In Francia è in corso un acceso dibattito sull’identità di genere che starebbe coinvolgendo anche femministe e la cultura transgender. Tutta “colpa” della giornalista Eugenie Bastie, editorialista de Le Figaro, come sottolinea stamane il quotidiano britannico Times, che avrebbe fatto andare su tutte le furie la sinistra transalpina scrivendo il saggio “Sauver la Différence des Sexes (Salvare la differenza di sessi), in cui si oppone all’arrivo in Francia delle teorie britanniche e americane, che vorrebbero diffondere la cultura dell’annullamento totalitaria e la negazione delle realtà biologiche. Secondo le stesse le donne starebbe lottando per mettere assieme la carriere e la crescita dei bambini, mentre gli uomini, privati dei loro modelli e della loro identità ancestrale, sarebbero diventati dei “porn addicts”, dei dipendenti dai filmati hard.



Il saggio di Bastié è stato pubblicato con l’intento di venire a patti con i dibattiti che hanno imperversato per anni nel Regno Unito e negli Stati Uniti in merito appunto all’identità di genere e alla cultura trans. Il Times racconta anche alcuni esempi che testimoniano il clima che si sta vivendo oltralpe, come ad esempio quello di una mamma di un ragazzo transgender di 12 anni che ha raccontato che il giovane sarebbe stato messo nel dormitorio delle ragazze durante una settimana bianca per bambini, e per questo sarebbe pronta a portare la vicenda in tribunale a Parigi.



FRANCIA, DIBATTITO SU IDENTITA’ DI GENERE: TUTTO NATO DA UN SAGGIO DI EUGENIE BASTIE

Dora Moutot, una giornalista femminista, è stata invece citata in giudizio da alcune associazioni di attivisti, accusata di presunta transfobia dopo che ha chiamato Marie Cau, la prima sindaca trans francese, un “uomo transfemminile”. Eguene Bastiè è stata fra i firmatari di una lettera aperta in difesa della stessa Moutot, contro “una minaccia orwelliana alla libertà di espressione”, in cui chiede: “Vogliamo che la Francia prenda la stessa strada del mondo anglosassone?”, sottolineando come negli Stati Uniti e in Inghilterra uomini e donne vengono cacciati dalle università e i loro libri bruciati semplicemente per aver osato affermare l’esistenza di due sessi e che non si può passare dall’uno all’altro come si cambia una camicia.



Camille Froidevaux-Metterie, scrittrice di sinistra, attraverso la Liberation ha accusato Bastié scrivendo: “attaccando l’ultimo bastione del dominio, la vita domestica, si provoca il panico, perché è veramente la fine di un mondo, quella della gerarchizzazione legata al genere e della famiglia patriarcale”.