Ci sono casi di cronaca nera, soprattutto i più efferati, che non attirano solo attenzione a livello mediatico, ma anche un’oscura attrazione. Come quella delle donne per assassini e serial killer. Lo dimostra anche il caso di Giulia Cecchettin, visto che dopo l’arresto di Filippo Turetta su Facebook è nato un gruppo di seguaci tutto al femminile. “Le bimbe di Filippo Turetta“, recita il nome del gruppo che vanta già centinaia di iscrizioni. A conferma che non sono solo gli uomini a dover capire quanto sia reale e tangibile il male, ma anche le donne.
C’era pure la pagina social “Filippo Turetta un ragazzo modello“, che è stata chiusa. Chissà se finirà così anche per il gruppo che ha scatenato un’ondata di indignazione. Dopo la chiusura della pagina Facebook, che aveva 288 iscritti, è stato aperto il gruppo delle “sostenitrici” del 22enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata. Il gruppo è stato aperto ieri e ha già pubblicato tantissimi post. È privato, quindi solo gli iscritti possono visualizzarne i contenuti.
IL SOSTEGNO SOCIAL PER FILIPPO TURETTA
Molti dei post pubblicati sul gruppo “Le bimbe di Filippo Turetta” sono a favore del ragazzo. “Il leone è in gabbia ma non è morto“, scrive un utente anonimo. “Se Filippo finirà in carcere gli scriverò delle lettere per fargli sentire il mio affetto“, il messaggio di una utente dal nome Natalia. “Povero Fili, chissà quante te ne faranno passare ingiustamente“, commenta un altro. In questo gruppo, come riportato da Tag24, compaiono anche attacchi alla sorella di Giulia, Elena Cecchettin. Subito è partita la rivolta social.
Infatti, molti utenti stanno segnalando il gruppo sul social network, affinché venga chiuso. Gli appelli sono finiti anche su X, ex Twitter. Fortunatamente prevale la voglia di ricordare Giulia Cecchettin e sensibilizzare sul tema di femminicidi e violenza di genere, infatti le scuole e le università sono in prima linea, con gli studenti che hanno fatto “rumore” nelle scuole di tutta Italia e sono pronti a promuovere “una giornata di rabbia”.