RISCATTO LAUREA, TRIPLICANO DOMANDE CON ITER AGEVOLATO
A proposito del riscatto della laurea, la riforma pensioni ha introdotto un iter agevolato che ha fatto registrare un incremento delle domande. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, l’anno scorso arrivavano in media 2.320 domande al mese, mentre a marzo del 2019 ne sono arrivate 5.920 e ad aprile 7.020. I numeri ovviamente non sono alti in valore assoluto, ma dietro questo boom di richieste c’è la possibilità di riscattare gli anni di studio all’università pagando un costo “agevolato”. Un riscatto “low cost” riservato a chi non ha pensione ed è iscritto all’assicurazione generale obbligatoria, senza limite di età. Come è calcolato il costo del riscatto agevolato? Si moltiplica l’aliquota Ivs vigente (33%) per il reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps di artigiani e commercianti, pari a 15.878 euro nel 2019, per una spesa di 5.240 euro circa per ogni anno riscattato. (agg. di Silvana Palazzo)
RISCATTO LAUREA, QUALI TITOLI VALGONO
La riforma pensioni, oltre a Quota 100, ha introdotto anche un riscatto della laurea agevolato nell’ambito della cosiddetta pace contributiva. Di fatto, come ricorda Il Sole 24 Ore, si tratta di pagare 5.240 euro circa per ogni anno riscattato. Va evidenziato che “in generale, per raccogliere contributi utili ai fini della pensione, è possibile riscattare i seguenti titoli: il diploma universitario (2-3 anni di durata), la laurea triennale, quadriennale o a ciclo unico, il diploma di specializzazione post-laurea, nonché il dottorato di ricerca (se si sono versati i contributi alla gestione separata Inps). Si sottolinea inoltre che è possibile chiedere il riscatto anche di periodi parziali, più brevi rispetto alla durata legale del proprio corso di studio”. Il quotidiano di Confindustria spiega che “se la domanda viene accettata è necessario pagare il costo del riscatto utilizzando gli appositi bollettini Mav inviati dall’Inps con il provvedimento di accoglimento”. Tuttavia è anche possibile anche fare “richiesta di addebito diretto sul proprio conto corrente”.
L’AVVERTIMENTO DI UBS
In un report di Ubs, come spiega Il Sole 24 Ore, si evidenzia come se l’economia europea dovesse finire in recessione l’Italia si ritroverebbe di fronte a gravi problemi. “Secondo Ubs l’unica strada possibile per riconquistare la fiducia dei mercati sarebbe, per l’Italia, quella delle riforme strutturali (pensioni in primis) combinata con una tassa patrimoniale. Misure che hanno l’effetto collaterale di amplificare ulteriormente il rallentamento dell’economia”, si legge sul quotidiano di Confindustria. Intanto crescono le adesioni alla protesta sindacale contro la riforma pensioni del Governo. Come spiega lanotiziaquotidiana.it, la Federazione anziani pensionati dell’Acli di Terni e Perugia evidenzia che le misure approvate non riguardano solo le pensioni d’oro, ma intaccano “anche il potere di acquisto, già di per sé debole, di 5,6 milioni di pensionati”. “Riteniamo giusta questa mobilitazione per reclamare l’assenza di misure specifiche a sostegno della sanità e del diritto alla cura, nonché la mancanza si una legge sulla non autosufficienza”, aggiunge la Fap.
DI MAIO: LE DESTRE CONTRO QUOTA 41
Luigi Di Maio torna a parlare della riforma pensioni, spiegando perché ancora non si è potuta fare Quota 41, che pure è inserita nel contratto di Governo. Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, il vicepremier, a margine dell’assemblea di Confagricoltura a Milano, ha detto che le destre “sono quelle che hanno voluto l’austerity e hanno trasformato l’Italia in un campo profughi e ci hanno lasciati soli e non ci hanno fatto fare quota 41 per le pensioni”. Insomma, “non vogliono bene all’Italia e, se non vogliono bene all’Italia, non ne abbiamo bisogno”. Un chiaro riferimento alla manifestazione che Matteo Salvini ha organizzato sempre a Milano per oggi. Intanto dal fronte Lega c’è da registrare, come riporta Fanpage, la presentazione di un emedamento, da parte della deputata Laura Cavandoli, che mira a estendere la flat tax del 7% per i pensionati che dall’estero si trasferiscono in un comune sotto i 20.000 abitanti di alcune regioni del Centro-Sud da 5 a 9 periodi d’imposta. Vedremo se questa estensione verrà o meno recepita, a questo punto nel decreto crescita.
LA PROTESTA PER I FUTURI PENSIONATI
La marcia di avvicinamento alla manifestazione unitaria del 1° giugno contro la riforma pensioni del Governo prosegue per i sindacati, che a livello territoriale stanno anche organizzando degli incontri per presentare le ragioni della loro protesta. In provincia di Lucca si terranno per esempio degli incontri all’inizio della prossima settimana. Guido Carignani, Segretario territoriale Uil pensionati ha detto: “Hanno avuto il coraggio di chiamarci gli avari di Moliere perché secondo il Governo facciamo cataclismi per qualche spicciolo. Non definirei spiccioli 3 miliardi e 600mila euro in tre anni di sforbiciate alle nostre pensioni per sostenere quota 100 e il reddito di cittadinanza”. La Gazzetta di Lucca riporta anche le parole di Roberto Cortopassi, Segretario generale provinciale dello Spi-Cgil, che ha evidenziato come “in questa battaglia noi pensiamo anche ai futuri pensionati. Scendiamo in piazza per la tutela delle pensioni, perché il Governo ha tagliato la rivalutazione, per una legge sulla non autosufficienza, per il welfare e il diritto a curarsi, in special modo in Toscana dove, non si comprende il perché, abbiamo i ticket sanitari più costosi. E, non ultimo, per la riduzione delle tasse”.
RIFORMA PENSIONI, GLI EFFETTI DI QUOTA 100
La riforma pensioni con Quota 100 potrebbe avere effetti importanti sul pubblico impiego, soprattutto a partire dal 1° agosto, quando, ricorda Il Sole 24 Ore, “si aprirà la prima finestra di uscita dal lavoro”. Per questo il Governo sta predisponendo un piano per 100.000 assunzioni nei prossimi cinque anni. Circa 66.000 di queste saranno relativi a insegnanti. Entro l’estate ci dovrebbero essere già due concorsi. Nonostante questi tempi, però, potrebbero esserci dei buchi negli organici nel prossimo anno scolastico, complice appuntamento la corsa a utilizzare Quota 100 che si è verificata nella scuola. Considerando che già erano previste 21.000 uscite, con le previgenti regole, ora ce ne dovrebbero essere altre 17.000.
I COMPARTI DELLA PA CON PIÙ TURNOVER
Non c’è però solo la scuola a essere interessata dal turnover. Il quotidiano di Confindustria ricorda infatti che sono previste più di 6.000 assunzioni nelle forze di polizia, circa 1.500 tra i Vigili del fuoco, 1.000 nell’università, altre 1.000 nell’Ispettorato nazionale del lavoro, 420 all’Inail e complessive 10.000 nei diversi ministeri. Si tratta, come detto, di assunzioni che avverranno però con un orizzonte di cinque anni e quindi non tutte saranno già quest’anno o il prossimo. Molto probabilmente si andrà per “blocchi” e potrebbe anche capitare che i vincitori del concorso debbano aspettare del tempo prima di vedersi effettivamente chiamati a coprire l’incarico. Non bisogna infine trascurare che Quota 100 avrà effetti anche sugli enti locali, che dovranno quindi predisporre dei concorsi.