Stefano Buffagni, sottosegretario alla presidenza del Consiglio in quota M5s, nel corso de L’Intervista di Maria Latella ha affrontato il problema dei controlli sull’uso del reddito di cittadinanza e ha analizzato: «Il problema esiste e crediamo nell’interazione tra le varie realtà, quindi, l’ente locale e il Comune, l’Inps, l’Anpal e anche le segnalazioni che spesso arrivano dal vicino di casa che è invidioso, perché vede quello che sfrutta un prodotto, cioè uno strumento di aiuto, illegalmente, sono tutti strumenti che messi a sistema possono dare una mano». Ha poi proseguito, come riporta Il Messaggero: «E’ chiaro che servirà tempo per far funzionare al meglio le cose, quello che noi ci siamo premurati di avere era un percorso che partisse con un minimo di sufficienza, un 6 di partenza che garantisce il servizio, l’aiuto agli ultimi, e mettiamo in moto un sistema. Perché io non credo che i miracoli funzionino e non posso neanche annunciarli, però abbiamo fatto qualcosa che fino a sei mesi fa ci dicevano che era impossibile. Oggi tutti quelli che dicevano che era impossibile stanno cercando il cavillo per criticare, i rosiconi io li adoro perché ci tengono in vita». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CHIARA SARACENO CONTRO LEGA E M5S

La sociologa Chiara Saraceno contro il reddito di cittadinanza, duro attacco nei confronti di Lega e M5s. L’esperta ha spiegato a Il Manifesto di non essere convinta dalla «mescolanza di due politiche diverse: quelle contro la povertà e quelle di sostegno al reddito. In generale, il problema dell’assenza di lavoro non deriva dal fatto che offerta e domanda non si incontrano, ma dal fatto che non c’è abbastanza domanda di lavoro. È lo stesso errore di Renzi: si sta facendo una politica dell’offerta. Poi c’è l’idea di obbligare i poveri a lavorare perché altrimenti restano seduti sul divano in una vita in vacanza. È un linguaggio indecente. È una mancanza di rispetto. È come se non si sapesse che i poveri assoluti hanno spesso in famiglia almeno un membro che lavora. E ci sono anche persone che lavorano in maniera intermittente e quelle che non possono lavorare perché sono vulnerabili. I poveri, per definizione, non sono fannulloni da pungolare». E sottolinea: «L’esclusione degli stranieri che risiedono da meno di 10 anni in Italia? È una norma xenofoba. In più è stata presentata come un modo per risparmiare. Stiamo pensando di persone residenti, integrate, che lavorano. Ricordo che il 30% dei poveri assoluti sono concentrati in queste famiglie». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



FI: “LA LEGA E’ IN IMBARAZZO”

Opposizione sul piede di guerra, il reddito di cittadinanza al centro della bufera. Lega in calo al Nord e contraria al provvedimento bandiera del M5s, con il forzista Giorgio Mulè che spiega: «La Lega è in imbarazzo: deve rispettare un contratto di governo che in alcune parti, come il reddito di cittadinanza, tradisce lo spirito e le promesse fatte agli italiani alle elezioni del 4 marzo. Il RdC tradisce lo spirito delle misure che proponeva il Centrodestra», le sue parole a Radio Cusano Campus. Pd in prima linea, ecco le parole di Anna Ascani: «15 milioni di proposte di lavoro per 5 milioni di destinatari. La metà al Sud. Basterebbe questo a spiegare che il tentativo di comprare qualche voto per le europee col reddito di cittadinanza è una truffa, finanziata a debito. Pagheremo cara l’arroganza di questi incapaci». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



REDDITO DI CITTADINANZA 2019: IDEA REFERENDUM ABROGATIVO

Giovedi 17 gennaio è arrivato il via libera al decretone: ok a reddito di cittadinanza e Quota 100, fumata bianca al Governo M5s-Lega. Nelle ultime ore si è parlato molto dei requisiti e di come avere accesso al sussidio promesso dai grillini in campagna elettorale, ma non sono mancate le polemiche. Dopo la proposta della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, anche le altre forze di opposizione stanno pensando al referendum abrogativo: il Partito Democratico è sceso in campo con l’ex sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, che ha parlato di «occasione per una grande mobilitazione civica, sono disposto a metterci subito la faccia contro questo obbrobrio». Il dem ha spiegato: «La battaglia per cancellare immediatamente questo reddito di cittadinanza coincide con quella di chi afferma che bisogna andare avanti, investire nelle infrastrutture, credere nelle proprie capacità sia a livello personale sia come popolo. Insomma, è la battaglia di chi crede che il lavoro si crei con lo sviluppo, e non con i sussidi». E attenzione a Forza Italia, stuzzicata dall’invito su Libero di Vittorio Feltri a muoversi contro «la sceneggiata napoletana». Mara Carfagna ha sottolineato che si tratta di un’idea da non sottovalutare.

REDDITO DI CITTADINANZA 2019, CAOS LEGA: CRESCE DISSENSO AL NORD

Intervenuto a L’Intervista di Maria Latella, il sottosegretario Stefano Buffagni ha tenuto a precisare che «non è assistenzialismo», ma monta la protesta in casa Lega. Come riporta il Corriere della Sera, gli esponenti del Carroccio trattengono a fatica nervosismo e fastidio nei confronti di una misura assistenzialistica, difficile da applicare estranea al loro Dna. Un esponente del Governo ha affermato: «Speriamo che il M5S si renda conto di aver partorito una roba cervellotica. Il reddito è complesso come una malattia autoimmune, ci sono tutte le premesse per un rigetto». E il Nordest, terra di industriali e artigiani vicini al partito di Matteo Salvini, è in rivolta: secondo i recenti sondaggi, il Carroccio avrebbe perso più di 8 punti tra le categorie economiche. Stesso discorso nella base: «c’è chi teme che il reddito finisca nelle tasche di immigrati e rom e chi guarda al referendum abrogativo lanciato da Giorgia Meloni».