Nella giornata di oggi – martedì 16 luglio 2024 – il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha raggiunto New York per partecipare al Consiglio di sicurezza dell’ONU nella posizione di (assunta lo scorso primo di luglio) di presidente: i lavori si sono aperti all’insegna del tema della ‘Cooperazione multilaterale nell’interesse della creazione di un ordine mondiale più giusto, democratico e sostenibile” e dopo la giornata di oggi – dedicata quasi interamente all’ONU e alla sua struttura – domani intende aprire una riunione sul Medio Oriente e sull’annosa questione palestinese. Oggi il ministro Lavrov (aveva spiegato prima di partire all’agenzia di stampa Tass) ha parlato di “come l’Occidente cerca di manipolare tutti e tutto” avanzando alcune sue personali proposte per “ripristinare la fiducia e stabilizzare la situazione internazionale”.
In particolare, secondo il ministro russo (che per arrivare a New York ha dovuto evitare di sorvolare i cieli dei paesi europei ostili al Cremlino) “è importante una rapida riforma delle istituzioni di Bretton Woods e dell’Organizzazione mondiale del commercio” che tenga conto anche “del peso reale dei centri di crescita e sviluppo non occidentali”. Infatti, “in un mondo multipolare – ha spiegato Lavrov all’ONU sempre citato da Tass – non dovrebbero esserci monopoli nella regolamentazione monetaria e finanziaria, nel commercio e nelle tecnologie” a differenza dell’attuale situazione.
Inoltre, secondo Lavrov è importante che i leader mondiale lavorino per raggiungere “dei cambiamenti seri e qualitativi [nella] governance globale“, cercando un equilibrio che tenga conto degli “aspetti geografici e geopolitici” soprattutto “nel Consiglio di sicurezza ONU”. L’obiettivo (forse ovvio) è “garantire una più ampia rappresentanza di Asia, Africa e America Latina”, specie dal punto di vista del “personale del Segretariato” che ora conta una larghissima maggioranza di esponenti occidentali.
Sergey Lavrov: “Se gli USA credono che una terza guerra mondiale non li riguarderà si sbagliano”
Non è mancato – anche qui verrebbe da dire forse ovviamente – un rimando da parte di Sergey Lavrov alla situazione in Ucraina, partito dal sottolineare che per raggiungere una pace vera e duratura “innanzitutto, è necessario rimuovere una volta per tutte le cause primarie della crisi [con] misure specifiche per rimuovere le minacce alla Federazione Russa provenienti dalla direzione occidentale ed euroatlantica”; così come sulle condizioni per dare il via alle trattative Lavrov – che non intende “ripeterle qui” – ha invitato i presenti a recuperare “i termini delineati dal Presidente Putin“.
Il ministro degli Esteri russo – in un secondo momento – si è rivolto anche direttamente al “regime ucraino”, invitando “i padroni” a far rispettare “l’articolo 1.3 della Carta delle Nazioni Unite, che garantisce – ha sintetizzato Lavrov – i diritti e le libertà fondamentali a tutte le persone senza distinzione di razza, sesso, lingua e religione (..), senza eccezioni”. Infine, non è mancata una stoccata agli States – che sono “convinti [erroneamente] che una guerra mondiale non li riguarderà” – e all’Europa che si sta dirigendo verso una “missione suicida” con una guerra commerciale ed economica che porterà “a un’ulteriore frammentazione dell’economia globale”.