L’IMPORTANZA DEL MODELLO OBIS M
Oltre che sulla riforma delle pensioni, recentemente ci sono state diverse lamentele da parte di pensionandi e pensionati circa i servizi resi dall’Inps. Non sono mancati anche cittadini contenti per aver visto la loro domanda per accedere a Quota 100 lavorata in pochi giorni, ma c’è chi, come le lavoratrici ex-ipost, a causa di un problema di aggiornamento del software, ha dovuto attendere diverso tempo per la lavorazione della propria domanda per accedere a Opzione donna. Tra i pensionati, invece, sembra esserci ancora qualcuno che non ha ricevuto, nella propria area personale del sito Inps, il modello Obis M 2019. Questo è quanto spiega insidicabili.it, facendo riferimento alle segnalazioni ricevute da alcuni suoi lettori. Il documento è molto importante perché, come spiega il sito, tramite esso si può valutare “la convenienza dell’integrazione al trattamento minimo”, “se viene trattenuto il contributo associativo del sindacato” e se si ha “dirotto alle maggiorazioni sociali, alla quattordicesima o agli assegni familiari dall’Inps”.
LA BATTAGLIA DEL CODS PER LE DONNE
Da tempo il Comitato Opzione donna social si batte perché in tema di riforma pensioni si arrivi al riconoscimento e alla valorizzazione del lavoro di cura, un obiettivo non “semplice da portare avanti, né di immediata soluzione, proprio perché impone la necessità di un cambio di passo profondo, radicale, culturale”, come scrive Orietta Armiliato sulla pagina Facebook del Cods. Dal suo punto di vista “c’è un’intima essenza di retaggio antico, e dunque consolidato, che stringe le donne e non permette loro di svincolarsi da questa stretta. Spesso è stata scambiata per essere un abbraccio protettivo, ma, in realtà e alla resa dei conti, ci si rende conto che invece è un vincolo, una restrizione che incatena le donne moralmente e intellettualmente e, ancorché appaia virtuoso, alla fine appaga i bisogni di molti, come ad esempio e prima di tutti il sistema di welfare vigente (leggasi praticamente inesistente) e quasi mai quelli delle donne, penalizzate sui molti troppi aspetti che compongono la loro vita”.
LE RICHIESTE DI BARBAGALLO AL GOVERNO
Il Governo, oltre che con Quota 100, è intervenuto in tema di riforma pensioni con un provvedimento che mira a rendere appetibile, per i pensionati stranieri o quelli italiani residenti all’estero, prendere la residenza nei piccoli comuni delle regioni più svantaggiate, attraverso un generoso incentivo di tipo fiscale. Un modello che ha di fatto reso il Portogallo una meta per molti pensionati europei, visto che il Paese lusitano concede dieci anni di esenzione fiscale, ma che viene contestato dai pensionati portoghesi. Euronews riporta le parole di Rolando Rodrigues, Presidente dei Pensionati associati lusitani, secondo cui “non è né giusto né equo attribuire questi privilegi ai pensionati stranieri che si trasferiscono in Portogallo. Lo abbiamo detto anche al governo: questo danneggia i pensionati portoghesi. Inoltre, la maggior parte di questi pensionati immigrati gode di pensioni relativamente generose rispetto alla maggior parte dei nostri pensionati”. Vedremo se in Italia si arriverà a queste proteste da parte dei pensionati.
LE RICHIESTE DI BARBAGALLO AL GOVERNO
Per i sindacati si avvicina l’appuntamento del 1° giugno, quando ci sarà la manifestazione a Roma contro la riforma pensioni. Settimana scorsa si sono tenute tre assemblee unitarie e quella di Napoli è stata conclusa da Carmelo Barbagallo che ha detto: “Noi chiediamo l’adeguamento delle pensioni, una legge sulla non autosufficienza e provvedimenti per l’invecchiamento attivo. Allo stato attuale non c’è nulla di tutto ciò; anzi, sta accadendo il contrario e si continua a fare cassa sulle pensioni e sui pensionati. Il premier ci ha assimilato all’avaro di Molière, perché staremmo protestando per pochi centesimi: in realtà, si tratta di 3 miliardi e 600 milioni in tre anni. I pensionati pagano il doppio delle tasse della media europea. Inoltre, mentre in Germania si parla di incrementi dell’assegno pensionistico del 3,5%, in Italia non solo non ci sono adeguamenti, ma, addirittura, si chiedono contributi di solidarietà: siamo al Robin Hood geneticamente modificato, che toglie ai poveri per dare ai poveri”, ha detto il Segretario generale della Uil.
