In una recentissima serie di interviste rilasciate alla Tass e a Ria Novosti il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov ha gettato una secchiata di acqua gelata sulle proposte mosse fino a questo momento – più o meno indirettamente – da Donald Trump per arrivare ad una pace duratura e stabile in Ucraina, pur dicendosi (come sempre fatto dal Cremlino negli ultimi anni) pronto a trattare e a mediare con qualsiasi forza straniera che sia disposta ad ascoltare – e verrebbe da aggiungere, soddisfare senza riserve – le proposte russe; il tutto mentre lo stesso Lavrov ha diretto anche un duro avvertimento agli USA affinché abbandonino quella che definisce una “linea anti-russa” prima che sia troppo tardi.
Facendo innanzitutto un passetto indietro, è bene dire che la proposta di pace a cui si riferisce Lavrov sembra essere quella anticipata dallo stesso Trump lo scorso 12 dicembre in un’intervista al Time che prevede di bloccare l’adesione dell’Ucraina alla Nato per almeno i prossimi 20 anni, congelando contestualmente le attuali linee del fronte anche grazie al supporto di un contingente di peacekeeper provenienti dall’Europa e dal Regno Unito.
Una proposta della quale – ha spiegato Lavrov – “non siamo certo soddisfatti” dato che prevederebbe di fatto il trasferimento “agli europei di ulteriori responsabilità per affrontare la Russia”, mentre mettendo in chiaro che “siamo sempre stati e rimaniamo pronti a negoziare” il ministro russo ha anche precisato che fino ad ora non ci sarebbe stata alcuna reale proposta ufficiale di pace da parte degli States visto che “fino al 20 gennaio (..) Trump ha lo status di presidente eletto e tutta la politica è determinata dal presidente in carica Joe Biden“.
Serghei Lavrov: “Siamo pronti a rispondere alle azioni destabilizzanti di USA e Nato”
Proseguendo sul tema dei negoziati, Lavrov ci ha anche tenuto a ribadire che dal conto del Cremlino verranno accettate solamente le proposte che si possano ritenere “affidabili e giuridicamente vincolanti“, in grado di affrontare e risolvere “le cause profonde del conflitto” con meccanismi tali da rendere “impossibili da violare”; mentre parlando dei contatti tra Putin e Trump delle ultime settimane ha spiegato che “non hanno mai parlato di negoziati sull’Ucraina” anche in virtù del punto chiarito poco prima sullo status del tycoon e di Biden.
D’altra parte, nella seconda intervista con Ria Novosti, Serghei Lavrov è tornato ad attaccare gli USA definendo la sua attuale politica “distruttiva” e destabilizzante a causa della sua attuale “carica anti-russa” che rende del tutto impossibile attuare un vero “dialogo strategico” in merito al “controllo degli armamenti”: stando alle informazioni attuali, secondo il ministro è del tutto impossibile perseguire la “moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio (..) perché gli USA hanno schierato quelle armi in varie regioni del mondo”, promettendo che “risponderemo in modo proporzionato (..) alle azioni destabilizzanti di Usa e Nato nella sfera strategica”.