Continua il dibattito sul reddito di cittadinanza, il Movimento 5 Stelle continua a elogiare l’operato del governo per mantenere la promessa fatta agli elettori. Ecco le parole del capogruppo alla Camera Francesco D’Uva ai microfoni di Rai 2: «Promessa mantenuta verso i milioni di italiani che ci chiedevano questa misura. Abbiamo trovato i soldi malgrado ci dicessero da anni che era impossibile trovarli. Noi li abbiamo trovati sia per il reddito che per la pensione di cittadinanza». E aggiunge, a proposito dei miliardi persi nel negoziato con l’Europa: «Il reddito di cittadinanza parte da aprile, c’erano i primi mesi che non erano da finanziare, questo è il primo taglio». Su Twitter Matteo Renzi opta per l’ironia: «Lette le norme sul #NoProfit abbiamo chiesto di cambiarle. Di Maio le aveva lette prima, ma le ha capite dopo. Promette di cambiare, ora. Riproviamo: avete tagliato le assunzioni per fare il reddito di cittadinanza. Non conviene tenere le assunzioni e tagliare i sussidi?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



REDDITO DI CITTADINANZA 2019, I DATI

Passa la linea della Lega per quanto riguarda il reddito di cittadinanza? Il Movimento 5 Stelle sembra aver accolto la proposta del Carroccio sul provvedimento bandiera pentastellato, con il sussidio girato alle imprese per assumere i disoccupati. E che parametri vanno tenuti in considerazione per il pagamento del sussidio? Il Giornale sottolinea che bisogna fare riferimento all’integrazione del reddito e il contributo per l’affitto. Un adulto single potrebbe percepire 500 euro, mentre due adulti con due figli 900 euro, fino ad arrivare ai 1050 euro per tre adulti con due minorenni. Le recenti statistiche hanno evidenziato che circa il 27 per cento del reddito andrà ai nuclei familiari composti da un solo individuo. Passando al territorio, il 47 per cento andrà al centro-Nord, mentre il 53 per cento al sud e alle Isole. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



PASSA LA LINEA DELLA LEGA

Il Reddito di Cittadinanza “spunta” con qualche informazione in più mentre i tecnici di M5s e Lega stanno cominciando a mettere nero su bianco le specifiche della norma più importante della Manovra di Bilancio, nonché quella più discussa: e dalle novità che emergono forse pare proprio che Salvini abbia “convinto” (o stia convincendo, per ora sono solo bozze che circolano e vengono mostrate dal Corriere della Sera) Di Maio nell’affidare l’assegno del Reddito di Cittadinanza anche alle imprese che assumono i disoccupati destinatari della misura gialloverde. L’ultima novità emerge in merito alla bozza che circola tra gli ambienti M5s e mostra un possibile piano integrato per coinvolgere nel percorso del Reddito anche le imprese, le agenzie del lavoro e tutti gli enti di formazione. Insomma, un ingresso lento ma graduale dei privati nella ricerca degli impieghi che limiti il più possibile il timore che il destinatario del Reddito di Cittadinanza “attenda” il lavoro senza minimamente impegnarsi nella ricerca, o quantomeno senza fare formazione nel frattempo. Stando a quanto riporta oggi il CorSera, il ciclo del Reddito durerà 18 mesi e sarà pressapoco così: «Secondo le ipotesi allo studio del governo i richiedenti già a marzo potranno avere le loro credenziali per l’identità digitale (necessaria per usufruire della misura insieme all’attestazione della condizione reddituale) e fare domanda, anche con l’ausilio dei centri Caf. Dopo una verifica incrociata dei dati tra Inps e Poste, ad aprile saranno spedite le carte elettroniche per erogare gli importi».



SALVINI HA CONVINTO DI MAIO?

Ma come entrano di preciso le imprese nella complessa e ancora tutta da costruire struttura del Reddito di Cittadinanza? Stando alle fonti M5s, alle aziende che danno lavoro direttamente al destinatario dell’assegno viene di fatto indirizzato l’intero importo del Reddito (780 euro), da girare al neo-assunto per i mesi rimanenti fino alla fine del ciclo. La durata del contributo però, qui la novità introdotta dal M5s sotto pressione della Lega, raddoppia nel caso in cui il beneficiario e l’azienda stipulino un «patto per la formazione» di almeno cento ore. Sempre il Corriere riporta che «Le aziende, invece, percepiscono metà dell’importo del reddito (sempre fino a fine ciclo) nel caso in cui il beneficiario usufruisca o di un corso di formazione per l’impiego (in questo caso l’altra metà della misura va agli enti di formazione) o via sia l’ausilio delle agenzie per il lavoro (anche in questo caso a loro va il 50%)». La proposta di Armando Siri, inizialmente accolta dal M5s come un tentativo di “caporalato” sembra invece convincere sempre più anche davanti alle continue pressioni di Salvini per evitare «furbetti sul divano» nel percepire il Reddito di Cittadinanza. Ruolo fondamentale, ma ancora ben da definire, lo avrà il navigator ovvero i tutor che andranno assunti nei centri di impiego per occuparsi di circa 100-150 beneficiari del Reddito a testa: sull’esempio del modello tedesco, farà da collettore con il mondo delle aziende, gli enti locali e ovviamente i disoccupati. Secondo le fonti del Corriere, «per ogni assunto il navigator avrà diritto a un premio salariale, si parla di un quinto del reddito percepito dal beneficiario».