anche noi teniamo alla salvaguardia degli interessi degli italiani”. Continua il ministro del Lavoro, parlando dei piani del M5s: “Noi siamo già nelle piazze da mesi a spiegare la manovra. È chiaro che con la Commissione Ue è importante avere un dialogo, ma non arretriamo di un millimetro sia per quello che c’è nel testo, sia per quello che ancora non c’è ma verrà aggiunto in Aula e mi riferisco a più soldi per la scuola, alla misura sulle pensioni d’oro e sui tagli all’editoria”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE CONVOCA GIORGETTI

Nuove scintille all’interno del governo, e del resto erano prevedibili visto che l’esecutivo è composto da due frange, quella del Movimento 5 Stelle, e quella della Lega, che durante l’ultima campagna elettorale se le sono date di santa ragione. Il tema dello scontro è il reddito di cittadinanza, che Di Maio ha voluto specificare, sarà nella manovra e si farà per decreto prima o dopo Natale. Una replica del ministro del lavoro al leghista Giorgetti, che di recente ha apertamente criticato il cavallo di battaglia dei grillini, definendolo un provvedimento fine a se stesso se non produrrà posti di lavoro. Forse per calmare le acque è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, che da Tunisi ha fatto eco alle parole di Di Maio, dicendo che il famoso RDC partirà, precisando comunque che «Siamo ben consapevoli tutti che va fatta con attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso, teniamo a farla con tutti i dettagli». Il premier avrebbe quindi deciso di convocare Giorgietti a Palazzo Chigi, per un incontro chiarificatore, da cui il governo, stando alle parole dei presenti, sarebbe uscito “unito”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“IL CONTRATTO VA RISPETTATO

Luigi Di Maio torna a parlare del reddito di cittadinanza e lo fa lanciando un messaggio alla Lega: c’è un contratto firmato da rispettare. Ecco le sue parole al Corriere della Sera:”Abbiamo firmato un contratto di governo che va rispettato da entrambi i contraenti. Siamo stati sempre chiari. Il reddito sarà operativo nei primi tre mesi del 2019. Se vedo un problema non è nelle risorse o nelle norme ma quando qualcuno non crede in quello che stiamo facendo. Se qualche membro del governo non crede in quello che stiamo facendo allora è un rischio per i cittadini prima di tutto”. Queste, invece, le parole sulle critiche Ue sulla manovra: “È chiaro che con la Commissione Ue è importante avere un dialogo, ma non arretriamo di un millimetro sia per quello che c’è nel testo, sia per quello che ancora non c’è ma verrà aggiunto in Aula e mi riferisco a più soldi per la scuola, alla misura sulle pensioni d’oro e sui tagli all’editoria”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

FONDI DA TAGLI A PENSIONI E GIORNALI

L’ala del Movimento 5 Stelle del Governo gialloverde difende dunque a spada tratta la possibilità di inserire già con un decreto in approvazione nel prossimo mese di dicembre il reddito di cittadinanza. Una misura per la quale andranno però individuati fondi al di là dell’aspra polemica che ha tenuto banco nella giornata di venerdì 2 novembre. Per riuscirci, si punta soprattutto a reperire fondi attraverso il taglio degli sprechi, cavallo di battaglia pentastellato: nel mirino il discusso taglio delle pensioni d’oro, che dovrebbe concretizzarsi già in questa manovra economica, e una nuova stretta sui fondi all’editoria, un altro pallino “grillino” che potrebbe però scontrarsi con la necessità di molti giornali di non veder tagliate ulteriormente entrate che, mancando all’improvviso, potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza di molte testate e con esse il pluralismo dell’informazione in Italia. Ma le misure saranno calibrate per cercare di introdurre il reddito di cittadinanza il più presto possibile. (agg. di Fabio Belli)

FRACCARO DIFENDE LA MISURA

Manovra e reddito di cittadinanza al centro delle tensioni tra Movimento 5 Stelle e Lega, con le forze di governo non concordi sui principali provvedimenti. Se la Lega ha smorzato le parole di Giancarlo Giorgetti, i pentastellati tirano dritto sulla norma bandiera. Ecco le parole di Riccardo Fraccaro, ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta: “Siamo stati votati per realizzare il nostro programma. I cittadini si sono espressi per il cambiamento e vogliono che questo Governo dia loro tutto ciò che finora gli è stato negato. Ci hanno scelti per questo, altrimenti avrebbero votato quelli di prima. Noi rispetteremo la volontà popolare e faremo tornare il Paese a crescere. C’è tanto lavoro da fare e non ci tiriamo certo indietro. Il Reddito di cittadinanza porterà dignità e porterà lavoro. Nella manovra abbiamo stanziato le risorse e a marzo sarà operativo”. Continua il grillino: “Le complicazioni nascono quando si prova a insinuare dubbi sui punti inseriti nel contratto, che stiamo portando avanti come maggioranza contro tutto e tutti. Il Governo non arretrerà di un solo millimetro, porteremo a casa uno ad uno tutti i punti del contratto. Chi non è convinto fino in fondo di ciò che facciamo è destinato a ricredersi. Il cambiamento va avanti senza se e senza ma”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LEGA FRENA GIORGETTI

