Si parla di droga su Rai Radio 1, durante il programma Giù la Maschera, e ospite vi era Riccardo Gatti, psichiatra, psicoterapeuta, specializzato in dipendenze, nonchè Direttore Dipartimento Interaziendale Dipendenze – ASST Santi Paolo e Carlo di Milano. Negli ultimi tempi si sta lottando contro la cannabis ma sui mercati europei sono arrivate droghe ben più pericolose con effetti terrificanti: si sta sbagliando obiettivo per caso? “I nostri servizi – spiega – per le dipendenze lavorano e hanno un’interfaccia con la popolazione che è costante, cambiano le sostanze, cambiano i significati delle sostanze, ma non possiamo pensare di risolvere questi problemi con soluzioni semplici e con emergenze successive nel momento dell’emergenza”. Una delle droghe più diffuse è il fentanyl, che ogni tot ritorna di moda: “L’industria della droga sta passando gradualmente alla produzione sintetica che è più veloce, più trasportabile è producibile sul luogo e quindi accorcia le distanze tra produzione e consumo, ma con prodotti che sono amplissimi, perché noi adesso stiamo parlando del fentanyl perché negli Stati Uniti sta provocando una strage, ma ci sono anche i cannabinoidi sintetici per esempio che sono sostanze apparentemente simili alla cannabis normale, ma che dal punto di vista mentale sono devastanti”.
Riccardo Gatti ha proseguito: “C’è la cocaina che adesso è molto diffusa in Europa, ne arrivano tonnellate, ma c’è anche il crack che si ricava come derivato dalla cocaina che quando è cominciato a diffondersi epidemicamente negli Stati Uniti ha provocato problemi disastrosi dal punto di vista della gestione di casi di persone che o stavano male subito o andavano letteralmente fuori di testa”. Riccardo Gatti sottolinea anche come sia cambiato il modo di usare le droghe, in quanto nelle persone che ne fanno uso “Difficilmente c’è l’uso di un’unica sostanza. Si usano più sostanze insieme, alcune delle quali nemmeno si ha idea esatta di quali possano essere gli effetti”. Secondo l’esperto per provare a mitigare questo problema “Sarebbe opportuno incominciare a prepararsi monitorando meglio la situazione, ma avendo in testa già una strategia, perché se aumenta l’offerta, ci saranno più persone che hanno problemi acuti”.
RICCARDO GATTI: “E’ CAMBIATO IL SIGNIFICATO DELL’USO DELLE DROGHE
E ancora: “In generale io credo che sia cambiato il significato dell’uso delle sostanze perché è cambiato il mondo rispetto a come noi trattiamo normalmente questo tipo di problematiche. Le persone si costruiscono delle opinioni sulle sostanze così come se le costruiscono su tanti altri argomenti e ormai viviamo in una società interconnessa e in questa società è molto facile trovare chi sostiene qualsiasi cosa e quindi sostiene anche te”.
Dito puntato anche verso i social: “Gi algoritmi che ci guidano nelle ricerche sono fatti proprio per questo, trovare posizioni di consenso che ti spingano al consumo di qualunque cosa”. E ancora: “La nostra rete è estremamente sviluppata dal punto di vista tecnologico, ma risponde a criteri antichi della società dei consumi, cioè l’importante di qualunque cosa è consumarne sempre di più. E all’interno di questo discorso ci si si muovono tutti, comprese le organizzazioni criminali, tant’è vero che le sostanze che arrivano sul mercato hanno una caratteristica comune, cioè tutte sono sempre più potenti. Il prodotto che arriva dopo sarà più potente di quello di prima”.
RICCARDO GATTI: “DROGHE E DIPENDENZE, STRATEGIA COERENTE CON LA SOCIETA’ DEI CONSUMI”
Quindi Riccardo Gatti conclude così il suo intervento su Rai Radio 1: “C’è una strategia sottostante che è estremamente coerente con la società dei consumi e che non può essere in qualche modo arginata con soluzioni semplici, per cui vieto tutto oppure permetto tutto oppure controllo tutto. Perché non ci riusciremo? C’è un lavoro culturale rispetto all’uso di sostanze cui non siamo preparati. E poco per volta l’idea che sottostante spinge il consumo è che se sei informato con certe cautele puoi assumere qualunque cosa, starai meglio, migliorerai la tua prestazione, ma non ne avrai gravi conseguenze”.
“Dobbiamo rimetterci a ragionare su questo problema – specifica – e tutti insieme cercare delle soluzioni che siano utili per noi, società civile, noi persone, quelli che vogliono usare le droghe, quelli che non le vogliono usare. Dal punto di vista medico, proprio perché la vita ha un arco temporale molto breve, starei molto distante dalle sostanze”.