I CHIARIMENTI DI DURIGON SULL’INPS
Come noto, con una circolare l’Inps ha esentato dal taglio delle pensioni d’oro gli assegni frutto di cumulo contributivo. Claudio Durigon chiarisce però che non era questo lo spirito della riforma pensioni e che “la circolare sarà cambiata”. A Repubblica il sottosegretario al Lavoro chiarisce anche che “Inps sta applicando vecchie circolari che prevedono almeno 35 anni di contributi effettivi per andare in pensione, escludendo dunque i contributi figurativi per disoccupazione e malattia”, seguendo le disposizioni della legge 153 del 1969 per le pensioni di anzianità che però “è stata superata dalla Fornero e non più vigente. Qui c’è solo un problema di errata interpretazione dell’Inps. Un’anomalia che discuterò con il commissario Tridico”. Durigon annuncia quindi che il limite dei 35 anni verrà tolto per tutti, non solo per chi vuole accedere a Quota 100, e che questa settimana verranno completate le nomine riguardanti Inps e Inail. Dato, inoltre, che “l’Inps non può non rispettare l’opposizione”, il Governo attende le candidature per il Cda.
RIFORMA PENSIONI NELLA CAMPAGNA ELETTORALE
Il tema della riforma pensioni sembra essere presente anche nella campagna elettorale delle europee. Secondo quanto riporta La Repubblica, Matteo Salvini ha infatti detto in un comizio ad Albenga: “Con Quota 100 abbiamo restituito la vita a molte decine di persone. Sono orgoglioso di questo. Ci sono state 200 mila aperture di Partite Iva grazie al fatto che fino a 65 mila euro sono tassate secche”. Silvio Berlusconi, sul suo profilo Twitter, dove ha condiviso il video della sua intervista al Tg5, ha scritto: “Con l’aumento dell’Iva tutte le famiglie pagheranno un conto salato e tutti i pensionati. Quando noi saremo di nuovo al governo aumenteremo le pensioni minime a 1000 euro e daremo la pensione anche alle nostre mamme”. Infine, Piero Fassino, durante un incontro elettorale con il Segretario del Pd Nicola Zingaretti, secondo quanto riporta lospiffero.com ha detto: “Non dipende dall’euro se le pensioni sono basse, l’euro è un elemento di equilibrio e un ritorno alla lira metterebbe in ginocchio l’economia del Paese”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Mentre il Movimento 5 Stelle evidenzia l’importanza dei provvedimenti con cui si sono tagliati vitalizi e pensioni d’oro anche per i politici, Cesare Damiano critica il Governo anche per quel che ha fatto in tema di riforma pensioni, anche se non cita Quota 100. L’ex ministro del Lavoro si dice dapprima soddisfatto del fatto che Luigi Di Maio “insista nel sostenere che non si ‘aumenterà l’Iva per finanziare altri provvedimenti’, ad esempio l’iniqua flat tax di Salvini”. Tuttavia non nasconde una certa perplessità sulle dichiarazioni del leader pentasellato. “Noi non gli crediamo, soprattutto perché nel recente passato il Governo ha già penalizzato una categoria debole, i pensionati, ridimensionando l’indicizzazione delle pensioni per finanziare altri provvedimenti: uno scherzetto che ruba dalle tasche dei pensionati, dal 2019 al 2021, la bella somma di 3,6 miliardi di euro”, evidenzia Damiano.
LE PROMESSE DEL VICEPREMIER
L’esponente del Partito democratico ricorda che con la misura varata dal Governo si saranno “pensioni più povere, a partire da tre volte il minimo (1.500 euro lordi mensili), e meno rivalutate rispetto all’andamento del costo della vita”. “Ma non dovevamo eliminare la povertà e migliorare il potere d’acquisto di salari e pensioni?”, è la sua conclusione. Resta poi da chiedersi se il miliardo che Di Maio ha detto di voler destinare alle famiglie, risultato dai risparmi rispetto ai fondi stanziati per reddito e pensioni di cittadinanza, si trasformeranno in misure dall’effetto tangibile per i cittadini.