Da magistrato a suggeritore degli inquisiti, una specie di avvocato occulto che spiega dietro le quinte come schivare le indagini. Questo il ritratto del giornale di Emilio Sirianni, 63enne giudice della corrente Magistratura Democratica, a proposito del suo rapporto con Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace condannato in primo grado a 13 anni per il suo “modello” di accoglienza dei migranti. Esempio secondo certa sinistra ma illegale secondo il codice penale: in nome dell’accoglienza, infatti, Lucano e i suoi accoliti trattavano i soldi pubblici per favorire amici e cooperative di area. Il prossimo 11 ottobre è attesa la sentenza d’appello – la Procura catanzarese ha chiesto un lieve sconto a 10 anni – ma in questo caso non c’entra il processo. Sirianni infatti non è finito sul banco degli imputati, anche se nelle intercettazioni il suo nome spunta più di una volta.
L’asse Lucano-Sirianni
Come sottolineato dal Giornale, Sirianni sarebbe stato intercettato ripetutamente mentre consiglia a Lucano come schivare l’inchiesta, mettendolo in guardia contro le intercettazioni telefoniche e fornendogli altre dritte. Pur non potendo fornire informazioni riservate sulle indagini, il giudice ha la possibilità di fornire consigli autorevoli e preziosi sia per la conoscenza del funzionamento della macchina-giustizia, sia per le dinamiche del processo. Una volta divenute pubbliche le intercettazioni, Sirianni ha rivendicato l’appoggio a Lucano e ha partecipato alle conferenza stampa insieme a lui. Il 63enne ha sottolineato di fare parte di “quella magistratura che non piaceva a Berlusconi e a Renzi così come non piace oggi a Salvini e al ministro Bonafede”. Finito sotto procedimento disciplinare dal Guardiasigilli, Sirianni se l’è cavata con un’unica sanzione, la mancata conferma nell’incarico della sezione Lavoro del Tribunale di Catanzaro.