Non intendiamo fare processi preventivi a nessuno, anche se l’attuale maggioranza sembra avere a disposizione, nelle nomine in centri delicatissimi per la gestione delle sue stesse priorità politiche, un esercito di Carneadi. Ha cominciato dalla testa (è da lì che il pesce comincia a puzzare), piazzando a palazzo Chigi un avvocato e docente universitario conosciuto soltanto dai familiari, dai clienti e dagli studenti, nonché dai vicini di casa, dal giornalaio col chiosco all’angolo, senza dimenticare il pizzaiolo. A qualche mese di distanza è corretto riconoscere che, tutto sommato, con Giuseppe Conte sarebbe potuto anche andare peggio. Da piazzista di due prodotti incompatibili tra di loro (le linee politiche degli azionisti del Governo) è riuscito sempre ad abbindolare qualche acquirente con quella sua aria di profondo conoscitore di ciò che ignora totalmente.
E che dire di Danilo Toninelli? Il ministro delle Infrastrutture scopre l’esistenza di tunnel laddove non ci sono, commissiona l’analisi costi/benefici per la Tav (Torino-Lione), come se si trattasse di valutare il prezzo di un’auto usata, poi, se non lo avessero avvertito in tempo avrebbe fatto acquistare l’A22 allo Stato ignorando che già fosse di proprietà pubblica, in misura del 84%. Lino Banfi è stato chiamato a rappresentare l’Italia in una Commissione Unesco (pare che in verità fosse destinato a far parte di una di diverso tipo, ma che Giggino Di Maio avesse fatto confusione), mentre Dino Giarrusso si consola per la mancata elezione alla Camera, facendo valere l’esperienza acquisita come inviato del programma tv “Le Iene” (uno stile editoriale da far invidia al Times), nell’incarico di evadere le segnalazioni inviate al ministero della Pubblica istruzione, Università e Ricerca sulle presunte irregolarità che si verificano all’interno dei concorsi universitari.
Sempre nella logica dell’uomo giusto al posto giusto, due generali sono stati paracadutati al vertice dell’Agenzia spaziale e dell’Ispettorato nazionale del lavoro. E non poteva mancare un generale della GdF a dirigere l’Agenzia delle entrate. Non risulta ancora che sia in corso una “militarizzazione” del dicastero dell’Ambiente, nonostante che alla sua guida sia stato preposto un altro generale dei Carabinieri (il quale, quando si tratta di trivelle, si dichiara disposto alla disobbedienza civile). Analoga sorte è toccata alla Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari. Il Presidente è stato indotto a rassegnare le dimissioni con il pretesto di una discutibile condizione di incompatibilità. Poi sono circolate altre due candidature che di incompatibilità formali e sostanziali ne hanno davvero. Così la Consob continua a essere acefala da mesi, nonostante le complessità e i rischi a cui sono esposti i mercati finanziari.
È in crisi anche l’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive, chiamata a svolgere un ruolo importante in uno dei campi di maggiore interesse per il Governo giallo-verde, quale il reddito di cittadinanza. Maurizio Del Conte ha lasciato la presidenza dell’Agenzia alla scadenza del mandato. Al suo posto appare ormai lanciato Mimmo Parisi, professore di sociologia alla Mississippi State University, il quale – dicono – sta collaborando da mesi con il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per riformare i Centri per l’impiego, precondizione per far decollare il reddito di cittadinanza.
In realtà questo prof. Parisi è tuttora una meteora. E sembra che la sua nomina nasconda dei problemi non risolti di incompatibilità. “Abbiamo ascoltato il professor Parisi in un’audizione in commissione Lavoro settimana scorsa e da lì si è capito che qualcosa non andava”, ha spiegato il senatore dem Mauro Laus, membro della commissione Lavoro del Senato, chiamata a esprimere un parere sulla nomina proposta dal Governo. Poi, ancora Laus: “Alle nostre domande sul fatto che lo statuto di Anpal preveda che il Presidente debba lavorare solo per Anpal ci è sembrato cadere dalla nuvole borbottando che avrebbe parlato con la sua università”. Sembra, infatti, che il professore non avrebbe intenzione di lasciare il suo lavoro in Mississippi, ma di svolgerlo insieme all’incarico assegnatogli dal Governo, a differenza di quanto aveva fatto il suo predecessore, il professor Maurizio Del Conte che per dirigere l’Anpal ha chiesto un’aspettativa triennale alla Bocconi.
C’è poi il problema dell’acquisizione dei software di matching domanda-offerta. Potrebbe, infatti, sollevare dei problemi se il nuovo Presidente dell’Agenzia acquistasse il suo prodotto, in house, senza ricorrere a una gara secondo le regole europee. Ma al di là delle questioni di legittimità (secondo il M5S valgono solo per gli altri. mentre nei casi che lo riguardano sono soltanto trappole burocratiche predisposte dai poteri forti) sembrano esservi notevoli problemi pratici. Innanzitutto l’Anpal dovrebbe effettuare, tramite affrettate selezioni, almeno 6mila assunzioni di navigator. Ci sono poi in ballo altre 4mila assunzioni per le quali non sono ancora superati i problemi con le Regioni. Per quanto originale e avanzato sia il sistema Mississippi Navigator nel determinare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, tutte le piattaforme informatiche non producono da soli posti di lavoro. Sono come gli alberghi spagnoli dei quali si dice che il cliente vi trova solo quello che ci porta.
I dati possono essere ottimamente incrociati, messi a confronto, ma prima di tutto ognuno di essi deve corrispondere a una realtà concreta. Domenico (Mimmo) Parisi avrà fatto certamente miracoli nello Stato del Mississippi, ma dell’Italia, del suo mercato del lavoro non può avere quella conoscenza approfondita che sarebbe necessaria. E al più presto.
Anche da questa vicenda emerge il principale problema che cova sotto il reddito di cittadinanza: il rischio di una divaricazione temporale molto ampia tra l’erogazione dell’assegno e non solo l’avvio dei progetti formativi e delle politiche attive, ma della stessa funzionalità degli strumenti che dovrebbero attuarle. Pare che lo stesso prof. Parisi abbia confermato che occorreranno almeno quattro anni per mandare a regime il suo progetto. È soltanto nel paradosso di Zenone che Achille “piè veloce” (il reddito) non riesce a raggiungere la tartaruga (le politiche promozionali dei Centri). Nella realtà succede sempre il contrario.