La guida dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha parlato del conflitto tra Russia e Ucraina, difendendo in un certo senso l’operato di Vladimir Putin di fronte all’invasione dell’Ucraina. Secondo l’autorità religiosa più importante del clero sciita, la colpa della guerra è da imputare agli Stati Uniti d’America e all’Occidente. Secondo Khamenei, è proprio loro la colpa del conflitto, provocato dal “caos sessuale” e dall’ignoranza che proprio tali Paesi alimenterebbero. Un’accusa gravissima, che non solamente colpisce i Paesi occidentali in ciò che sono i più principali e basilari principi di libertà e tolleranza, ma allo stesso tempo sminuisce anche l’atrocità del conflitto e delle motivazioni che vi si nascondono dietro.



Secondo Ali Khamenei, la colpa è appunto dell’Occidente “dove ci sono gravi vizi morali come l’omosessualità, che sono troppo vergognosi perché se ne possa anche solo parlare”. I “regimi d’occidente“, spiega l’Ayatollah, “promuovono l’immoralità in un modo più diffuso e organizzato perfino rispetto all’età dell’ignoranza pre-islamica”. La civiltà occidentale, secondo l’autorità religiosa, è tramutata “nella moderna età dell’ignoranza”.



Ali Khamenei: “Contro il conflitto, ma l’Occidente…”

Un discorso durato un’ora quello di Ali Khamenei, che però non ha visto menzionata la Russia neppure una volta. Nelle sue parole, però, si evince un sostegno a Putin e lo scaricamento delle colpe proprio sull’Occidente. “Il sostegno dei governi Occidentali alle amministrazioni e ai politici che sono stati insediati proprio da loro è un miraggio“, ha proseguito.

In Ucraina siamo favorevoli a fermare la guerra ma è l’America che ha portato l’Ucraina a tutto questo, intromettendosi negli affari interni di quel Paese, innescando proteste contro i governi, rivoluzioni di velluto e cambi di governo. Siamo contro la guerra e la distruzione, ovunque nel mondo. Questa è la nostra ferma posizione. Non approviamo che le persone vengano uccise e che le infrastrutture dei Paesi siano distrutte”, ha concluso l’Ayatollah dell’Iran, in un discorso televisivo alla nazione, nel quale ha sì condannato la guerra ma allo stesso tempo scaricato la responsabilità sui Paesi d’Occidente e sugli Stati Uniti.