Con il voto finale di oggi, la Manovra di Bilancio verrà poi portata di corsa al Quirinale per poter apporre la firma di Mattarella entro la scadenza del 31 dicembre in modo da non far scattare l’esercizio provvisorio: dopo la bagarre di queste ultime settimane, culminata nel caos ieri a Montecitorio, occorre mettere un attimo la lente su tutte le misure approvate nell’unico articolo e nei 1143. Formati e approvati due fondi per le misure bandiera di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, con un decreto specifico che verrà poi prodotto per entrambe a gennaio 2019: per la riforma-rivoluzione della Fornero vengono stanziati 3,9 miliardi nel 2019, 8,3 miliardi nel 2020 e 8,6 miliardi nel 2021, mentre per il reddito M5s sono 7,1 miliardi nel 2019, 8 nel 2020 e 8,3 nel 2021. Sull’ecotassa, uno dei momenti di maggiore scontro in seno alla Maggioranza Lega-M5s, confermata la nuova tassa per i Suv ma è “dietrofront” rispetto alla prima bozza che prevedeva un’aggiunta di tassa anche per le normali utilitarie con Benzina (la famosa “tassa della Panda”). Stop agli aumenti dell’Iva, anche se crescono le clausole di salvaguardia per evitarli nei prossimi due anni e via libera alla tassa Ires (con l’agevolazione al 12% che viene cancellata per gli enti non profit) che però verrà subito cambiata a gennaio per volere del Governo dopo aver ammesso l’errore (compiuto dai tecnici, in primis Laura Castelli) della tassazione durissima per il volontariato.



IL “RISCHIO NERO” IN MANOVRA

In merito alla Flat Tax, viene approvato dal Governo in Manovra la proposta per tutti i pensionati stranieri o italiani rimpatriati che godranno di una tassa piatta al 7% qualora scelgano di risiedere nei comuni del Sud Italia con meno di 20mila abitanti. Viene prorogata la decontribuzione al Sud (per un massimo di 8.060 euro) per l’assunzione degli under 35 o anche per chi è disoccupato da almeno sei mesi: l’incentivo per le assunzioni è valido su base nazionale anche per i contratti stabili a laureati con il massimo dei voti. Scatta l’imposta Web Tax al 3% sui servizi digitali per le imprese che vendono online, forniscono pubblicità e trasmissione di dati, mentre vengono confermati i tagli all’editoria e il saldo-stralcio delle cartelle per i contribuenti in difficoltà (La misura riguarda le cartelle ricadenti nel periodo dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2017). In sostanza, il pagamento viene ridotto e modulato in base all’Isee: 16% per i redditi fino a 8.500 euro; 20% fino a 12.500 euro; 35% fino a 20mila euro (fonte Ansa). Secondo una prima analisi del Sole 24 ore, con le misure approvate in regime di Partite Iva, sgravi e quant’altro, la Manovra di Bilancio del Governo Lega-M5s è un «disincentivo alla produzione di maggior reddito, così marcato che rischia di costituire un incentivo al frazionamento (elusivo) dei ricavi» o peggio all’occultamento degli stessi, ovvero il rischio del “nero”. Non solo, sempre secondo il quotidiano milanese, «tali effetti saranno ulteriormente esasperati dal presumibile incremento delle addizionali Irpef, dovuto allo sblocco delle relative aliquote disposto dalla manovra di bilancio».

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