Arrivano importanti aggiornamenti sul reddito di cittadinanza, con il Movimento 5 Stelle che apre alla Lega: i soldi potranno essere versati anche alle imprese. A lanciare l’idea era stato per primo l’economista del Carroccio Armando Siri e, come sottolinea Il Messaggero, i grillini hanno aperto alla possibilità di versare i 780 euro alle imprese, che così formerebbero e assumerebbero coloro che vivono sotto la soglia di povertà. Il primo segnale è del capogruppo al Senato pentastellato Stefano Patuanelli: «Pensare che un’impresa assuma chi percepisce il reddito di cittadinanza e che quel reddito venga trasferito all’impresa credo sia una buona idea per favorire l’occupazione». E le imprese approvano su tutta la linea la possibile svolta: «Noi come sistema siamo pronti a fare la nostra parte, ma bisogna immaginare delle condizioni e dei meccanismi per cui non ci siano alibi: chi rifiuta più di un’offerta di lavoro deve perdere il diritto al reddito», il commento del direttore generale di Confindustria Marcella Panucci. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



POLEMICHE SULLA FIGURA DEL TUTOR

Annuncio roboante di Luigi Di Maio sul reddito di cittadinanza ieri a Piazza Pulita, ma non mancano le polemiche. A scatenare il dibattito la figura del tutor: previsto per proporre il lavoro e formare per il tipo di occupazione proposta, servirà anche a «controllare che il cittadino non lavori in nero». E il Partito Democratico insorge, ecco il commento di Anna Ascani: «Se per ogni destinatario del #redditodicittadinanza è previsto un tutor dobbiamo assumere 5 milioni di tutor. E come li paghiamo i tutor? Col reddito di cittadinanza? Ognuno fa il tutor a un altro? Ragazzi secondo me Di Maio si sta evolvendo in Toninelli. Come nei Pokémon. Aiuto». Il capogruppo Andrea Marcucci polemizza sulle tessere mandate in stampa: «Di Maio ha annunciato stampa di 6 mln di tessere per #redditodicittadinanza. Sulla base di quale atto legislativo? O Di Maio come al solito mente o si sta commettendo abuso di ufficio con relativo danno erariale. Reddito di cittadinanza non è una legge approvata dalle Camere». Infine, l’accusa della senatrice dem Vanna Iori: «Mente in tv spudoratamente, sapendo bene che parla di una legge non approvata. Questo vive in un mondo parallelo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“IN STAMPA 6 MILIONI DI TESSERE”

Reddito di cittadinanza, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio annuncia: «Abbiamo già mandato a stampare i primi 5-6 milioni di tessere elettroniche». Il leader del Movimento 5 Stelle, intervenuto a Piazza Pulita, ha sottolineato che «queste tessere saranno carte di credito come tutte le altre». Il provvedimento bandiera pentastellato sarà disponibile già prima delle elezioni europee, come confermato dalla viceministro Laura Castelli, con l’assegno mensile di 780 euro che sarà destinato alle persone che vivono sotto la soglia di povertà. «Il più grande investimento in capitale umano che facciamo in Italia», così Di Maio ha ribattezzato la norma, aggiungendo: «Prenderemo delle persone che oggi hanno difficoltà ad avere un reddito e gli diremo: hai un sito internet, che sarà disponibile dal prossimo anno, accedi, ti identifichi con l’identità digitale e compili la scheda. Se hai i requisiti riceverai una tessera a casa e una serie di impegni da prendere».



LEGA: “NO AI CENTRI PER L’IMPIEGO”

La Lega però ha intenzione di rivedere alcuni aspetti del reddito di cittadinanza, che secondo le ultime statistiche registrerà un boom al sud: come riportato da Il Sole 24 Ore, il Carroccio ha intenzione di spostare il baricentro dai centri per l’impiego alle imprese. Armando Siri, economista leghista e sottosegretario alle Infrastrutture, ha sottolineato: «Dobbiamo coinvolgere di più il mondo produttivo ed evitare che il sussidio si possa tramutare in una misura assistenziale». La proposta «è di erogare il reddito di cittadinanza direttamente all’azienda che si occuperà di formare e riqualificare il disoccupato. Sostanzialmente, l’impresa agirà da “sostituto d’imposta”, versando l’equivalente all’interessato. Che, al termine del periodo di formazione-lavoro, potrà essere assunto dalla stessa impresa, oppure mettersi sul mercato con un bagaglio di competenze aggiornato».