GHISELLI: OLTRE QUOTA 100 SERVE ALTRO

Roberto Ghiselli torna a chiedere al Governo di aprire un confronto sulla riforma delle pensioni con i sindacati. Il Segretario confederale della Cgil evidenzia che “solo attraverso un proficuo confronto si potrebbero valutare i diversi aspetti di una riforma che superi strutturalmente, per tutti, la legge Fornero, andando oltre le misure annunciate, forse utili sul piano mediatico, ma inique e non sostenibili sul piano sociale. Invece, da mesi imperversano ipotesi e stime, promesse che alimentano aspettative, ma anche disillusioni e timori”. Secondo quanto riporta Il diario del lavoro, il sindacalista ritiene che “oltre alla cosiddetta ‘quota 100’, la cui gestione rimane incerta nelle decorrenze e condizioni d’accesso, sarebbe importante sapere se il Governo intende confermare le altre misure: il blocco dei cinque mesi dell’aspettativa di vita, le proroghe di opzione donna e Ape sociale, la risoluzione definitiva del problema esodati. Inoltre, non si fa più riferimento ai lavori gravosi, al lavoro di cura e al futuro pensionistico dei giovani”.



RIZZETTO: NESSUNA QUOTA 100 NELLA MANOVRA

Con un post sulla sua pagina Facebook, Walter Rizzetto ha voluto fare un po’ di chiarezza in tema di riforma delle pensioni. “In Legge di Stabilità non ci sarà nessuna proroga di Opzione Donna. Nessuna Quota 100. Nessuna pensione di cittadinanza. Nessuna/o potrà ‘fare le carte’ per andare in pensione con le su dette modalità il 1 gennaio 2019. Ci saranno, se non modificate, le sole coperture finanziarie per poter capire se e come fare qualcosa”. Ma non è tutto, perché, scrive ancora il deputato di Fratelli d’Italia, “le misure tanto pubblicizzate saranno, forse, rese effettive attraverso qualche ‘collegato’ che dovrà essere scritto entro il 30 gennaio 2019, discusso nelle Commissioni e poi in Aula alla Camera ed al Senato. Questo non lo avevano detto, vero?”. Rizzetto si chiede quindi cosa siano “gli annunci di colleghi che danno per certi alcuni passaggi? Ed ancora: qualcuno mi spiega come una Vice Presidente della Camera si è esposta in quel modo? Ve lo dico io: fuffa. Pura fuffa”. Per questo “cercheremo di far cambiare loro idea con le nostre proposte emendamentive”, è la conclusione del deputato.



DI MAIO: QUOTA 100 SI FARÀ

Luigi Di Maio conferma l’intenzione del Governo di varare la riforma delle pensioni 2019 all’insegna di Quota 100. “In questi giorni si sta pagando sicuramente il fatto che l’Unione europea si stia comportando come un muro di gomma nei confronti dell’Italia. Non è una battaglia tra Ue e il Governo italiano. Qui c’è un establishment europeo da una parte e dall’altra: quota 100, reddito di cittadinanza pensioni e Ires che si abbatte per chi assume e investe. Io questi provvedimenti li voglio portare a casa”, ha detto il vicepremier ai microfoni di Radio anch’io, la trasmissione in onda su Radio 1. “Se si apre un dialogo con noi, una soluzione – che non preveda l’eliminazione delle misure previste nella legge di bilancio – la troviamo. Però se la linea europea è: facciamo pagare all’Italia perché ha osato superare dei margini per aiutare gli italiani, allora io vado avanti. Il governo è compatto”, ha aggiunto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.



DAMIANO FA LE PULCI AL GOVERNO

Cesare Damiano torna a fare le pulci alla riforma delle pensioni ipotizzata dal Governo. “Utilizzando Quota 100, c’è un grande gruppo di persone, si calcola che siano più di 400.000, che entra nel sistema pensionistico al quale, ogni anno successivo, se ne aggiungono altre che maturano i requisiti. Dunque, la spesa non può che aumentare e non può essere lineare. L’introduzione delle finestre, voluta dal Governo, è un modo di ritardare la pensione senza dirlo e produce risparmi il primo anno, ma non in quelli successivi”, spiega l’ex ministro del Lavoro, secondo cui “in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. Non solo: se, oltre a Quota 100, si promettono Quota 41, Opzione Donna, Nona salvaguardia degli esodati e blocco parziale del meccanismo dell’aspettativa di vita, mal contati, ci vorrebbero mediamente 15 miliardi di euro all’anno”. Damiano ricorda anche che il Governo “seppellisce l’Ape sociale se non presenta un emendamento che la prolunghi oltre il 31 dicembre di quest’anno. Così, migliaia di lavoratori, in particolare donne e addetti a lavori gravosi, non avranno più alcuna possibilità di andare in pensione a partire dai 63 anni come prevede la normativa attuale”.

