Dopo aver attaccato Papa Francesco, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov mette nel mirino l’Italia, accusandola di aver addestrato militari ucraini nel suo territorio. Un’accusa mossa anche nei confronti di Regno Unito e Germania, rivolta alla Nato e agli Stati Uniti, per ribadire il coinvolgimento diretto dell’Alleanza Atlantica nel conflitto tra Ucraina e Russia, non solo con la fornitura di armi. Secondo Lavrov, l’addestramento militare degli ucraini “avviene anche nei territori dei Paesi della Nato, come nel Regno Unito, in Germania e in Italia“. Oltre all’addestramento sul loro territorio, “centinaia di istruttori occidentali lavorano direttamente sul terreno, mostrando agli ucraini come sparare con le armi fornite“.
Per il ministro degli Esteri della Russia il sostegno dell’Occidente all’Ucraina avviene anche con l’invio di un gran numero di mercenari e di aiuti da parte dell’intelligence. Nella conferenza stampa di questa mattina Sergej Lavrov aveva riferito che la cooperazione con l’Occidente sulla sicurezza europea non può riprendere in futuro. “Se e quando capirà che è meglio coesistere sulla base di fondamenta concordate, ascolteremo quello che hanno da proporre“.
NATO “NON CI FACCIAMO TRASCINARE IN GUERRA DA PUTIN”
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha smentito le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. “La Nato non è una parte del conflitto, non ci lasciamo trascinare nel conflitto da Putin“, ha dichiarato durante la conferenza stampa col cancelliere tedesco Olaf Scholz. In tale occasione ha ribadito che il compito dell’Alleanza Atlantica è quello di “sostenere Kiev ed evitare un’escalation che vada oltre l’Ucraina“. La vittoria della Russia è da scongiurare perché “questo incoraggerebbe altri regimi autoritari a usare gli stessi mezzi, per ottenere i loro obiettivi. E questo renderebbe il mondo più pericoloso“. Ma anche Grigorij Ordzhonikidze, consigliere del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ne ha per l’Italia. In un’intervista all’agenzia Tass il segretario della Commissione russa per gli affari dell’Unesco, nonché appunto consigliere del ministro russo, ha dichiarato che l’Italia ha proposto di togliere alla Russia la presidenza del Comitato dell’Unesco. “Il consenso è stato minato dagli italiani, che erano categoricamente contrari a tenere la sessione nella Federazione Russa e alla presidenza russa (nell’organizzazione)“. La 45ma sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco doveva tenersi a Kazan quest’estate, ma è stata rinviata.