David Lazzari, presidente Ordine Psicologi, è intervenuto a “Parliamone” su RaiNews24, per parlare dell’emergenza nell’emergenza, quella che vede tanti italiani afflitti da problemi di natura psicologica. L’esperto ha chiarito: “Il dato oltre che da noi, dal nostro Centro Studi, che ci dà circa il 33% di italiani con una situazione di stress medio-alto, è fotografato dalle agenzie internazionali. Nei giorni scorsi l’OCSE ci ha detto che la depressione in Italia è arrivata al 18%, triplicando rispetto a prima della pandemia. L’OMS ci dice che il 25% dei soggetti sotto i 18 anni hanno problemi di ansia o depressione. Ancora l’OCSE ci dice che la prima causa di assenza dal lavoro – 18 giorni l’anno – è per ansia e depressione“. Ad incidere è anche il problema del Long Covid: “Il Long Covid ha manifestazioni importanti da un punto di vista psicologico, sia per le persone ricoverate sia per le persone colpite che sono state in quarantena. Il quadro è preoccupante, è ora di fare qualcosa, di dare risposte nel pubblico, soprattutto a quella parte di popolazione, che è tanta, che non riesce ad accedere alle terapie psicologiche nel privato“.



David Lazzari sulla pandemia psicologica: “Sostegno sia garantito dal pubblico”

David Lazzari interviene anche su quelle che sono le motivazioni alla base di un quadro così drammatico: “I fattori sono stati diversi, perché la pandemia ha avuto diverse fasi. Noi le abbiamo registrate attraverso lo strumento dello stressometro. All’inizio la preoccupazione, successivamente è subentrata la stanchezza, adesso c’è un mix tra stanchezza e incertezza. E’ tutta l’onda lunga che si è accumulata, il disagio psicologico procede per stratificazioni: è evidente che se la pandemia dura ormai da due anni tutto questo si è accumulato, dunque c’è la necessità di intercettare questo disagio anche per prevenire che esso assuma forme più gravi e preoccupanti“. E ancora: “Noi abbiamo fatto un’indagine campionaria su tutti e 120mila gli psicologi italiani: c’è stato un aumento di circa il 40% delle richieste, ma anche un 30% di persone che non hanno potuto iniziare un trattamento o lo hanno dovuto abbandonare per motivi di carattere economico“. Da qui la chiosa: “Questo accade quando un Paese affida solo alla libera professione questo tipo di aiuto che invece dovrebbe essere garantito ovviamente dalle strutture pubbliche”.

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