DURIGON CONTRO BOERI: BALLA PERICOLOSA

Claudio Durigon è abbastanza duro nei confronti di Tito Boeri. Dal suo punto di vista, infatti, “è una balla pericolosa” dire che non ci sono le risorse per garantire Quota 100. Intervistato da La Verità, il sottosegretario al Lavoro dice che il Presidente dell’Inps “non può creare allarmismi ingiustificati” e che non ci saranno clausole di salvaguardia sulle risorse stanziate per la riforma delle pensioni. “Nel primo anno spenderemo sicuramente meno di 7 miliardi. Nel secondo un po’ di più”, ma resta la possibilità di aggiungere altre risorse al fondo, evidenzia Durigon, che precisa anche che “il decreto è già scritto, condiviso tra gli alleati, blindato fino all’ultima virgola”, solo che “sarà presentato in un momento comunicativo appositamente dedicato. È un passaggio cruciale nella comunicazione del Governo, e deve essere comunicato insieme al reddito”. “Quando si finirà di raccontare balle si scoprirà una cosa semplice e bellissima: questa riforma conviene ai giovani, ai vecchi, a chi vuole andarsene prima, e a chi vuole restare”, aggiunge Durigon.

POSSIBILI CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA

La riforma delle pensioni 2019 con Quota 100 è uno di quei provvedimenti che il Governo probabilmente terrà sotto controllo a livello di spesa. Il Sole 24 Ore non esclude che si arrivi anche a dover stilare delle graduatorie dei beneficiari, cosa che rendere piuttosto complesse le procedure per poter accedere alla quiescenza. Tra l’altro, oltre che su Quota 100, gli occhi del “contatore” della spesa previdenziale potrebbero essere posti anche sul blocco dei requisiti per il pensionamento di anzianità, che l’anno prossimo dovrebbero restare a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne). Il quotidiano di Confindustria riporta le parole di Stefano Patriarca, che ricorda come nella Legge di bilancio si parla di un monitoraggio trimestrale e di limite della spesa, anche se non viene indicata la modalità con cui si procederà sia al controllo che all’eventuale blocco della spesa. Un dettaglio non certo irrilevante se davvero ci sarà il rischio di non vedersi accolta la domanda di pensionamento per mancanza dei fondi necessari.

FORNERO CONTRO  SALVINI

Si torna a parlare della riforma delle pensioni e della quota 100, uno dei temi più caldi in vista della manovra che verrà attuata nel 2019. Il governo attuale vuole eliminare la legge Fornero e a riguardo l’ex ministro del governo Monti è stato ospite presso il programma Stasera Italia, in onda su Rete 4. «Lui parla solo per slogan – dice Elsa Fornero riferendosi al ministro dell’interno, Matteo Salvini vorrei domandargli se ha un’idea di come cambierà la popolazione italiana. Le riforme delle pensioni non si fanno sull’anno ma guardando al futuro». Subito dopo è arrivata la replica dello stesso leader del Carroccio che ha affermato, ribadendo la bontà della propria riforma: «In un paese normale la Fornero chiederebbe scusa e tacerebbe perché ha fatto una riforma disastrosa. Lasciateci lavorare, io bado alla sostanza e non alla forma, questo me lo spiegheranno i tecnici. Tra un anno ci vedremo qua io e la Fornero e vediamo chi aveva ragione». Il governo gialloverde, nonostante accuse da più parti, leggasi la stessa Fornero, l’opposizione, l’Inps, e infine, l’Unione Europea, continua ad essere convinto che il sistema di quota 100 sia il migliore per gli italiani. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BOERI

Nella sua intervista al Corriere della Sera, Tito Boeri non ha solamente posto dei dubbi sull’entità della risorse che il Governo ha stanziato per la riforma delle pensioni con Quota 100. Il Presidente dell’Inps ha infatti detto che “il testo della norma contiene due termini pericolosi. Si parla di limiti di spesa e monitoraggio. Fa pensare a un meccanismo come quello delle salvaguardie, in cui noi monitoriamo la spesa e quando si arriva al limite delle risorse possono accedere alle pensioni solo coloro il cui diritto viene certificato da noi. Ma in passato lo si è fatto solo per deroghe ridotte e a fronte di leggi che ponevano limiti alle platee di beneficiari. Sottoporre alla logica del rubinetto dei requisiti previdenziali che danno luogo a diritti soggettivi alla pensione è qualcosa di mai visto”.

RIFORMA PENSIONI, I DUBBI DELL’INPS

Boeri ha anche prefigurato uno scenario certo non rassicurante, in cui lavoratori con requisiti uguali potrebbero avere trattamenti diversi “e se la cittadinanza inizia a temere che questo accada, rischiamo che le sedi Inps vengano prese d’assalto perché tutti cercheranno di scappare prima che scattino le chiusure”. Dal suo punto di vista, poi, “l’Italia ha chiuso una campagna elettorale nove mesi fa con promesse impegnative – abolire la povertà, cancellare la riforma Fornero – e da allora la narrazione di chi ha le leve del potere non è cambiata. Non c’è stato ridimensionamento delle aspettative. Solo continui rilanci, come l’idea di bloccare l’aggiustamento dell’età del ritiro alla speranza di vita. Uno pensa che a un certo punto si scenda con i piedi per terra e si obblighi tutti a misurarsi con i vincoli. Invece, si ribadisce di continuo che le misure promesse partiranno l’anno prossimo”.