“Non c’è nessuna intenzione di bloccare il reddito di cittadinanza”: fonti della Lega frenano Giancarlo Giorgetti, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che aveva espresso le sue perplessità sul provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Una precisazione importante da parte del Carroccio, che punta a testimoniare la coesione con l’alleato di governo. Conte e Di Maio tirano dritto, confermando che si farà, ma l’opposizione continua la sua battaglia e rilancia l’hashtag #chilhavisto. Ecco il commento di Davide Faraone, esponente del Partito Democratico: “Il #redditodicittadinanza è sparito. #Giorgetti: è complicato. Di Maio e Conte: si farà. Quando, come e chi ne usufruirà non si sa. Se avete news avvertitemi”. Queste, invece, le parole della dem Alessia Morani: “Sono scomparsi dalla manovra reddito di cittadinanza e quota 100. Sapete perché? Le risorse sono insufficienti e rinvieranno il più possibile la loro realizzazione perché le persone saranno molto deluse quando scopriranno di essere state prese in giro. Succederà dopo le Europee”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LA PRECISAZIONE DEL PREMIER CONTE

La promessa di Luigi Di Maio, il monito di Giancarlo Giorgetti e l’analisi del premier Giuseppe Conte: il giurista ha smentito il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, affermando che il reddito di cittadinanza “si farà”. Ecco le parole del capo di governo dalla Tunisia: “La riforma partirà l’anno prossimo: siamo consapevoli che serve molta attenzione e questa è la ragione per cui non è stata inserita adesso”. Il governo “tiene a farla bene e con tutti i dettagli” sottolinea Conte, che non entra nel merito delle cifre a copertura del reddito: “C’è libertà di stampa, quello che conta è ciò che scrive il governo”. “Le cifre le facciamo noi”, afferma il premier, “avendo contezza dei dati dell’Istat e decidendo noi la platea. Ci sono le risorse per finanziare il reddito che vogliamo, sia per finanziare la riforma della legge Fornero”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DI MAIO SMENTISCE DETRATTORI

Nel corso di una diretta Facebook, il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, è tornato a parlare della manovra di bilancio del 2019, soffermandosi in particolare sul reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Stando a quanto specificato dal leader dei grillini, il reddito, così come la pensione di cittadinanza e la quota 100 pensioni (la somma fra l’età anagrafica e il numero di anni di contributi), non saranno inseriti in un disegno di legge, come era invece previsto all’inizio, ma il governo attuerà queste riforme procedendo per decreto. L’intervento di Di Maio si è reso necessario per smentire le ultime voci che volevano Lega e Movimento 5 Stelle lasciare fuori dalla manovra sia il reddito di cittadinanza quanto quota 100: «Ci sono nella legge di bilancio – afferma – chi dice che non ci sono sta dicendo bugie perché in manovra ci sono i soldi, c’è la ciccia. Ma le norme regolamentari non possono stare lì». Quindi Di Maio ha specificato: «Dopo la legge di bilancio, magari a Natale o subito dopo, si fa un decreto con le norme per reddito e pensioni di cittadinanza e riforma della Fornero. Lo faremo con un decreto, non un ddl perché ci vorrebbe troppo e c’è emergenza povertà». Di Maio ha aggiunto che ci saranno ancora due mesi per perfezionare tutti i dettagli, di modo che «Il 2019 possa diventare l’anno del cambiamento». In basso potete trovare il video di Di Maio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL PUNTO SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Reddito di cittadinanza, Luigi Di Maio: “Parte a marzo”, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico fa il punto della situazione sull’attuazione del provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Il capo politico grillino ha sottolineato che le misure in cui la legge di bilancio stanzia i fondi saranno previste da un decreto legge che accompagnerà la legge di bilancio: “Nella legge di bilancio si mettono i fondi, ma non ci sono le leggi ordinamentali”. E evidenzia che “c’è la ciccia, cioè i soldi per permettere alle norme di funzionare”. Ma c’è ancora di più: nel corso di una diretta su Facebook, Di Maio ha sottolineato che il reddito di cittadinanza partirà a marzo: “C’è il reddito con la riforma dei centri per l’impiego, dove tutto ruota intorno al lavoro”, aggiungendo che “tra inizio e fine marzo parte, mentre successivamente ci saranno i rimborsi per i truffati delle banche e la quota 100”.

GIORGETTI: “CI SONO PROBLEMI ATTUATIVI”

Non mancano però le controindicazioni. Nelle ultime ore stanno facendo particolarmente discutere le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, contenute nel libro di Bruno Vespa. Il numero due della Lega ha infatti evidenziato: “Il reddito di cittadinanza? Ha complicazioni attuative non indifferenti. Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso”. E piovono critiche dall’opposizione sull’assenza del provvedimento nella ribattezzata ‘Manovra del popolo’: “Niente flat tax. Niente riforma Fornero. Niente reddito di cittadinanza. Nella #manovradelpopolo niente di quello che era stato promesso. C’è solo il #condono. Un imbroglio elettorale fatto dagli honesti ai danni degli onesti”, il tweet di Enza Bruno Bossio. Questo l’attacco di Anna Ascani: “Nella #manovradelpopolo alla fine non ci sono nè la riforma della Fornero, nè la Flat Tax, nè il Reddito di Cittadinanza. Ma – aggiunge la dem – c’è il condono fiscale”.