In una lunga intervista alla Stampa il giorno dopo i dettagli “svelati” sulla Manovra vede un Giuseppe Conte di consueto pacato e tranquillo, nonostante il suo Governo Lega-M5s abbia vacillato e non poco nelle ore delicatissime sul Maxiemendamento in Senato e ancora prima nel rischiare la procedura d’infrazione con la Commissione Europea. In molti parlano di possibili scricchiolii che non si fermeranno solo alla Manovra di Bilancio (che alla fine, salvo clamorosi dietrofront, passerà negli ultimi giorni dell’anno) ma esploderanno in vista delle Elezioni Europee 2019, ma Conte si dice invece tutt’altro che preoccupato: «Entrambe le forze politiche hanno interesse a proseguire in questa direzione e sanno che i cittadini non capirebbero una inversione di rotta». Insomma, niente rottura specie con l’arrivo di un importante appuntamento elettorale che in linea di massima dovrebbe vedere contrapposti su fronti diversi Lega e M5s: «Le forze politiche che sostengono il governo hanno dato prova di grande responsabilità in questi primi mesi e sono certo che il lavoro proseguirà nell’interesse dei cittadini italiani. Da parte di tutti c’è una profonda condivisione di quel desiderio di cambiamento che è scritto nero su bianco nel contratto di governo», spiega ancora il premier nell’intervista alla Stampa.



LA SFIDA SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Sempre sulla Manovra, il Presidente del Consiglio risponde alle tante critiche piovute addosso al suo Governo per i modi “irrituali” utilizzati nella votazione al Senato: «Nessuna deliberata volontà di comprimere il vaglio del Parlamento, i ritardi sul testo sono piuttosto dovuti al negoziato con Bruxelles, davvero complesso», spiega Conte che poi replica anche a chi gli fa notare che la Manovra è tutt’altro che espansiva e ricca di crescita, «non è vero, nasce con un segno chiaramente espansivo e lo mantiene anche dopo le modifiche effettuate a seguito del negoziato con Bruxelles. Le risorse agli investimenti restano invariate nel prossimo triennio, per circa 15 miliardi, il taglio agli investimenti sarà riequilibrato da fondi europei». Resta lo scontro-incontro sul Reddito di Cittadinanza che ancora non si riesce a comprendere nel dettaglio come dovrà stabilizzarsi nei prossimi mesi: oggi il Fatto Quotidiano ha anticipato i principali dettagli e sarà difficile che quel “marzo” promesso ieri da Luigi Di Maio su Facebook possa essere rispettato. Più probabile aprile, ma anche più in là, visto che da gennaio dovrà partire in fretta la ristrutturazione dei centri di impiego fondamentali per la ricerca attiva del lavoro prevista dal Reddito M5s. La Lega continua a spingere affinché si elimino ogni possibile rimasuglio di assistenzialismo, ma non sarà semplice trovare un accordo pieno visto che – al netto di Conte – le distanze interne al Governo restano e anche piuttosto evidenti.

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