È una vera e propria tragedia quella che ha colpito l’atleta serbo Lazar Dukic, impegnato pochi giorni fa con i CrossFit Games (una sorta di Olimpiadi private per i crosfitter di tutto il mondo) in Texas, peraltro immortalata dagli stessi video in diretta della gara e che si è consumata sotto gli occhi attoniti dei suoi avversari; il tutto – come racconta una delle sue avversarie al Corriere, l’italiana Elisa Fuliano – nell’indifferenza apparente degli organizzatori di un evento che dovrebbe mettere le persone e la sportività al centro.



Facendo un passetto indietro prima di arrivare a quanto accaduto Lazar Dukic, è importante ricordare che i CrossFit Games sono una competizione che raccoglie in uno stato scelto di anno in anno (nel 2024, appunto, il Texas) quaranta atleti selezionati dagli organizzatori, facendoli misurare su quattro giorni con tre workout differenti: il 9 agosto il programma prevedeva – nel primo dei tre workout – 5 km e mezzo di corsa, seguiti da 900 metri a nuoto.



Lazar Dukic era dato tra i favoriti assoluti per il nuoto e – dopo un tempo abbastanza buono nella corsa – ha affrontato senza grandi difficoltà i primi 800 metri della notata del lago; ma a poco più di 100 metri dalla fine per ragioni che non sono ancora state chiarite ha iniziato ad annaspare, dando un paio di bracciate per cercare di raggiungere il traguardo poco prima di sparire nel nulla, risucchiato dalle correnti lacustri.

Il racconto di Elisa Fuliano: “Lazar Dukic è morto per negligenza e per tutelare il business”

Così, Lazar Dukic è morto in diretta video internazionale, il tutto mentre la gara continuava con i 39 atleti che – uno dopo l’altro – hanno raggiunto il traguardo e gli organizzatori e gli addetti alla sicurezza che sembrerebbero non essersi accorti di nulla: “Il problema – racconta oggi Fuliano al Corriere – è stato che i due addetti alla sicurezza degli atleti non stavano guardando la gara, ma erano fissati sulla linea del traguardo”, e seppur “qualcuno dal pubblico [abbia] segnalato che ci fosse un problema, non l’hanno capito e non sono intervenuti“; tanto che “il corpo è stato ritrovato due ore dopo”.



Ma ad aggiungere una beffa al danno già causato a Lazar Dukic – che secondo l’avversaria si sarebbe forse potuto anche evitare con le giuste attenzioni – c’è stato il fatto che “l’organizzazione ci ha convocati per chiederci cosa volessimo fare, anche se di fatto avevano già deciso di fare una rapida cerimonia il giorno dopo [e] di riprendere le gare per non perdere i soldi che avevano investito“.

Ragionando proprio su quest’ultimo punto – infatti – Fuliano ci tiene a precisare che i CrossFit Games oltre ad essere “le nostre Olimpiadi” sono anche un evento senza Federazioni ed “organizzato da privati, che prendono decisioni mettendo davanti a tutto il business, senza regole precise che tutelino gli atleti”, tanto che già prima della gara fatale per il serbo “avevamo dei dubbi sul fatto di cominciare, perché (..) c’erano già 38 gradi, con la temperatura dell’acqua oltre il consentito”; e non fatica a sottolineare che il suo avversario “è morto per negligenza“.

I video di Lazar Dukic morto durante i CrossFit Games in Texas